La "marcia,, del pci Intoppo socialista di Aldo Rizzo

La "marcia,, del pci Intoppo socialista La strategia del "compromesso storico,, La "marcia,, del pci Intoppo socialista Roma, 11 gennaio. Tutti i segnali politici emessi in questi giorni dalle Botteghe Oscure (risoluzioni ufficiali, interviste e commenti di stampa) dicono con chiarezza che, nella « lunga marcia » del pei verso il potere, la crisi di governo aperta dai socialisti è un intop po indesiderato. Nella complessa concezione strategica di Berlinguer, infatti, il « compromesso storico », cioè l'incontro di governo con la de, è il risultato di certe condizioni e di certi rapporti di forza, non ancora maturi. La proposta di De Martino di dare un ruolo evidente ed esplicito al pei nella futura maggioranza comporta il rischio di accelerare troppo, di sfasare e quindi di mettere in crisi un processo di avvicinamento per il quale sono stati previsti tempi diversi. E' probabile che proprio questo sia il sottinteso tattico più generale dell'impennata socialista; ma per la stessa ragione non può esserci l'adesione del pei. La teoria del compromesso storico fu elaborata da Berlinguer in tre articoli su « Rinascita » tra il settembre e l'ottobre del 1973, all'indomani del golpe cileno. La tragica fine del governo frontista di Allende ispirò al « leader » del comunismo italiano una lucida lezione politica: un processo di profonde trasformazioni sociali e politiche in un Paese dell'Occidente avrebbe dovuto evitare d'inimicarsi sia gli strati sociali intermedi sia i tradizionali alleati internazionali; di qui il rifiuto di ogni spaccatura verticale, di ogni rigida contrapposizione di forze, anche quando le sinistre unite avessero ottenuto la maggioranza numerica in Parlamento, e ia necessità invece di associare il più ampio schieramento possibile al processo di trasformazione (quindi in Italia la de). Ma, naturalmente, occorre — sempre secondo la strategia di Berlinguer — che le sinistre unite abbiano raggiunto un decisivo peso politico e parlamentare, e che soprattutto il pei lo abbia raggiunto: in caso contrario verrebbe meno la più elementare convenienza della controparte al « compromesso storico ». Ora, questo peso decisivo il pei lo ha quasi ottenuto. Quasi, però, non del tutto. Resta da compiere la fase ultima e più delicata della « lunga marcia », durante la quale uno scarto imprevisto del «partner» designato, per effetto di una sollecitazione intempestiva, può compromettere l'intero disegno. L'atteggiamento del pei si esprime su due piani. Sul piano formale, si chiede l'ingresso comunista nell'area di governo, poiché senza di esso non potrebbe esservi una vera svolta. Sul piano sostanziale, prevale l'osservazione, apparentemente lapalissiana, che se il pei non sr.rà accettato come una delle forze costitutive del futuro governo, esso resterà di buon grado all'opposizione, con spirito aperto e costruttivo. In pratica, è un segnale di via libera alla de, oltre le pressioni socialiste, per un nuovo, interlocutorio governo di centro-sinistra. Semplificatorio a breve termine, l'atteggiamento comunista resta una grossa incognita a lungo termine. Certo, negli ultimi anni il pei ha fatto importanti passi avanti sulla via della revisione ideologica, in senso antidogmatico. Anche a causa della sua evoluzione verso il pluralismo politico e persino economico, tutta l'area del comunismo sud-europeo (con l'eccezione, per ora, di quello portoghese) si è mossa verso l'obiettivo, problematico ma attraente, di un vero socialismo in una vera democrazia. Tuttavia molte questioni restano aperte, e c'è il pericolo che il «compromesso storico» rappresenti un modo di eluderle, cioè di eludere la chiarificazione necessaria, di tipo ideologico e politico, in un abbraccio di potere. Inquietano gli osservatori democratici l'assenza, nel pei, di una seria autocritica rispetto al passato stalinista; la persistente pratica del «centralismo democratico» (divieto delle correnti e del dissenso organizzato); l'ambiguità residua del rapporto con l'Urss. Più lineare, in ultima analisi, appare la strategia a lungo termine dei socialisti, che è quella di associare il pei a uno schieramento di alternativa democratica di sinistra, dandogli il tempo per una definitiva evoluzione: pur se, a breve termine, proprio i socialisti appaiono, e non senza motivo, un elemento contraddittorio e confuso del quadro italiano. Aldo Rizzo

Persone citate: Allende, Berlinguer, De Martino

Luoghi citati: Italia, Roma, Urss