Libertà da 400 miliardi di Fabio Galvano

Libertà da 400 miliardi Le celebrazioni dei 200 anni dell' America Libertà da 400 miliardi Tanto costano le manifestazioni con le quali gli Stati Uniti festeggiano il "bicentennial" di indipendenza - Jazz, parate storiche, false battaglie a disposizione di circa trenta milioni di visitatori stranieri (Nostro servizio particolare) New York, 11 gennaio. Sembrano soldatini di piombo, con le giacchette rosse e i pantaloni bianchi, mentre avanzano con i lunghi fucili ad avancarica, accompagnati dal rullio dei tamburi e da improvvisi squilli di tromba, in un carosello di bandiere e canti. Sono i volontari che da qualche mese, in ogni angolo degli Stati Uniti, si scontrano in drammatiche ma incruente battaglie con altre schiere di soldatini, altrettanto chiassosi ma in uniforme grigia: due eserciti di comparse che mettono in scena le battaglie della guerra d'indipendenza tra i minutemen in giubba grigia del generale Washington e i redcoats inglesi di re Giorgio III. Così l'America, in un clima che sa di carnevalata più che di patriottismo, celebra il suo bicentennial, i 200 anni di libertà, con un intruglio di sacro e profano in cui le origini e la vita di questa giovane nazione vengono ricostruite attraverso una serie di valide iniziative culturali accompagnate da molto Kitsch folcloristico, su fondali di idealismo e soldoni che forse soltanto gli americani sarebbero riusciti ad amalgamare. Discorsi, parate, fiere, jnostre, francobolli, magliette, bottoni e Jefferson solo sa quante altre cose, si rincorrono dal marzo dell'anno scorso, con l'inizio ufficiale delle celebrazioni, in un crescendo che culminerà il 4 luglio prossimo per smorzarsi gradualmente entro la fine del '76. Le attività degli ultimi tre mesi sono un campionario rappresentativo di questa miscela Triade in Usa: un congresso internazionale sulla filosofia dell'Illuminismo a New Haven, nel Connecticut, e una sfilata di carri organizzata da Disneyland a Orlando, in Florida, e ad Anaheim, in California; tre settimane di concerti di musica jazz, folk, rock e sacra a Englewood, nel Colorado, e corse di aerostati a Indianola, nell'Iowa E' stato facile, per qualcuno, criticare le messe in scena più pacchiane; ma è anche vero che, in questo modo, le celebrazioni del bicentennial riscuotono una partecipazione di massa attraverso cui può essere ugualmente (e forse più agevolmente) raggiunto l'obiettivo principale, che è di creare un contatto con il passato in grado di arrestare la crisi che attraversano gli Stati Uniti, e che non è soltanto economica e politica, ma anche morale. Watergate, Vietnam, Cia, slump, hanno indotto gli americani a dubitare della loro patria, delle sue istituzioni e del suo ruolo nel mondo: il bicentennial, che cade nell'anno della ripresa economica e delle elezioni presidenziali, dovrebbe far rinascere la fiducia. Il Congresso ha stanziato 40 milioni di dollari (circa 26 miliardi di lire), ma questa cifra è soltanto una piccola parte di quanto verrà speso: gli stati, le contee, le città, hanno messo in bilancio non meno di 320 miliardi, senza contare i contributi dei privati, e le centinaia di miliardi di pubblicità da parte delle grandi aziende. Può anche essere un valido investimento, se la realtà vorrà confermare le previsioni di un'ondata (30 milioni) di turisti stranieri; Washington, comunque, è pronta a ospitare da aprile ad agosto 330 mila turisti al giorno, quasi il doppio della media abituale in quel periodo dell'anno. E' stato un costruttore edile di origine italiana, Dino Di Carlo, a dare il via alle celebrazioni del bicentennial il 19 aprile scorso, ripetendo in costume la galoppata da Boston a Lexington e Concord con cui 200 anni prima Paul Revere aveva avvertito i minute¬ men dell'arrivo delle truppe inglesi. Oltre 10 mila persone, armate di macchine fotografiche e cineprese, lo hanno visto cadere nelle mani dei redcoats inglesi, i quali si sono poi scontrati con i minutemen. Altre 300 mila persone erano appostate lungo le 12 miglia del percorso, che si inanellava non più fra i prati e le foreste di 200 anni fa, ma sull'asfalto, fra cinema e supermarket, uffici e ristoranti. Non tutte le iniziative del bicentennial, tuttavia, rispecchiano lo stesso spirito di mascherata carnevalesca: alla Galleria Nazionale di Washington, per esempio, è in programma una mostra di dipinti, disegni e reliquie per illustrare la vita dell'uomo che diede il nome alla città: a marzo il Whitney Museum di New York inaugurerà una mostra sul tema «200 anni di scultura americana»; «Il mondo di Franklin e Jefferson» è il tema di una mostra audiovi¬ siva che sta facendo il giro dell'Europa e che fra breve tornerà negli Stati Uniti; conferenze, tavole rotonde, seminari non si contano. Nei mesi scorsi, e questa è l'iniziativa che ha finora riscosso il maggior successo di pubblico, ha fatto il giro degli Stati Uniti un «treno della libertà» con 24 vagoni dipinti di rosso, bianco e blu, carichi di fotogr.i£ie, libri (che vanno dalla copi? della Costituzione che appartenne a Washington, al copione di Via col vento su cui Clark Gable studiava la sua parte) e cimeli storici. Nelle sue 80 fermate è stato visitato da oltre mezzo milione di americani. Fra le iniziative curiose si possono registrare un giro aereo delle coste degli Stati Uniti organizzato dagli scouts di Topeka, nel Kansas; il piazzamento di 80 statue commemorative lungo un'autostrada del Nebraska; l'acquisto, da parte dello Stato di Washington (sull'Oceano Pacifico) di una delle tre maschere mortuarie d'oro del generale; il viaggio di una canoa hawaiana con 24 rematori che raggiungerà Tahiti e tornerà, per dimostrare che furono i polinesiani a scoprire le Hawaii; infine una carovana di 240 «pionieri» dell'Arizona e dalla California che il 25 settembre sono partiti dal Messico con carri e cavalli per arrivare in giugno nella baia di San Francisco; un'altra carovana di carri raggiungerà Filadelfia il 3 giugno, in tempo per celebrare la firma della dichiarazione d'indipendenza. In tutto, si calcola, 25 milioni di persone saranno mobilitati per il bicentennial: dieci volte in più rispetto al numero dei coloni che, 200 anni fa, diedero il via a tutto. Fabio Galvano Pasadena. L'aquila americana saluta la folla che celebra il bicentenario

Persone citate: America Libertà, Clark Gable, Dino Di Carlo, Giorgio Iii, Kitsch, Paul Revere