Denunciata la preside che minacciò le allieve
Denunciata la preside che minacciò le allieve Napoli: la colletta a scuola per l'aborto Denunciata la preside che minacciò le allieve "Vi faccio sottoporre tutte a una visita ginecologica" disse alle ragazze che solidarizzavano con la compagna incinta - Abuso di potere? (Dal nostro corrispondente) Napoli, 1 febbraio. Continua il braccio di ferro tra la scolaresca dell'istituto tecnico commerciale «Giovambattista Della Porta» e la preside professoressa Sofia Pepe Parrelli. Una settimana di sciopero, di cortei e di assemblee non hanno attenuato il clima di tensione nella scuola sistemata in un'aula del vecchio convento dei padri redenzionisti, nel popoloso rione della Pignasecca. Neppure l'opera mediatrice d'un ispettore ministeriale spedito da Roma all'indomani delle agitazioni è valsa a placare gli animi. La prof. Parrelli è accusata dalle allieve d'essere intervenuta con «mezzi repressivi ed inquisitori» contro un gruppo di alunni che avevano organizzato una colletta per aiutare ad abortire una compagna estranea però alla scuola: inoltre, di averle intimidite con la minaccia di farle sottoporre tutte a visita ginecologica e di averle trattenute per interrogarle, chiuse in un'aula, oltre il normale orario delle lezioni. Nei giorni scorsi, quando l'atmosfera era incandescenti-, gli studenti s'erano rivolti al provveditore agli studi per chiedere l'allontanamento immediato della preside «fascista e autoritaria»; oggi hanno chiesto l'intervento della magistratura. Un dettagliato esposto alla procura della Repubblica di Napoli, controfirmato dai genitori di alcune alunne, chiede l'incriminazione del capo dell'istituto per sequestro di persona. E' una brutta storia che il professor Glauco Bouché, ispettore del ministero della P.I., ha cercato, nella sua inchiesta, di sgombrare da ogni ombra di dubbio, di inquadrarla nella giuste luce. «E' nostra intensione — assicura — andare a fondo e se emergono colpe prenderemo gli adeguati provvedimenti». Un'indagine minuziosa, capillare. Il professor Bouché ha avuto contatti con tutte le componenti della scuola: pre¬ side, insegnanti, alunne, consiglio d'istituto e consiglio dei genitori. Ore ed ore trascorse ad ascoltare le varie versioni sull'accaduto, preoccupato ohe la delicata vicenda non costituisca il pretesto per alimentare fermento e disordini. Quali i risultati dell'indagine e dell'inchiesta ministeriale? Il professor Bouché, rientrato ieri a Roma, ha consegnato al ministro Malfatti una relazione sull'increscioso incidente. Nonostante il riserbo mantenuto sull'indagine, si intuisce che quanto è avvenuto tra le vecchie mura del «Giovambattista Della Porta» è da addebitare al temperamento della professoressa Parrelli, una donna molto legata alla scuola e che ne ha fatto la sua ragione di vita — non avendo figli né famiglia — una docente animata da se¬ veri princìpi, ormai superati dalle moderne concezioni pedagogiche. «Ho cercato d'agire per il meglio — dice la preside —, ero terrorizzata dall'idea che qualche mia alunna potesse trovarsi nei guai e finire tra le mani di gente senza scrupoli. Sono delle adolescenti, ragazze che hanno appena 1415 anni...». Secondo indiscrezioni, il rapporto del professor Bouché non avrebbe messo in luce responsabilità determinan-! ti della preside, che avrebbe agito in difesa del buon nome della scuola e nell'interesse delle allieve. Sembra che nel giudizio la prof. Parrelli sarà difesa dall'avvocatura dello Stato, avendo ella, docente, intrapreso la sua azione a tutela delle istituzioni scolastiche. a. 1.
Persone citate: Giovambattista Della Porta, Parrelli, Sofia Pepe
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