L'assurda tassa sul bottino non restituito di Sauro Manca

L'assurda tassa sul bottino non restituito Pagata al tribunale dai derubati L'assurda tassa sul bottino non restituito Nella sua arringa di parte ciotte al processo svoltosi davanti alla corte d'appello contro i banditi che hanno rapinato le buste paga dell'«Elettronset», l'avvocato Romualdo Molletti ha stigmatizzato il sistema di tassazione che subisce chi lia già patito il danno dell'aggressione. Sembra la giustizia di Pinocchio, arrestato perché s'era lasciato rubare le monete d'oro. Abbiamo chiesto maggiori delucidazioni al legale il quale ha spiegato: «La ditta ci ha rimesso 3 milioni e mezzo che i banditi hanno preso e non restituito. Nella sentenza i giudici dea tribunale hanno condannato i colpevoli a pene detentive e a restituire il mal tolto. In quest'ultimo punto la decisione è immediatamente esecutiva e viene trasmessa all'ufficio del registro per gli atti giudiziari il quale appone la tassa sulla somma che è stata scritta, l'uno e mezzo per cento, oltre i diritti fissi ed il resto». Il caso non è sporadico perché vi seno già stati importanti precedenti. La famiglia Cagna-Vallino ha dovuto sborsare 96 milioni per ottenere la liberazione del giovane che era stato rapito. Nel corso delle indagini sono stati ricuperati, trovati sotto un lavandino, 6 milioni che la seconda sezione del tribunale ha jatto immediatamente restituire alla jamìglìa. I giudici hanno condannalo gli imputati a severe pene detentive ed a risarcire l'intero danno che, oltre allo spavento, era di 96 milioni. Su questa cifra l'ufficio del registro ha imposto la tassa: circa un milione e mezzo. Non essendo stata pagata dai colpevoli (questo caso non si è mai verificato), e poiché la registrazione è obbligatoria, la somma è stata sborsata dalla famiglia che ha già patito il danno di 90 milioni. Vi sono delle vicende che suscitano anche commozione. Un'anziana signora ha perso il marito in unAncidente stradale. L'investitore non era in regola con i pagamenti dei premi assicurativi e la compagnia si è rifiutata di pagare. Il tribunale ha condannato l'automobilista ad una pena condizionale ed a risarcire il danno, stabilendo una provvisionale. Su quest'ultima cifra è stata calcolata la tassa dì sentenza: 200 mila lire. Se la vedova non pagava, le avrebbero pignorato i mobìli. Ha pagato per lei l'avvocato Giovanni Tortonese. L'avvocato Cambiano ha rappresentato Mario Altarino, rimasto vittima di un incidente stradale a Chivasso. L'uo¬ mo è rimasto invalido ed il pretore ha riconosciuto un forte indennizzo, ordinando il pagamento di 10 milioni tocnaie. L'imputato non ha un soldo. L'assicurazione attende che si decida se il modesto pagamento dilO milioni tocchi all'lnam o all'infortunato e nel frattempo non tira fuori una lira. La sentenza comportava una tassa di 168 mila lire che sono state anticipate dall'avvocato. Lo stesso legale rappresenta Franca Costantini, che è stata truffata dei suoi risparmi da certo Ruffino, dichiarato fallito. I giudici le hanno riconosciuto il credito, ma lei non aveva ì denari per pagare la tassa di sentenza. Anche in questo caso è intervenuto l'avvocato. Abbiamo sentito il direttore dell'Ufficio del registro per gli atti giudiziari, dottor Genova, sezione staccata dall'Intendenza di Finanza presso il palazzo della pretura. «La legge ci impone — ha dichiarato — di applicare la tassa dell'uno e mezzo per cento sulle somme fissate a titolo di risarcimento sulle sentenze, sia civili che penali. E la sentenza deve essere registrata entro 20 giorni, altrimenti si paga una soprattassa modesta. Dopo i 50 giorni la penale può essere il doppio o il triplo del dovuto». — E se il giudizio d'appello o dì Cassazione dovesse modificare la somma? «Se la somma è superiore, la parte paga la differenza, se invece è inferiore, si può chiedere la restituzione del non dovuto». (In pratica non lo fa mai nessuno perché costa più la salsa del pesce). Il dottor Genova ha spiegato: «A noi non interessa chi paga. O una parte o l'altra, oppure entrambe. Purché la I tassa sia pagata». E' però pa- \ cifico che chi è rinchiuso in carcere non paga mai. Cosi stando le cose gli avvocati hanno concordemente deciso, per le prossime cause, di limitare la richiesta della provvisionale a mille lire, riservandosi poi l'azione in sede civile. Così la tassa sarà pagata sulla somma realmente ricuperata. Sauro Manca

Persone citate: Cagna-vallino, Franca Costantini, Genova, Giovanni Tortonese, Mario Altarino, Romualdo Molletti, Ruffino

Luoghi citati: Chivasso, Genova