Cinque sequestri: si sono divisi 8 miliardi
Cinque sequestri: si sono divisi 8 miliardi La "gang,, dei marsigliesi catturata quasi al completo Cinque sequestri: si sono divisi 8 miliardi (Nostro servizio particolare) Roma, 1 febbraio. (n.n.j Con otto arresti, compiuti a Roma e in Svizzera, è stata sgominata una «gang» di undici persone, tra cui due attricette ed un'«entraineuse», responsabili di cinque sequestri di persona. Ad essere sfuggiti per ora alla cattura sono Jacques Berenguer, un marsigliese indicato anche per la tragica rapina di piazza De' Caprettari che costò la vita ad un agente di polizia, e le due attric ette: Maria Rossi, unaromana trentottenne, ex-cassiera di locali notturni ed Antonia D'Andrea, napoletana di ventinove anni, biondissima, che ebbe una parte nel film «Il colonnello Buttiglione». I cinque rapimenti, che avrebbero fruttato alla banda circa 8 miliardi e mezzo, sono quelli di Amedeo Ortolani, presidente della «Voxon», Fabrizio Andreuzzi, un giovane appartenente al clan dei costruttori, Alfredo Danesi, figlio di un industriale del caffè, Angelino Ziaco, farmacista e moglie di un costruttore ed il bresciano Giuseppe Lucchi¬ ni, figlio del «re del tondino dt ferro». Capo e cervello dell'organizzazione è risultato essere Maffeo Bellicini, 38 anni, nativo di Bienno (Brescia), fermato per caso il 5 dicembre scorso da una pattuglia della polizia nei pressi di Ostia. Uomo lucido, freddo, razionale, non sapeva però resistere alla tentazione di parlare ogni sera con i Liioi sequestrati raccontando loro molti particolari della sua vita: le gesta compiute in Spagna e in Svizzera, il possesso d'un cavallo da corsa ed altre cose ancora. E' stata questa sua debolezza, insieme con certi particolari caratteristici del suo fisico, a tradirlo ed a mettere la polizia nelle condizioni d'identificarlo con tutti gli altri membri della banda. Maffeo Bellicini era emigrato in Francia dove era conosciuto come «uomo mitra»; l'anno scorso fu arrestato a Lisbona per una rapina in banca; condannato a 14 anni fuggì però tre mesi dopo in svizzera, dove portò a termine un'altra rapina. Al momento dell'arresto c'era con lui Pablo Pena Torres, uno spagnolo, amante di Antonia D'Andrea. Ad entrambi furono trovate banconote provenienti dal riscatto paga¬ to per Danesi. Da quel momento il filo si snodò lentamente fino in Svizzera dove, uno dopo l'altro, furono arrestati gli altri affiliati, tra cui il francese Jacques René Forcet, amico e braccio destro del «cervello», andati nella confederazione per riciclare le lire degli ultimi riscatti. Le indagini proseguono ora non solo per trarre in arresto i tre latitanti ma anche per ricostruire l'intera attività della banda. Oggi s'è saputo che Bellicini e Forcet sarebbero coloro che, fingendosi carabinieri, rapirono a Milano il conte Gerli, un finanziere rilasciato poche ore dopo perché colpito da un collasso. Questi, terrorizzato dai delinquenti, aveva ugualmente pagato il riscatto di un miliardo e mezzo. La polizia ha reso noto inoltre d'aver sequestrato in Lombardia una villa di proprietà del Bellicini, arredata con mobili e suppellettili per un valore di mezzo miliardo. E' stata anche seuqestrata una collezione di quadri mentre altro denaro proveniente dai rapimenti sarebbe stato investito in piantagioni nel Sudamerica.
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