Ruud, giovane del Nord sconfisse anche Hitler di Giorgio Viglino

Ruud, giovane del Nord sconfisse anche Hitler Cinquantanni di Giochi invernali Ruud, giovane del Nord sconfisse anche Hitler A Garmisch nel 1936 tutto era stato preparato per la vittoria tedesca, ma lo studente norvegese fu primo in discesa - Dai primi passi sulla neve alla vigilia della seconda guerra mondiale (Dal nostro inviato speciale] Innsbruck, 1 febbraio. Comincio qui in brevi note l'excursus di questi Giochi Olimpici che segue bene Viter di sviluppo del movimento sportivo, riferito alle discipline del ghiaccio e della neve. Volendo andare indietro negli anni non mi sembra infatti il caso di risalire al cavernicolo dell'isola di Rodoy, ma di limitarci al primi approcci con lo sci, elemento di svago, venuto In tempi immediatamente successivi all'applicazione bellica della prima guerra mondiale. Quelli che si divertivano di più a quei tempi erano inglesi e comunque europei del Nord che calavano al Sud In schiere ben selezionate dal censo e dai quattrini per giocare con la neve e le montagne. Svizzeri e austriaci assorbivano l'invasione, assecondavano le passioni nuove, affidandosi alla pratica di tanti anni trascorsi a muoversi su e giù per le chine innevate senza mal la fantasia di trasformare l'attività quotidiana in sport. Su in Scandinavia, zampettando tutti sugli sci da fondo, le gare erano divenute un fatto naturale da tempo, cosi com'era logico pattinare sul canali gelati d'Olanda, saltare dai trampolini naturali un po' dappertutto dove ci fosse neve posata sul terreno. Con la ripresa successiva alla guerra l'ideale partecipativo di De Coubertin si volle presto applicare anche agli sport dell'inverno, che erano però divisi, settorializzati da condizioni climatiche diverse, limitati nello svolgimento alle tradizioni locali. I nordici consideravano il proprio l'unico sci vero, catalogando quelli che si buttavano giù dalle discese come sciocchi giocherelloni. Gli altri, gli «alpini», che poi alpini non erano essendo capeggiati dagli inglesi, ribattevano con argomentazioni di questo tipo -...quelli sudano come matti, Il nostro è uno sport pulito...'. Il movimento olimpico sempre più universale voleva però la realizzazione dei Giochi nella loro totalità, prevedendo pur di attuarli i progetti più pazzi. Nel '19 venne alla luce una proposta di far disputare le Olimpiadi proprio a Innsbruck con un programma che spaziasse dall'atletica leggera allo sci. «Le Record», un quindicinale francese, pubblicava agli Inizi del '19 un articolo caldeggiante la proposta e contrava le obiezioni tecniche con questa stupenda frase •...Il corridore sarà riscaldato dal sacro fuoco di Olimpia e da una pesante copertura...'. Più avanti, nel '21, Sir Arnold Lunn, l'Ideatore del Kandahar, caldeggiava a Londra nel corso di una riunione del Comitato Olimpico la disputa di gare separate per gli sport della neve e del ghiaccio. In quel contesto dove le decisioni venivano prese a livello di clan nobiliari, I Giochi sembravano cosa fatta finché non entravano in ballo i nordici con le loro accuse di perfezionismo. Chi poteva partecipare alle gare di sci? Soltanto I britannici clienti, o anche i loro maestri svizzeri e austriaci? La disputa durò poco e con Lunn ripartito per l'India a cercare ulteriori glorie militari, nessuno rimase a difendere la causa dello sci da discesa. In emanazione al Giochi di Parigi del '24 In programma nell'estate il Ciò autorizzò la disputa di gare olimpiche a Chamonix, limitandole allo sci nordico e agli sport da ghiaccio. Era comunque un Inizio e del resto il programma non sarebbe più mutato sino al '36, e in quell'anno soltanto per ragioni politiche. Chamonix, St-Moritz, Lake Placid, tre località per I tre avvenimenti olimpici riconosciuti autonomi nel '25 con retroattività. I campioni, le vicende agonistiche sono sfumate nel ricordo. Rimane qualche nome. Quello di Torleif Haug, l'imbattibile norvegese vincitore sotto il Bianco • ...siccome gazzella e leone congiunti nella grazia e nell'azione atletica e nella volontà d'aggressione dell'avversario... » come scriveva il nostro giornale. Più oltre Grottumsbraaten il « gigante » che succedeva al connazionale nell'appuntamento seguente, e Sonia Henie, la pattinatrlce tanto brava da rimanere imbattibile per tutto l'arco di tempo che la vedeva passare da giovinetta a ragazza in flore, oggetto d'ammirazione non soltanto sportiva. La pa/tecipazione italiana era più che altro simbolica, c'erano i bobbisti dal sangue blu, ma un poco timorosi, I fondisti tenaci e accaniti, ma non all'altezza dei grandi rivali del Nord, qualche pattinatore, la squadra di hockey materasso nei confronti di tutti che nell'Olimpiade di St-Moritz riusciva a totalizzare il passivo record di 26 reti in una sola partita. Lo sci alpino cresceva per conto suo nella lunga teoria di campionati mondiali che iniziati clandestinamente a Zakopane nel '29 prendevano ufficialità nel '33 con convalida delle gare degli ultimi due anni. C'erano fior di campioni, gare codificate in discesa libera e obbligata, un movimento di piccola massa che premeva alle spalle. Eppure l'ammissione alle Olimpiadi avveniva soltanto per gioco politico, per l'ossequienza verso i desiderata della potente Germania nazista che con le Olimpiadi del '36 a Berlino e Garmisch voleva avere la possibilità di affermazioni In entrambe. I discesisti di Baviera erano bravi se non bravissimi, e comunque la potenza politica del Reich era tale che il cambio di nazionalità per Guzzi Lantschner, campione austriaco del momento, fu una pura formalità. Ancora più semplice fu far squalificare gli svizzeri, avversari troppo forti, con l'accusa di professionismo. Tutto era pronto per il successo tedesco, una vittoria che doveva essere completa e non lo fu malgrado l'Intramontabile Kristel Cranz, e certo Frltz Pfnur. Dal Nord calò a valle Birger Ruud, studente norvegese imbattibile nel salto. Provò a scendere in discesa e fu primo anche li per un record ineguagliabile. Giorgio Viglino

Persone citate: Arnold Lunn, Bianco, De Coubertin, Guzzi Lantschner, Haug, Hitler, Kristel, Sonia Henie