Piano casa: se il Comune accetterà si può realizzare in poche settimane

Piano casa: se il Comune accetterà si può realizzare in poche settimane Sull'acquisto di mille "alloggi parcheggio,, generali consensi Piano casa: se il Comune accetterà si può realizzare in poche settimane Questo il pensiero delPing. De Benedetti - L'assessore all'edilità ing. Chiezzi: "Non si può considerare una soluzione tampone, ma a medio termine" - In giornata la proposta sarà discussa con i tre sindacati, in serata se ne parlerà in Consiglio - Novelli: "Proposta interessante, potrà favorire il risanamento del centro" La proposta dell'ing. Carlo De Benedetti (presidente dell'Unione Industriale), fatta a nome di tutti gli imprenditori piemontesi, per acquisire mille « alloggi-pareheggio » da destinare agli assegnatari « in lista d'attesa » di case popolari, ha avuto un'eco vasta e favorevole. L'iniziativa — che ora riassumeremo — è stata commentata positivamente, sia pure in linea di principio poiché un'analisi tecnica non è ancora stata possibile, dagli amministratori pubblici comunisti e socialisti, dall'opposizione democristiana. In partico- lare il sindaco Novelli, proporrà che già al Consiglio comunale di questa sera la proposta venga discussa. La proposta, si legge in un comunicato degli imprenditori piemontesi, parte dalla constazione che, nella prima cintura di Torino, esistono un migliaio di alloggi disponibili. Questi alloggi potrebbero essere acquistati subito da organismi istituzionalmente in grado di farlo (compagnie di assicurazioni pubbliche e private, enti previdenziali, ecc.). Il reddito basso e .T'alloggio bloccato a tempo indeterminato hanno sempre spinto questi organismi a non prendere in considerazione investimenti di quel tipo. Per ovviare a ciò, gli imprenditori propongono di costituire un'agenzia pubblica per il comprensorio torinese, che prenda in affitto le case-pareheggio, garantendo agli investitori una remunerazione accettabile (circa il 5 per cento sul valore iniziale della casa) e, soprattutto, la liberazione degli alloggi entro una decina d'anni. Per rendere conveniente il subaffitto, l'inquilino (mentre attende che gli venga assegnato un alloggio nelle case popolari) pagherà un canone ridotto (pari alla metà di quel 5 per cento). Il deficit potrebbe essere coperto in parte con i fondi della Regione, in parte con altri contributi. A questo proposito l'ing. De Benedetti ha dichiarato che gli imprenditori sono disponibili. Soltanto una è stata la voce, non contraria, ma astensionista in merito alla proposta. Quella dell'ing. Grometto, presidente del Collegio costruttori torinesi: « Non ne sapevo niente, l'ho letta sul giornale, mi riservo un giudizio ». Altri costruttori interpellati hanno manifestato favore. Per dare il risvolto pratico della proposta, per vederla cioè dalla parte dei futuri inquilini, le cose andranno così: al lavoratore in attesa di una casa popolare (ci sono 17 mila famiglie che aspettano) viene assegnato un alloggiopareheggio. La soluzione (provvisoria) dura due anni, il tempo necessario per costruire altrettanti alloggi in case popolari. Dopo tale periodo l'alloggio-parchcggio passerà ad un'altra famiglia « in lista d'attesa » e così via, e ci saranno alloggi liberi per altre mille famiglie. Questa soluzione permette insieme di non ricorrere all'istituto della requisizione, che l'ing. De Benedetti ha definito « iniquo e illegale » e di dare una casa a mille famiglie ogni due anni. Si tratta ora di vedere i tempi tecnici e quelli politici necessari per rendere operante la proposta. A questo proposito l'ing. De Benedetti ha dichiarato a Stampa Sera: « La proposta, se esiste il consenso politico, può essere attuata tecnicamente nell'arco di poche settimane. E' da sottolineare che il contributo degli industriali piemontesi è stato dato anche in questo caso nell'ambito del loro compito istituzionale: affrontare le situazioni con fantasia e metodo imprenditoriale. Questa