Dopo il successo elettorale i comunisti si organizzano di Carla Fontana

Dopo il successo elettorale i comunisti si organizzano I tre giorni della Conferenza torinese Dopo il successo elettorale i comunisti si organizzano Necessità di nuovi quadri - Il pei a Torino : 19 mila iscritti, 306 mila elettori - Ricerca di nuove adesioni in fabbrica, fra i giovani e le donne - Pecchioli : "Pronti per responsabilità di governo" Non tutti individuano le slesse cause del successo comunista, ma nessuno ha dubbi sul ruolo avuto dalla capacità organizzativa del pei. L'ultimo esempio è cronaca di questi giorni: dopo la vittoria del 15 giugno, dì proporzioni impreviste dallo stesso pei, la Federazione torinese sente la necessità di «riorganizzarsi» adeguandosi ai mutamenti. Per tre giorni riunisce i delegati cittadini e provinciali e discute di politica, nazionale e locale, di strutture interne, di obiettivi. La «Conferenza di organizzazione del pei» si è conclusa ieri con gli interventi del sindaco Novelli e di Ugo Pecchioli della direzione centrale. Al termine, sono state approvate tre mozioni: una politica, una sulla formazione dei quadri e una sulla struttura organizzativa. Le premesse di questo intenso lavoro sono state poste dal segretario Renzo Gianotti. Nella sua lunga introduzione ha analizzato la svolta del 15 giugno sul piano nazionale e sul piano locale. Ma la parte meno nota ai torinesi, probabilmente anche a quelli che hanno votato pei, riguarda la vita di partito, la sua struttura, il suo modo di inserirsi nella società. C'è un dato di partenza: in città 306 mila elettori hanno scelto il pei, ma gli iscritti sono circa diciannovemila, con 83 sezioni. Troppo pochi, secondo i dirigenti del partito. In tutta la provincia sono 43 mila, con una crescita di 12 mila iscritti rispetto al '71. Pure esiguo, benché in espansione, è giudicato il numero degli iscritti nelle fabbriche: «Alla Fiat Mirafdori — dice Gianotti — siamo oggi quattro volte quelli che eravamo nel '69, tuttavia 1500 iscritti su 50 mila lavoratori sono ancora pochi». Di qui l'impegno a raccogliere altre adesioni, in fabbrica, fra le masse femminili e fra le nuove generazioni («la Federazione giovanile ha solo 1600 iscritti, anche se la maggioranza dei giovani torinesi ha votato per il nostro partito: il divario è troppo grande e denuncia una pericolosa sottovalutazione della necessità della conquista dei giovani alla politica e alla nostra organizzazione »). Ma «non si tratta soltanto di contare il numero delle tessere, bensì di formare nuovi attivisti, nuovi militanti. Questo significa una nuova articolazione dell'attività di sezione e un lavoro permanente e rigoroso dei nuovi quadri». Il problema dei quadri di partito è reso più acuto dalla stessa vittoria del 15 giugno, che ne ha impegnato i migliori alla guida delle amministrazioni locali. Ed il pei, infatti, corre ai ripari, valorizzando ì giovani e rilanciando la propria organizzazione. In questo programma di «irradiazione» c'è anche lo sviluppo delle sedi, capaci di accogliere «il partito di massa, aperto all'esterno», cioè che' consentano la partecipazione anche di altre forze non iscritte al partito. L'insediamento dei comunisti nelle amministrazioni locali presenta un pericolo: «Quello dell'attesa passiva, della delega ai compagni amministratori, che — se si affermasse — porterebbe a ridurre il partito ad un'azione di fiancheggiamento dell'ente locale e alla sua progressiva identificazione con esso». Inoltre, la nuova situazione comporta «una capacità di sintesi a livelli più alti», per- che «non è il sottoproletariato disperato né il buon selvaggio che trasformano la società: il processo rivoluzionario può essere guidato soltanto da una classe operaia colta che, insieme con altri ceti produttivi ed intellettuali, sia capace di capire e di cambiare il mondo fisico che la circonda e la società». Il «fior fiore» del pei torinese ha dibattuto per tutta la giornata di sabato questi temi, con lucido realismo e senza fronzoli da comizio. Il discorso di chiusura di Novelli, ieri, non poteva che essere un bilancio di ciò che la nuova giunta ha già realizzato o impostato a Torino e delle linee su cui si muove. Pecchioli ha affrontato temi nazionali e locali, politici e organizzativi: dalle sue parole è emerso un pei pronto ad assumersi responsabilità di governo, disposto a chiudere un occhio sulle formule politiche ma a discutere e «correggere» i provvedimenti governativi, contrario alle elezioni anticipate perché creerebbero l'occasione per una contrapposizione frontale con la de, interrompendo il suo processo di rinnovamento (inteso come «non contrapposizione» al pei). Carla Fontana

Persone citate: Gianotti, Novelli, Pecchioli, Renzo Gianotti, Ugo Pecchioli

Luoghi citati: Torino