CHI E' di Umberto Zanatta

CHI E' Il capo delle "Br„ CHI E' — Renato Curcio nasce in un asilo materno a Monterotondo (Roma) il 23 settembre 1941. E' già fuori dal sistema: sua madre, Jolanda, non è sposata. In quel tempo i bambini nati così venivano chiamati « bastardi ». Yolanda ha 20 anni ed il figlio è nato da una relazione che la ragazza ha avuto con il marito di una ricca americana, Renato Zampa, fratello del regista Luigi Zampa. Con l'aiuto di Renato Zampa, Yolanda Curcio, quando il bambino ha 11 mesi, raggiunge una sorella che vive a Torre Pellice e che l'aiuta a trovare una sistemazione. I Curcio — originari di Orsara di Puglia — sono valdesi. A Torre Pellice c'è anche un fratello di Yolanda, Armando. E' affezionato al bimbo. E' un partigiano, comanda una squadra. Cade in una imboscata, con altri dodici, fra Candiolo e Nichelino quando tutto sembrava già finito, dopo il 25 aprile 1945. Il suo nome è su una lapide a Torre Pellice e su un'altra a Nichelino. Renato Curcio aveva quattro anni. La madre è costretta a cercare un lavoro in città, a Torino, ed affida il piccolo ad una donna, « zia Chetta ». Renato Curcio cresce e studia a Torre Pellice presso parenti. La madre, quando può, lo va a trovare, sino a 11 anni. Le scuole medie le fa ad Imperia, ospite di altri parenti. Poi decide di diventare perito chimico. Vive ad Albenga dal 1957 al 1964 (dai 16 ai 23 anni) nel collegio dell'istituto tecnico Ferrini dove si diploma, nel 1963, con ottimi voti. Per un anno insegna come supplente. L'educazione politica di Renato Curcio si inizia intorno al 1961. Consigliato da un amico, studente di Milano, aderisce e partecipa alla fondazione, ad Albenga, di una sezione di « Ordine nuovo ». Ad Albenga, nella biblioteca civica, partecipa, sempre nel 1963, ad una conferenza culturale tenuta da Pierfranco Bruschi, dirigente per l'Italia di « Ordine nuovo », in contatto con il neonazista belga Jean Thiriart, stretto collaboratore di sir Oswald Mosley, il capo dei fascisti inglesi. Questo è un periodo della vita di Renato Curcio che, compagni, giornalisti e opinione pubblica ignorano anche quando è già colonnello delle Brigate Rosse. Diventerà di dominio pubblico soltanto nel maggio del 1974, quando un ex amico di Curcio vede la sua fotografia su Stampa Sera per il rapimento del dott. Mario Sossi. Sarà sempre questo suo amico a far presente che Curcio nell'ultimo periodo di permanenza ad Albenga era molto cambiato, che aveva pro¬ fondamente modificato le sue scelte politiche. Yolanda Curcio vorrebbe che il figlio trovasse un buon lavoro e cominciasse a guadagnare, ma il ragazzo ha deciso di proseguire gli studi, di andare all'Università. Studia con impegno e riesce a vincere una borsa per la facoltà di Sociologia di Trento, secondo su settanta concorrenti. Sono gli anni precedenti la contestazione studentesca del '68. A Trento, conosce Margherita Cagol, che sposerà nell'agosto 1969, in chiesa perché la ragazza e i suoi famigliari sono cattolici osservanti. Abita in una soffitta circondato da testi di marxismo (anche nella cella del carcere di Casale aveva libri impegnati e, aperta sulla brandina, ima storia della repubblica di Weimar). Con un gruppo di giovani, intanto, Renato Curcio prepara un corso sul ruolo delle forze armate Nato nella società capitalista. Organizza azioni «esemplari» sotto l'etichetta Gap, che si richiama, nella sigla, ai gruppi di azione partigiana della Resistenza. Tra le prime imprese c'è un'interferenza alla Tv durante un discorso di Almirante: trasmissione di un programma antifascista e di notizie sugli operai. Nel 1969 Curcio si laurea a Trento in Sociologia e approda a Milano, con certi Berio, Molinari, Saugo e Troiano. Fonda il «Collettivo metropolitano». Albergo Stella di Chiavari. Curcio teorizza la «clandestinità rivoluzionaria»: abbandono della famiglia e del lavoro per la lotta armata. Nello stesso anno a Torino compaiono i primi volantini con la stella rossa sbilenca. Comincia l'escalation: dai volantini alle auto bruciate. Continua nella clandestinità fino alle 10,20 dell'8 settembre 1974 quando, sulla strada di Pinerolo, in una atmosfera di gran gala, davanti agli obiettivi delle telecamere e ai flashes dei fotografi, viene arrestato su un'auto. «Fratello Mitra», infiltratosi nelle Br, lo aveva tradito. Nel gennaio del 1975 la moglie, Margherita Cagol, guida il commando che entra nel carcere di Casale Monferrato, immobilizza gli agenti carcerari e libera il marito. Da questo momento Curcio scompare. L'unico comunicato che gli si può quasi sicuramente attribuire è quello diffuso nel giugno scorso, pochi giorni dopo che un carabiniere ha ucciso Margherita Cagol, alla cascina Spiota di Arzello d'Acqui, al termine di un confitto a fuoco per il sequestro di Vallarino Gancia. Molti sono convinti che quel giorno, il 5 giugno, nella cascina c'era anche lui. Umberto Zanatta ALTRI SERVIZI A PAG. 2