è la natura della loro proposta. Alle forze politiche spetta ora il giudizio, l'eventuale approvazione e la conseguente gestione ». «Come è avvenuto sino ad oggi — ha continuato De Benedetti — anche per il futuro la disponibilità degli industriali a dare il loro apporto alla soluzione dei problemi che coinvolgono la collettività sarà piena e costruttiva. Altrettanto chiaro è che essi non sono disponibili per soluzionitampone e per provvedimenti che affrontino i problemi sociali con spirito demagogico o con finalizzazioni diverse da quello che dev'essere un sereno equili- brio fra le esigenze delle varie componenti della società». A De Benedetti era stato chiesto: perché solo adesso questa proposta «Oggi il problema è scottante e impone un comportamento responsabile. Ma la gestione spetta ai politici. Se cadrà nel nulla, come altre, ognuno si assumerà le proprie responsabilità e i cittadini trarranno le loro conclusioni». Il sindaco Novelli ha detto; «La proposta degli industriali presenta, tra gli altri, un aspetto interessante. Consente di avviare degli interventi per il risanamento del centro storico. Le famiglie che abitano appunto nel centro storico, potreb¬ bero venire trasferite provvisoriamente negli alloggi parcheggio per consentire, nel frattempo, i restauri». Quanto ai tempi di attuazione della proposta, Novelli ha dichiarato: «Immediati, spero. Comunque più brevi possibili. Man mano che si procede negli acquisti, gli alloggi potrebbero essere assegnati. La prima verifica politica si avrà comunque stasera al consiglio comunale». Anche l'assessore all'edilizia, l'ingegner Giuseppe Chiezzi, ha espresso interesse politico: «E' un fatto positivo — ha detto — si tratta della prima uscita ufficiale delle categorie interessate all'edilizia. Siamo tutti in ballo, hanno finalmente riconosciuto che è un problema sociale. La proposta non si può considerare una soluzione-tampone; ma a medio termine. Non posso, invece, dare ancora una valutazione tecnica. Certamente è una soluzione interessante». D'accordo, anche se con sfumature diverse, il consigliere liberale Attilio Bastiano professore al Politecnico di architettura e urbanistica tecnica: «La proposta del presidente De Benedetti — ci ha dichiarato — è di estremo interesse da due punti di vista. Sotto il profilo tecnico si esce dalla demagogia riguardo il problema della casa nell'area torinese, dimostrando, conti alla mano, che è possibile fare qualche cosa a tempi stretti. Il progetto può infatti diventare operativo entro 30, 60 giorni al massimo». « Sotto il profilo politico — ha continuato — è una corretta sfida che le forze produttive propongono all'amministrazione e ai partiti: bisogna evitare di paralizzare l'iniziativa e verifica- re, a tempi stretti, le condizioni di fattibilità della proposta, con particolare riguardo all'effettiva disponibilità nell'area torinese di alloggi adeguati per tipo e costo». E' la prima volta, va sottolineato, che liberali, democristiani, socialisti e comunisti vanno ufficialmente d'accordo a livello locale. Manca, per il momento, il parere ufficiale dei sindacati. Ma il presidente dell'Unione Industriale si incontrerà in giornata con i segretari provinciali Bordon (Uil), Pace (Cg.U) e Delpiano (Cisl). Delpiano, interpellato telefonicamente, ha detto: «E' la prima volta che l'Unione Industriale ci convoca. Non andiamo prevenuti, ma per un sereno confronto. Ci interessa valutare quali saranno le condizioni economiche per i lavoratori. Poi ci sono i problemi delle spese. Inoltre sono chiamati in causa istituti finanziati, in pratica, dai lavoratori. Valuteremo tutto ciò nel confronto con l'Unione Industriale e con il Comune, al quale chiediamo, comunque, un piano per le case». Mario De Angelis In queste case di corso Grosseto presto saranno pronti 250 alloggi popolari (ma sono giacenti 17 mila richieste) II sindaco Novelli L'ing. De Benedetti

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