Il dolore azzurro
Il dolore azzurro Senza parole i tifosi napoletani Il dolore azzurro Per la seconda volta, in questo campionato, Torino è stata terra di dolore per i tifosi napoletani. Giunti in Piemonte a migliaia tra venerdì, sabato e ieri, carichi di speranza, confortati dal sole e dalla presenza del loro Savoldi, hanno lasciato lo stadio sommessi, i volti tesi, le bandiere arrotolate riposte sotto gli impermeabili. A parte pochi e isolati momenti di rabbia, si sono allontanati in sordina, quasi tradendo la chiassosa tradizione partenopea. La tifoseria azzurra è arrivata in aereo, in treno, in pullman e in automobile. Dieci voli speciali, decine e decine di autobus (il loro numero non si può stabilire, poiché i clubs, moltissimi bar, gruppi di amici, tutti hanno organizzato un loro viaggio), una ventina di vagoni aggiunti ai convogli da Napoli e una quantità imprecisata di macchine hanno « invaso » la città. Le auto con targa « NA » ieri a mezzogiorno si sono date appuntamento in via Nizza angolo Porta Nuova e, in pochi minuti, s'è formata una doppia colonna lunga sino a corso Marconi. Ma già, intorno allo stadio comunale, gruppi di sportivi si stavano radunando: gli azzurri sul lato della curva Maratona; i toro antagonisti dalla parte di curva Filadelfia. E proprio a quell'ora s'è verificato un fenomeno atipico. Fino al giorno prima dell'incontro Nord-Sud pareva non ci fosse più un solo biglietto. Ieri, invece, i botteghini hanno messo in vendita blocchetti per ogni settore (eccetto che per le tribune) e i bagarini, per disfarsi delle loro « riserve » hanno cedilo gli ingressi a prezzo « ufficiale ». Questo accadeva a mezzogiorno. Il sole, però, ha fatto sì che all'ultimo momento (poco prima delle 14,30) una robusta ondata di incerti si decidesse a recarsi allo stadio. A quel punto i prezzi sono tornati alle stelle. Giornata di dolore azzurro, si diceva, per la tifoseria tradizionale, quella « povera », che viaggia in seconda e mangia panini; e anche per quella ricca: aereo, grand hotel e sabato sera a SaintVincent. Quando la radio, al termine della partita, ha annunciato che dei cinque leoncini gemelli nati stamane al circo Orfei, due erano stati battezzati Torino e Juventus, a un azzurro è caduto di mano il transistor. Chi s'attendeva esplosioni di violenza è rimasto deluso. Ci sono stati solo alcuni «botti» multicolori a segnalare i momenti salienti della partita. « E' un vanto per noi — diceva Mario Esposito, venditore di berrettini azzurri — dimostrare che siamo i più civili di lutti ». Mario De Angelis 1 ■ Si
Persone citate: Mario De Angelis, Mario Esposito, Orfei, Savoldi
Luoghi citati: Filadelfia, Napoli, Piemonte, Torino
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