Brucia una fabbrica a Prato Terribile morte di due operai di Umberto Chirici
Brucia una fabbrica a Prato Terribile morte di due operai Il violento incendio è scoppiato improvviso nella notte Brucia una fabbrica a Prato Terribile morte di due operai (Nostro servizio particolare) Prato, 8 febbraio. Due giovani operai sono morti e tre sono rimasti intossicati (uno versa in condizioni disperate) in uno spaventoso incendio scoppiato per cause in via di accertamento nella Filatura Borfil, di Stefano Borchi, che ha sede nella centrale via Vincenzo da Filicava, a Prato. Oltre a quella della magistratura, sono state aperte inchieste da parte dell'Ispettorato del lavoro e dei sindacati. Erano da poco passate le 22 di sabato e nella filatura, adiacente a un grande lanificio, e a un mobilificio, il cui deposito è situato proprio sotto il magazzino di materie prime della Borfil, c'erano quattro operai: Stefano Bilen- chi, 16 anni, di Cantagallo, una frazione del Comune di Prato, Danilo Giovannini, 36 anni, di Galciana di Prato, Pasquale Bianco, 18 anni, di Prato, e Geraldo Rosiello, 24 anni, di Vaiano. Il padre di Stefano Bilenchi, Roberto, è entrato nello stabilimento e si è trovato davanti, all'improvviso, un muro di fumo denso e velenoso prodotto dalle fiamme. Ha dato l'allarme. Sono accorsi numerosi volonterosi che invano hanno accertato di portare soccorso agli operai bloccati nello stabilimento. In quei tragici e angosciosi momenti, forse si è perso tempo prezioso prima di chiamare i vigili del fuoco i quali, quando sono arrivati sul luogo della sciagura, si sono trovati di fronte ad una situazione già compromessa. Il fumo aveva invaso i locali al piano terreno e il calore rendeva impossibile il lavoro ravvicinato. Con un carro-scala alcuni vigili hanno raggiunto e spezzato il lucernario; di qui, calando una corda, hanno portato in salvo Gerardo Rosiello e Pasquale Bianco, privi di conoscenza. Vicino a loro, soffocati dal fumo, il giovane Bilenchi ed il Giovannini. I quattro operai — come ha spiegato più tardi il Rosiello, ricoverato in ospedale con prognosi di 15 giorni — dopo aver tentato di uscire dal locale, respinti dalle fiamme e dal fumo, hanno cercato scampo nei locali al piano superiore: probabilmente proprio questa mossa è risultata fatale. Sui loro corpi sono state rinvenute ustioni diffuse. La loro deve essere stata una fine atroce nella grande gabbia di morte che ormai era diventata la fabbrica. Li ha uccisi il fumo, dopo che il fuoco aveva ustionato i loro corpi in più parti. Il tipo di ustioni farebbe pensare anche ad un'esplosione, come, d'altra parte, risulterebbe dal particolare che gli operai non abbiano potuto raggiungere il portone di uscita al divampare del rogo. Su questo punto le versioni sono contrastanti: alcuni abitanti delle case vicine sostengono di aver udito un boato, mentre altri affermano di essersi accorti dell'incendio soltanto al momento in cui hanno visto uscire dal tetto della fabbrica una densa colonna di fumo. Le condizioni di Pasquale Bianco, di 18 anni, sono disperate: lo sventurato giovane, dopo le prime medicazioni all'ospedale pratese, è stato trasportato al reparto ustionati del Careggi a Firenze e ricoverato con prognosi riservata. Nell'opera di soccorso, anche un vigile del fuoco, Calogero Sodano, 40 anni, di Prato, ha riportato choc da intossicazione. Umberto Chirici
Luoghi citati: Cantagallo, Comune Di Prato, Firenze, Prato, Vaiano
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