Mosca: è più distante il miraggio del 1980?

Mosca: è più distante il miraggio del 1980? Breznev e i traguardi economici di Kruscev >rez,nev e i traguarai economici ai ivrusce Mosca: è più distante il miraggio del 1980? .V-. 1, J-U. ». I I Chi avrebbe detto, vent'anni fa, dopo il rapporto di Kruscev al XX Congresso, 0 quindici anni fa, dopo quello al XXI, che l'Urss avrebbe conservato, in quest'ultimo quarto di secolo, il centralismo democratico e la dittatura del piano, il pregiudizio antisemita e il dilemma agricolo, l'armamento più potente del mondo e i consumi più poveri? Le speranze di costruire il « paradiso socialista » poggiavano allora sulla destalinizzazione e la riforma deieconomia, la rivolta culturale di Evgeny Evtushenko (« io amo la ragazza ebrea ») e la conquista delle terre vergini, la distensione e il lancio dell'industria leggera. Mentre Gagarin apriva agli astronauti la via delle stelle, sembrava persino verosimile la promessa di « raggiungere la cavalla spossata del capitalismo » entro il 1980 — 3 sotterrarla negli anni successivi. Ora, nel ventesimo e quindicesimo anniversario di due dei periodi più belli della storia sovietica, e mentre l'Occidente vive tra le fasi più tristi del suo dopoguerra, Breznev e Kossighin presentano il bilancio di una società né libera né benestante, dipendente per l'ordine interno dalla forza, e per il proprio sviluppo dal grano e dalla tecnologia americani. Essi sono costretti a reclamizzare la pace e l'« internazionalismo proletario» per nascondere le carenze socioeconomiche del sistema. Chiusi nell'Est asiatico, si espandono nell'Ovest africano; sconfitti nelle campagne, intensificano di nuovo la produzione militare-missilistica; allarmati dai fermenti giovanili, si trincerano tra gli apparateiki. In dodici anni di governo, non sono riusciti a passare dall'alternativa tra il gulag e il gulash alla loro coesistenza. E' in crisi non la loro autorità (come potrebbe, in un regime poliziesco?) ma l'economia. L'ultimo piano quinquennale, il nono, ha mancato quasi tutti gli obiettivi: il reddito nazionale è cresciuto del 5,2 per cento annuo, non del 6,8, la media salariale del 4 per cento circa, non del 5,5. Soprattutto, c'è stato il crollo dell'agricoltura: coi suoi 22 milioni di km quadrati, l'Urss ha racccolto l'anno scorso solo 1 due terzi dei cereali previsti, un record negativo di tre lustri. Ovunque, la produttività è rimasta molto bassa (tra i contadini, è un quinto di quella americana). Se il TU-I44 ha battuto il Concorde nella partenza dei supersonici civili, e compiono progressi gli studi siberiani sulla fissione dell'atomo, non si delineano però l'inserimento della tecnocrazia nelle strutture di potere né una vera riforma dell'industria. Appaiono altrettanto sconfortanti le prospettive del prossimo quinquennio. Kossighin e Bajbakov, il capo del « Gosplan », limitano al 4,9 per cento annuo la crescita del reddito dell'Urss, e al 3,5 quella della media salariale. Essi non vedono sbocchi per l'agricoltura, che assorbe tuttavia ben un terzo degli investimenti e un quarto della manodopera. Soprattutto, sacrificano i consumi: sono rinviate le rivoluzioni dell'auto e della casa, resta immobile il gettito degli altri beni, e probabilmente peggiorano i servizi. Il miraggio del 1980 anziché avvicinarsi s'allontana: con l'eccezione del carbone e del petrolio, nella maggioranza dei casi il sogno di Nikita Kruscev viene dimezzato. I ritmi di sviluppo degli Anni Sessanta risultano insostenibili, e forse per questo non s'insiste sulla de¬ bolezza economica dellOccidente. Inficiato da remore ideologiche e da opportunismi politici, anche nell'Urss si agita il dibattito se la svolta per il peggio sia congiunturale o endemica. Le argomentazioni sono quelle di sempre: il catastrofico raccolto, i sussulti inflazionistici dall'estero, la sclerosi della burocrazia. Ma la logica dell'omertà, il diniego dell'opinione pubblica, la degenerazione del marxismo impediscono una soluzione. Così s'accenna al difetto dell'accumulazione senza impiego, ma non s'organizzano i fattori produttivi; si modifica la direzione amministrativa, ma non si responsabilizza la base; si vagheggia di un « mercato socialista », ma si condannano il gioco dei prezzi e il profitto. Il problema è affrontato sempre in termini contabili, mai sociali o politici. Anche sotto questo profilo, dal XXV Congresso del Pcus sono emersi con chiarezza solo dubbi e interrogativi. Come non si può continuare a predicare la rivoluzione senza farla, così non si può ottenere il benessere senza coinvolgere e motiva¬ re chi lavora. Il ritardo cronico dell'agricoltura e della tecnologia non sarebbe in sé determinante se non s'accompagnasse nell'Urss al «boom» dell'istruzione. Ogni anno, 1 milione 700 mila giovani escono dalle scuole tecniche, gli altri istituti e le università. Kruscev li mobilitava con l'assunto che il progresso economico si sarebbe fatto portatore di riforme. Ora che esso segna il passo, questo serbatoio di talento male utilizzato, condannato allo scontento, da speranza che era si trasforma in minaccia. Forse al Cremlino sono troppo vecchi per pensarci. Ennio Caretto I ■ - ■■ ■ -■ — ■— --— -i ■ i l ■ LA CRESCITA RUSSA DA STALIN A BREZNEV DATI UFFICIALI Reale REDDITO NAZIONALE PRODUZIONE INDUSTRIALE (13.1) 1970-75 110.41 Promesse e realizzazioni 1975 Promesse Realizza?. 1980 Obiettivi Obiettivi di Breznev di Kruscev Carbone .... milloni tonn 695 701 800 1190 Energia elettrica . miliardi kwh 1065 1038 1360 2850 Petrolio .... milioni tonn 496 491 630 700 Gas naturali . . . miliardi mc 320 289 418 700 Acciaio .... milioni tonn 146 141 165 250 Cemento .... milioni tonn 125 122 145 234 Grano milioni tonn 195 180 218 302 Carne .... milioni tonn 14,3 14,1 15,3 31 Latte milioni tonn 92,3 87,5 95 175 Uova miliardi 46,7 57,7 59,5 113

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