Disagio del psi di Alberto Rapisarda

Disagio del psi Disagio del psi Roma, 11 gennaio. Domani il Presidente della Repubblica comincia a consultare le personalità più eminenti dello Stato per avere indicazioni sulla crisi di governo. I primi ad essere ascoltati saranno gli ex presidenti della Repubblica e gli ex presidenti del Consiglio (mezz'ora di colloquio a testa). Martedì saliranno al Quirinale le delegazioni dei partiti. Al termine della giornata, Leone dovrebbe già essere in grado di designare l'uomo che dovrà tentare di formare il nuovo governo: Moro.- La scelta di Moro da parte den.ocristiana è stata praticamente già fatta nel corso dell'ultima direzione. Domani, i gruppi parlamentari de dovrebbero confermarla. Martedì, mentre si svolgono le consultazioni, si riunirà la direzione socialista per elaborare le proposte economiche da presentare a Moro. Pino a quel giorno, quindi, non si prevedono sorprese. Ma, per il dopo, nessuno azzarda previsioni. Moro ha il difficile compito di convincere i socialisti ad appoggiare il governo o a farne parte, senza dare loro ir. cambio quello cui più tengono in questo momento: il « coinvolgimento » dei comunisti nelle responsabilità del governo. Scopo non dichiarato della richiesta socialista è togliere ai comunisti il vantaggio di continuare a manovrare liberaniente all'opposizione (anche se « costruttiva »), in attesa delle elezioni del 1977. I comunisti si sono accorti di questa manovra socialista fin troppo scoperta, e non hanno alcuna intenzione di fare regali. «Nessuno può pensare di "coinvolgere " un grande partito — scrive oggi l'Unità — una grande forza come la nostra, in operazioni pasticciate di supporto o di copertura ». E quali altre prospettive rimangono al psi, se i comunisti rifiutano di farsi « coinvolgere », « corresponsabilizzare », « associare » alla maggioranza? « Non siamo stati noi a voler stringere i tempi », rispondono i comunisti. Non sono più incoraggianti, nella sostanza, neanche le risposte da parte democristiana. Di « coinvolgere » i comunisti nel governo, non se ne parla. Ma la de è disposta « ad un più organico rapporto con i socialisti per la gestione della ripresa economica e della lotta alla disoccupazione e alla inflazione», dice Galloni. Nella de si continua ad evitare ogni polemica con i socialisti. Avremmo preferito chiarire la sorte del governo dopo il congresso, ma dato che ci siamo, facciamolo ora, dicono in sostanza. Il bicolore Moro-La Malfa fu costituito «per ricreare le condizioni più idonee per il passaggio dei socialisti ad una diretta partecipazione al governo », ricorda Tesini. «Attenta riflessione» meritano le motivazioni che hanno spinto il psi a far cadere Moro ora. In conclusione, la de ripropone ai socialisti di formare un nuovo governo di centro-sinistra in cui al psi sarebbe assegnato maggior potere. In altri tempi, ai socialisti la proposta avrebbe fatto piacere. Ad un anno dalle elezioni politiche, entrare in un governo che deve affrontare la grave crisi economica attuale è un'operazione molto rischiosa: chi rimane all'opposizione come i comunisti, potrebbe trarre i maggiori vantaggi elettorali. Chiusi tra i rifiuti dei democristiani e dei comunisti, i socialisti sono alla ricerca di una via di uscita dalla situazione imbarazzante nella quale pare li abbia messi l'iniziativa di De Martino. Molto probabilmente, il partito farà i conti con il suo segretario al prossimo congresso, se De Martino non riuscirà a trovare una soluzione brillante subito. Il silenzio dell'eterno rivale di De Martino, Mancini, non è di buon augurio per lui. Come dopo il 15 giugno, i socialisti si sei-tono accerchiati, e circondati da incomprensione, e se la prendono un po' con tutti. Ce l'hanno con la de, « deludente ed inadeguata » (è la risposta di Zaccagnini alla richiesta del psi di « coinvolgere » il pei, dice Bertoldi) e ce l'hanno con il pei: «Niente e nessuno potrà costringere il psi a svolgere il ruolo di donatore di sangue per conto terzi » (Bertoldi). I prossimi giorni diranno se i socialisti sceglieranno l'«uscita di sicurezza» delle elezioni anticipate o se troveranno un difficile compromesso per formare un nuovo governo, di cui finora non si riescono a prevedere i termini. Si tratterà di vedere, in particolare, se i socialisti si accontenteranno di un governo che si « confronti » con i comunisti all'opposizione. Alberto Rapisarda

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