Saragat, cauto ottimismo "Un accordo è possibile,, di Luca Giurato

Saragat, cauto ottimismo "Un accordo è possibile,, Saragat, cauto ottimismo "Un accordo è possibile,, Roma, 11 gennaio. Socialisti e repubblicani si scambiano accuse pesanti; La Malfa dà del bugiardo a De Martino e questi gli fa rispondere che i provvedimenti economici del governo sono utili solo alla Confindustria. Addirittura il vecchio Nenni, alla direzione del psi, rompe il silenzio attaccando Moro con una durezza senza precedenti, quasi immemore di tanti anni di collaborazione a Palazzo Chigi, porta a porta, nei primi governi di centro sinistra. Sarà possibile ritrovare una intesa tra i partiti o si andrà alle elezioni anticipate? Nello scetticismo quasi generale, l'ex Presidente della Repubblica Giuseppe Saragat inserisce con cautela ma con fermezza una nota ottimista. « Io penso che tra i partiti rigorosamente democratici e sicuramente avanzati un compromesso sia possibile ». Saragat non ha dubbi: questi partiti sono la de, il psi, il psdi e il pri. Esclude il pli perché non lo giudica socialmente avanzato e il pei perché non riesce a sciogliere il « nodo » dei suoi rapporti con l'Urss. Sul neofascismo, che cerca di approfittare delle tensioni tra le forze politiche dell'arco costituzionale, Saragat ribadisce il giudizio di sempre, la sua scelta inviolabile: « I fascisti e i nazisti sono i cadaveri più putrefatti della politica ». Saragat mi ha ricevuto stamane alle 10 nella sua bella villa sulla Via Camilluccia. E' in forma perfetta, malgrado i 78 anni e le preoccupazioni politiche. Ha già letto e meditato i giornali, con le ultime notizie sugli sviluppi della crisi oscura. L'ampio studio è tappezzato di libri, molti dei quali in francese, tedesco e inglese. Presidente, gli dico, ormai di crisi politiche ne ho seguite tante. Non ne ricordo però una così densa di polemiche personali tra i leaders come questa. « Sono polemiche dure, ma tra galantuomini » risponde Saragat. Non vuole esprimere giudizi sulla sostanza degli attacchi, com'è naturale per un uomo che è stato Presidente della Repubblica e conosce da sempre tutti i protagonisti degli scontri di oggi. Ribadisce il suo ottimismo. Quindi, lancia attraverso questo giornale un appello che desidera sia interpretato in un senso molto preciso: un richiamo all'interesse superiore del Paese, in un'ora difficile e grave. « La stima che ho per uomini come De Martino, Nenni, La Malfa, Zaccagnini e Moro — dichiara Saragat — mi induce a sperare che il senso di responsabilità che non è mai mancato in questi uomini in tutta la loro vita politica si riaffermi con ancor maggiore energia in un momento in cui sono in gioco gli interessi fondamentali del Paese, inseparabili da quelli delle classi lavoratrici ». — Presidente, naturalmente sono tra i primi ad augurarmi che il suo appello venga accolto. Ma se così non fosse, se si andrà alle elezioni anticipate? « Ho l'impressione — risponde Saragat — che qualcuno, nel psi, punti alle elezioni anticipate. Sono convinto che sarebbero una grossa delusione per i socialisti. Hanno contro tutti, compreso i giornali che gli sono stati sempre vicini ». / socialisti parlano di accerchiamento del psi sul piano giornalistico e politico. « Che cosa si vuol dire — si chiede Saragat — che la stampa italiana, tra psi e pei, ha scelto il pei! Non voglio giungere a tanto e non lo credo affatto. Tra l'altro, non sarebbe un complimento per voi giornalisti. Il problema è un altro. Molti socialisti, oggi, non sanno veramente quello che vogliono, trovandosi di fronte due minacce: il fronte popolare da una parte, il compromesso storico dall'altra ». — Il pei si è riproposto come forza di governo. Lei, e il suo partito, puntate invece ad un « confronto costruttivo con i comunisti volto a realizzare utili convergenze sui problemi economici e sociali del Paese ». La de dice più o meno la stessa cosa, mentre i socialisti vogliono la caduta di ogni pregiudiziale verso il pei. Il nodo più grosso mi sembra questo. Vuol provare a scioglierlo? Saragat sorride. « Non ci sono metodi facili per risolvere problemi difficili. La prima cosa è evitare le elezioni anticipate. Lo Stato rimarrebbe paralizzato per mesi. Non è il momento, proprio ora che ci si avvia verso la ripresa economica! Come si fa a tentare di soffocarla? Come si fa a mettere un Presidente della Repubblica nella condizione di sciogliere le Camere due volte? Non si possono aprire le dighe ». Ed eccoci al « nodo » comunista. « La de non accetta una Luca Giurato (Continua a pagina 2 in quinta colonna) Il senatore Saragat

Luoghi citati: Roma, Urss