Una sedicenne uccide il padre mentre tenta di farle violenza
Una sedicenne uccide il padre mentre tenta di farle violenza A coltellate in un alloggio di Varano Borghi (Varese) Una sedicenne uccide il padre mentre tenta di farle violenza Spinta in camera da letto, reagisce prendendo l'arma nascosta sotto il cuscino Una squallida storia che durava da alcuni mesi - La vittima aveva sette figli (Dal nostro inviato speciale) Varese, 4 gennaio. Una ragazza di 16 anni, Silvana Maltese, all'una di stanotte ha ucciso a pugnalate il padre Francesco, 43 anni, che tentava di violentarla sotto gli occhi della madre. Il delitto è avvenuto nella casa dei protagonisti, a Varano Borghi sul lago di Camabbio, in provincia di Varese, un piccolo centro di duemila abitanti quasi tutti operai nelle fabbriche della zona. E' stata la stessa ragazza a telefonare, tre ore dopo, ai carabinieri. Dopo gli interrogatori è stata accompagnata al carcere minorile di Milano. I Maltese provengono da Salerno, precisamente da Battipaglia. Il padre è siciliano, di Castelvetrano. Ha precedenti penali: lesioni personali, furti, truffe. Fa il camionista ma nel 1973 ha un grave incidente stradale dopo il quale pare che il suo cervello non funzioni più regolarmente. Dunque giunge per prima a Varano la moglie di Francesco, Maria Stoeselli, 36 anni. In paese c'è già un suo fratello. E' il 15 novembre 1974. Ha lasciato il marito, anche se hanno sei figli, perché è stufa di prendere botte. Il mese successivo arriva anche Francesco Maltese. Ha incassato i soldi dell'assicurazione per l'incidente. Comprano il bar-pizzeria Papillon, nella piazza centrale di Varano. E' un affare. Il vecchio proprietario non si sente più di stare a contatto con il pubblico, dopo che gli hanno arrestato il figlio per rapina. Al Papillon ci vanno soprattutto i giovani. Francesco Maltese è intraprendente con le ragazzine. Che combini qualcosa è difficile. In paese passa però per uno che si dà da fare. E' robusto, non molto alto, capelli nerissimi. Tutto sommato un uomo interessante. La moglie no. Maria è invecchiata anzitempo. Grassa, sfatta, dimostra molti più anni. Non è che al Nord le cose tra marito, moglie e figli vadano meglio. C'è un solo particolare che potrebbe far pensare ad un miglioramento dei rapporti. La donna resta incinta, il primo luglio nasce il settimo figlio, una bambina, Veronica. Debolezza di una notte, evidentemente. In ottobre Francesco Maltese aggredisce la figlia, la violenta. In quell'occasione ha rinchiuso la moglie in uno sgabuzzino. Poi minaccia entrambe di fare una strage se avessero parlato. E infatti Maria e Silvana tacciono. Solo oggi, a delitto avvenuto, hanno il coraggio di rivelare tutti i drammatici retroscena della loro vita: squallida, amara esistenza, tanto che il figlio primogenito ha sentito il bisogno, a soli 17 anni, di andarsene, lasciare la famiglia, arruolarsi in marina. Era partito appena due giorni fa e oggi si trovava a Battipaglia per salutare gli amici, prima di raggiungere \u capitaneria di Taranto. Stanotte il delitto. I Maltese hanno l'alloggio sopra il bar. C'è una scala interna che immette nel corridoio, lungo dieci metri. A sinistra c'è la stanza dove dormono i figli piccoli; poi la sala da pranzo con un divano letto per un altro figlio; di fronte la camera matrimoniale di padre e madre (in una culla dorme Veronica). Silvana e un fratello di 8 anni dormono nel corridoio, in fondo, su due brandine. E' l'una. Chiuso il locale, i Maltese salgono. La madre va in camera e si mette a letto. Silvana è già in branda. C'è anche il fratellino vicino a lei. Il padre passa un momento in bagno poi si avvicina alla figlia. E* in pigiama. Tenta di infilarsi nel letto di Silvana. « Sei un vigliacco — dice la ragazza. — Ne approfitti perché Salvator» è partito ». Salvatore è il figlio che è andato militare, evidentemente l'unico che qualche volta poteva difendere la sorella. Francesco Maltese non sente ragione. Trascina la ragazza nella camera da letto, la costringe a stendersi accanto a lui benché ci sia anche la moglie. Maria Stoeselli inveisce contro il marito. Francesco la prende a calci, le ordina di andarsene. Si gira per spingerla giù dal letto. E' in questo momento che esplode la reazione improvvisa, violenta, della figlia. Il pac.»-e ha l'abitudine di tenere sotto il cuscino un coltello con una lama lunga venti centimetri. Evidentemente gli serve per minacciare madre e figlia quando tentano di ribellarsi. Silvana lo impugna e si avventa sul padre. Lo colpisce alla schiena, poi in testa. Il padre si gì \ « Basta basta — sussurra — fermati, perdonami, ti lasce¬ rò stare ». Ma Silvana ormai è colta da raptus. Colpisce altre due volte, al petto. Francesco Maltese muore, in una pozza di sangue. C'è un vuoto di tre ore prima che la ragazza telefoni ai carabinieri. Perché? Silvana prima chiama il fratello del padre, Giovanni, 36 anni, che abita a Basilea, in Svizzera. « Ho ucciso papà » gli dice. Giovanni parte subito in macchina. Poi chiama il fratello a Battipaglia e gli racconta tutto. Il fratello rimane incredulo. « Non dire stupidate, smettila di scherzare », commenta Salvatore. Sono ormai le quattro passate quando telefona al maresciallo Stragapede. E' sempre Silvana che parla: « Venite, ho uccìso mio padre ». I carabinieri arrivano poco dopo. Alle 5,30 arriva il dottor Bagnato, sostituto procuratore della Repubblica di Varese. Incomincia l'inchiesta. La ragazza alle 14 di oggi è trasferita al carcere minorile Nazareth di Milano. Di che cosa verrà accusata? Eccesso di legittima difesa o omicidio volontario? Anche la madre viene interrogata a lungo. Alcuni particolari non sono ancora del tutto chiari. Forse solo dopo l'autopsia di domani sarà possibile fare intera luce sul delitto. Alessandro Rigaldo
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