Sarzana «vive» sogni avveniristici e nostalgie per il glorioso passato

Sarzana «vive» sogni avveniristici e nostalgie per il glorioso passato Una cittadina fiera e senza fronzoli nel cuore della Lunigiana Sarzana «vive» sogni avveniristici e nostalgie per il glorioso passato Animati dibattiti per un gigantesco mercato ortofrutticolo che dovrebbe sorgere nella Piana della Magra con le sovvenzioni della Comunità economica - La recente scoperta di una basilica romana e di un antichissimo forno per la fusione delle campane al centro dell'attenzione degli abitanti di questa straordinaria città (Dal nostro inviato speciale) Sarzana, febbraio. Un progetto avveniristico e un'arcaica testimonianza di storia civica solleticano, in questi giorni, l'orgoglio di Sarzana, la Tarascona d'Italia, ma alla rovescia. Se la patria provenzale di Tartarin, secondo Alphonse Daudet, è ciarliera e fantasiosa fino alla spacconeria, la « capitale della Lunigiana », titolo al quale concorre anche Pontremoli, è spiccia e concreta, senza fronzoli. Ma gli abitanti delle due città sono accomunati dalla stessa passione per le tradizioni e le sorti cittadine: discutono con ardore di politica e di programmi: polemizzano gli uni con Beaucaire, gli altri con La Spezia, colpevoli di aver superato in importanza le loro « piccole città »: amano la libertà come l'aria che respirano. Può darsi che queste analogie dipendano dalla relativa vicinanza fra la Provenza e la Lunigiana, che nei secoli ebbero continui scambi in ogni campo, a cominciare dai « trovatori » provenzali accolti benissimo dalle popolazioni e delle Corti liguri e lunigianesi. Un « Vicolo Cigàla », a Sarzana. ricorda probabilmente Lanfranco Cigàla. poeta genovese ma in lingua trobadorica, che risulta già morto nel 1274 e del quale rimangono trentacinque patetiche canzoni d'amore. Il progetto di cui dibatto- no animatamente a Sarzana è un grande mercato ortofrutticolo che dovrebbe essere costruito nella Piana della Magra con sovvenzioni della Comunità economica europea. E' una iniziativa in perfetta linea con la vocazione della città e del contado: una vocazione agricola, confortata da ottimi prodotti della terra. Ma la vera vampata di orgoglio civico è sorta dall'apparente cenere del livellamento tecnologico-televisivo, qualche settimana fa, quando furono conclusi gli scavi sotto la Chiesa di S. Andrea, che è la più antica pieve di Sarzana. L'ipotesi quasi leggendaria dell'esistenza d'una basilica nel sottosuolo del Tempio ha avuto piena conferma. Non solo: accanto a una splendida basilica romanica del quinto o sesto secolo doi po Cristo, è venuto in luce ' un rarissimo forno per la fusione delle campane. « Esistono in Europa tre forni simili — spiegano mons. Dino Faccini e il signor Elio Raimondi — ma questo è il più completo e meglio conservato, sicché consente di ricostruire l'antico procedimento per fondere il bronzo ». Un archeologo dell'Università di Genova ha ratificato con la scienza l'intima soddisfazione dei sarzanesi: « Questa scoperta — ha detto — è di valore mondiale ». L'egualitarismo fra nobili e popolani, fra ricchi e poveri, è un altro principio rispettato da secoli: tutti parlano il sarzanese, un dialetto quasi lingua sul piano locale, che risente di influssi provenzali. Nessuno si sorprese, una sera, ai Teatro degli Impavidi (gioiello settecentesco) per gli applausi affettuosi quando il sindaco comunista, sen. Anelito Barontini, consegnò al Conte Nino Picedi-Benettini una medaglia d'oro del Comune in memoria di suo fratello, conte Giuseppe, morto da eroe nel '44 da partigiano cattolico mentre combatteva contro i nazifascisti