Come leggere il Vangelo di Lamberto Furno

Come leggere il Vangelo Religioni e Società di Lamberto Furno Come leggere il Vangelo Come va letto il Vangelo? La domanda può apparire oziosa, se non scontata, ma poggia su ragioni profonde. Il Vangelo si può leggere con il solo criterio della pietà (in senso religioso) ; con quello della fede che privilegi la volontà di salvezza personale per il credente; con l'interesse di conoscere un documento fondamentale della storia e della civiltà; con la spinta, oggi molto diffusa, di trovarvi le basi religiose e spirituali per sostenere tesi rivoluzionarie; con la molla della ricerca storico-letteraria e in molti altri modi ancora. A me sembra che il Vangelo, come ogni testo-base di qualsiasi religione, richieda una lettura che nel credente provochi non solo un'adesione di fede personale, ma anche un invito alla coerenza tra vita e fede professata. E ancora, che esso postuli il richiamo costante alla comunità cristiana cui il Vangelo è destinato come norma di fede e di vita, sul piano individuale e collettivo. Inoltre, il Vangelo non può leggersi «alla lettera», perché rispecchia le forme letterarie e culturali del tempo in cui fu scritto; sotto quelle forme, esso racchiude significati generali e permanenti. E' appunto questo lo sforzo degli esegeti che, attraverso ricerche fondate sulla «teoria della storia delle forme» svelano, via via, il senso reale e imperituro di pericopi, parabole o fatti narrati dai quattro evangelisti se- condo certi modi letterari. Non sembra dubbio che i commenti o le presentazioni del Vangelo abbiano risentito, nel tempo, delle diverse condizioni sociali, economiche, civili. Così, per esempio, il Vangelo può essere servito ad interpretazioni favorevoli a gruppi o classi dominanti: non sono casuali i rifiuti opposti ad encicliche come la «Rerum Novarum» di Leone XIII, alla «Pacem in Terris» di papa Giovanni o alla «Populorum Progressio » di Paolo VI, in Paesi latino-americani o in Spagna, dove quei documenti furono considerati turbatori dell'ordine esistente ed imperante, perché reclamavano, nel nome del Vangelo, maggiore giustizia sociale. Ora vi è la tendenza a una «lettura politica» del Vangelo, proposta da numerosi studiosi e specialisti, fra i quali ricorderò Fernando Belo, autore del volume « Une lecture matérialiste de l'Evangile de Marc», pubblicato in Francia dalle Editions du Cerf, e riassunto in Italia in un agile e penetrante libro della Claudiana, «Una lettura politica del Vangelo». Il fatto singolare è questo: se da parte di esegeti cristiani si guarda alla «lettura politica», spesso in chiave marxista, del Vangelo, da parte di ricercatori marxisti si punta su una lettura religiosa. Questa singolarità, che dimostra il crescente interesse reciproco fra marxisti e cattolici o cristiani, è venuta in luce anche nella recente presentazione di un ottimo commento ai vangeli, pubblicato dalla «Cittadella editrice» di Assisi. Il volume, che ha per titolo «1 Vangeli» (lire 14.000, pagine 1764), è opera di tre biblisti molto noti: i professori Giuseppe Barbaglio, Rinaldo Fabris e Bruno Maggioni, docenti in seminari cattolici. A mio avviso il merito principale di questo libro consiste nella sintesi, divulgativa ma scientifica, dei commenti che tengono conto di tutte le ricerche esegetiche sinora ristrette a piccoli gruppi di specialisti. Che cosa vuol dire all'uomo d'oggi il Vangelo? Risponde Rinaldo Fabris nell'introduzione generale: «Una lettura che non interpreti il testo in relazione alla realtà attuale e vissuta è un'assurdità. Ma a questo punto si esige un lavoro attento di calibratura per fare coincidere l'orizzonte di Marco (o di Matteo ecc.) e di Gesù con l'orizzonte attuale, senza riduzioni e sbavature. Non è solo questione di traduzione in termini comprensibili, ma di un confronto di esperienze, di valori vissuti e di prospettive. Al limite, soltanto chi vive in perfetta sintonia con la linea d'azione e la prospettiva di Cristo è in grado di fare un'autentica interpretazione attuale». Chi legge questo commento scopre, forse per la prima volta, il velo letterario che nasconde indicazioni specifiche di validità attuale. La situazione della Palestina, occupata dai Romani, divisa in tre classi sociali, dominata dalla legge mosaica, balza con chiarezza e il racconto evangelico si comprende in modo nuovo rispetto alle interpretazioni letterali. Posso dare qui pochi esempi. La nota che spiega Matteo su matrimonio e divorzio, mette in evidenza lo scarto non indifferente tra il pronunciamento di Gesù e l'interpretazione datane dalla comunità cristiana di Matteo. Cristo definì il matrimonio indissolubile, «ma la chiesa matteana in¬ trodusse una precisa eccezione: a meno che intervenga un comportamento gravemente immorale e adulterino». 11 radicalismo di Cristo, come norma profetica, è attenuato dalla comunità primitiva perché «l'unione matrimoniale non regge più essendo stata lesa la sua base morale» (a causa del peccato). Il discorso delle Beatitudini, rivolte essenzialmente ai poveri e seguite dai quattro «guai» ai ricchi, è rivoluzionario in senso storico? Nel relativo commento al testo di Luca, il volume riconosce che nella chiesa primitiva il «movimento rivoluzionario in favore dei poveri e diseredati trova in parte la sua giustificazione nell'opera di Luca». Dopo un'analisi accurata delle condizioni sociali del tempo, la conclusione è che il Vangelo, senza indicare strumenti tecnici o politici, propone un nuovo modello nel quale l'uomo, liberato dalla schiavitù del denaro, deve attuare «moduli operativi che rendano visibile e attuale il regno di Dio anche nel tessuto dei rapporti socioeconomici». E i demoni? Rispondono i commentatori: «I dati evangelici circa Satana e i demoni e il loro ruolo nel mondo, in confronto con l'ambiente giudaico contemporaneo, si distinguono per una grande sobrietà. D'altra parte, però, si deve anche riconoscere che sia il linguaggio sia le concezioni degli evangelisti sono perfettamente omogenei all'ambiente culturale giudaico».

Persone citate: Bruno Maggioni, Cerf, Giuseppe Barbaglio, Leone Xiii, Paolo Vi, Rinaldo Fabris

Luoghi citati: Assisi, Francia, Italia, Palestina, Spagna