Karami sfugge a un attentate mentre la pace torna in Libano

Karami sfugge a un attentate mentre la pace torna in Libano Dopo Pintervento pacificatore del governo siriano Karami sfugge a un attentate mentre la pace torna in Libano Beirut, 25 gennaio. Il primo ministro libanese Rashid Karami, che ieri aveva ritirato le dimissioni annunciate sei giorni prima, è sfuggito a un attentato mentre rientrava a Beirut dopo una consultazione con i dirigenti musulmani ad Aramoun, una cittadina a dieci chilometri dalla capitale. L'incidente è avvenuto ieri, ma solo oggi se ne è avuta notizia. Sulla vettura di Karami si trovavano anche i tre mediatori siriani, Abdel Halim Khaddam, ministro degli Esteri e vice primo ministro di Damasco; i generali Nagi Jamil e Hikmat Al Chehabi. Oggi i giornali danno ampio risalto alla notizia. Secondo Z'Orient-Le Jour la macchina è sfata colpita da un proiettile. Secondo As Safir l'incidente si è verificato a Hadeth (periferia sud di Beirut) mentre l'auto da Aramoun si dirigeva verso il palazzo presidenziale di Baabda. Ad Aramoun, una decina di chilometri a sud della capitale, Karami e accompagnatori avevano partecipato, nella residenza dello sceicco Hassan Khaled, muftì della repubblica, a una consultazione fra i dirigenti musulmani. Dopo la tregua raggiunta fra cristiani e musulmani, gli scontri si sono fatti molto più sporadici: oggi, tuttavia, sì registrerebbero una decina di uccisioni nella sola zona di Beirut. Il clima di pace ritrovai'.:, tuttavia, ha contagiato i libanesi. Per la prima volta da settimane migliaia dì persone sono uscite oggi di casa, e si sono riversate sul litorale a sud di Beirut, completamente devastato. Ancora oggi le rovine di Damour, la città cristiana caduta martedì in mano musulmana, erano in fiamme. La casa dell'ex presidente della Repubblica libanese, Camille Chamoun, attualmente ministro dell'Interno e capo del partito nazionale liberale, è stata assalita, saccheggiata e parzialmente data alle fiamme sabato sera: la notìzia è stata ignorata dalla radio, e fatta circolare dal partito di Chamoun. La residenza, che si trova a Saadyat, era sottoposta alla «supervisione» delle forze siro-libano-palestinesi da quando Chamoun l'aveva lasciata, venerdì mattina, in elicottero, per raggiungere Beirut dove ha partecipato alle principali consultazioni politiche. Radio Beirut, nonostante tutto, ha detto oggi che la notte è trascorsa tranquilla. L'emittente, pur modificando l'ormai tradizionale formula ( « tutte le strade sono insicure») ha raccomandato ai cittadini di « stare attenti » nel circolare fuori casa. E' stato Zuheir Mohsen, capo del dipartimento politico dell'Olp, e capo di Al Saika (la corrente pro-siriana dell'organizzazione), a deplorare l'attacco alla casa di Chamoun che, ha detto, « si è verificato dopo la dichiarazione della tregua. Noi condanniamo i responsabili, che consideriamo privi di morale e di onore. Daremo loro la caccia e li processeremo. Le forze palestinesi incaricate di salvaguardare la sicurezza si sono già mosse in questa direzione ». Negli ambienti diplomatici di Beirut ci si chiedeva oggi che cosa stesse facendo e dove si trovasse Yasser Arafat: del rapo dell'Olp non si hanno praticamente notizie da almeno tre giorni. Oggi il ministro siriano degli Esteri Khaddam e i suoi collaboratori si sono incontrati con i dirigenti dei partiti cristiani, il cui consenso alla mediazione siria¬ na è essenziale per il successo e la durata della tregua. Fonti del governo libanese hanno detto che Khaddam e collaboratori hanno assicurato ai dirigenti cristiani che la Siria non ha alcuna intenzione di annettere il Libano, nonostante il suo intervento armato. Dal canto loro Chamoun e il leader cristiano Gemayel hanno accettato (come hanno fatto i gruppi islamici e palestinesi) il calendario per l'attuazione dell'ultima tregua. Tale calendario prevedeva per le diciotto di oggi (le diciassette italiane) la riapertura di tutte le strade, e il ritiro di tutti gli armati da Beirut e dalle campagne circostanti nelle trentasei ore comprese fra le sei di domani mattina, lunedì, e le 18 di martedì. (Ansa-Upi)