a fianco di compagni comunisti, socialisti o di altra estrazione. Gli applausi si ripeterono, identici, per le medaglie attribuite all'avv. Franco Franchini, cattolico ed esponente democristiano, e a Flavio Bertone, già comandante («Walter») della Brigata Garibaldi « Ugo Muccini » e oggi senatore del pei. Franchini ricordò, emozionato, una pagina del suo diario del '44 nella quale esaltava la « probità morale e la fermezza politica » del comunista Barontini. Questo rispetto fra avversari politici è favorito dal ristretto circuito delle mura cittadine con epicentro al « Canto di San Rocco » (cantone di S. Rocco) dove tutti s'incontrano. Ma Sarzana ha altri esempi singolari in una epoca come la nostra. « Qui si può passeggiare tranquilli giorno e notte », garantisce il sarto Marino, uno dei personaggi più noti, profondo conoscitore dell'ambiente. «Furti e rapine sono sconosciuti». Raccontano che gruppi extraparlamentari di sinistra abbiano offerto il « servizio d'ordine » agli studenti di « Comunione e Liberazione » quando si riuniscono in assemblea o in preghiera. Ma, sinora, non ce riè stato alcun bisogno. E' una democrazia reale con antiche radici, che ì sar¬ zanesi difesero trasformando- si in « Arditi del Popolo » il 21 luglio del '21 quando migliaia di fascisti tentarono di liberare Renato Ricci, feroce comandante di squadracce, allora rinchiuso nelle carceri mandamentali. La sconfitta che subirono non fu mai di-menticata da. Mussolini e co stitui uno dei pochi esempi. con le «giornate di Parma». di lotta armata popolare con- tro il fascismo. Sindaco era l'avv. Arnaldo Terzi, socialista, esemplare per umanità e correttezza. Le persecuzioni contro gli antifascisti si moltiplicarono nel ventennio. Molti furono condannati dal Tribunale speciale: il comunista Paolino Ranieri, nel dopoguerra sindaco per più di vent'anni, scontò molto carcere e confi- no: Emilio Zappa, tipografo, socialista, fu arrestato trentadue volte; un suo cugino. Cesare Zappa, era cosi abituato ai mandati di cattura da replicare con scherno a chi li \ eseguiva. Una volta, lui che era impedito da una gamba poliomielitica, fu ammanettato in caserma con l'aggiunta delle « catenelle » strette in pugno da due carabinieri. « La portiamo in carcere — gli disse un maresciallo —. E' pron- 1 to9 » j „ No _ lico Cesare A tt0 la muserUola ». f„ ,■•„.„..,„ n„„„„ ,„ ,„ „,., '■ ™ Ub'ena Zappa >u la cul i la dell'antifascismo locale, i Carlo ed Emilio, ogni sera, } s'incontravano prima di abI bassare la saracinesca, con alcuni antifascisti: il comm. Otriade Lazzeri, Ivo Frediani, Goliardo Luciani, Mario Boschi, Luigi Merli, l'editore Marco Carpena (poi comandante partigiano), qualche studente universitario di piena fiducia. Nella tipografia stampavano fogli clandestini che Alfredo Cagnoli diffondeva in tutta l'Italia. Quando fu condannato nel « processo agli intellettuali » degli Anni Trenta, il Cagnoli non fece rivelazioni. Ora Carlo Zappa presiede la Pubblica Assistenza « La Misericordia e Olmo ». Fu nominato la notte della liberazione, a fine aprile del '45, dal Cln: portò dodici lenzuola in sede per coprire i morti raccolti per le strade. Trentadue anni dopo, la « Misericordia » ha una sede modernissima, progettata dall'ing. Athos Lazzeri, e può contare su una sessantina di giovani volontari e su una cinquantina di ragazze volontarie. « Sento parlare di "gioventù bruciata". Dov'è? », domanda Carlo Zappa. Questo è solo uno squarcio della vita davvero partecipata su scaia sociale d'una città di provincia, ricca di storia e di iniziative, che meritano d'esser conosciute specialmente a Roma. , , r- Lamberto rumo