Anche i soldi della "Northrop,, erano distribuiti da Maria Fava ? di Franco Mimmi

Anche i soldi della "Northrop,, erano distribuiti da Maria Fava ? Bustarelle per seicento milioni di lire Anche i soldi della "Northrop,, erano distribuiti da Maria Fava ? L'Italia acquistò le apparecchiature .radar americane per 35 miliardi Roma, 27 febbraio. Anche le bustarelle pagate dalla Page Europa (la consociata italiana della Northrop) passarono dalla Com.El. di Maria Fava e Vittorio Antonelli, e cioè di Camillo Crociani? Tutto induce a crederlo, poiché le tessere dell'ipotesi si inseriscono perfettamente negli spazi vuoti del mosaico. La Page Europa è accusata dalla sua stessa casa-madre di aver pagato, tra il '68 e il '75, tangenti pari a 861 mila dollari (circa 600 milioni di lire). Tale somma doveva servire a assicurare contratti di vendita al ministero della Difesa italiano. Che cosa ha venduto la Page all'Italia? Apparecchiature elettroniche per telecomunicazioni. Per quale importo? A detta del personale della società, circa 35 miliardi. Qualcuno, dunque, ha ricevuto 600 milioni per assicurare alla Page la vendita dei suoi prodotti allo Stato italiano. Non sono molte le persone che abbiano un tale potere di convinzione, e questo è il primo elemento che porta alla Com.El. e a Crociani, cioè a chi, negli stessi anni, è riuscito a raggiungere il medesimo scopo a favore degli «Hercules» della Lockheed e dei radar della Selenia. Poi bisogna ricordare che: 1) all'indirizzo d'allora della Page Europa, via Parigi 11, figurava anche una società — la Gregorini s.r.l. — che aveva in comune con la Page due membri del consiglio d'amministrazione e che si valeva dell'opera dell'avvocato Antonelli; 2) la Gregorini e un'altra società, la Stirer, confluirono a un certo punto nella Montedel, società facente capo al gruppo Montedison di cui fu presidente Giorgio Valerio, e la Page fu per anni legata a Valerio, tanto che si chiamava allora Edison Page. Nel suo consiglio di amministrazione figurano nomi che compaiono anche in quello della Stirer; 3) i sindaci revisori dei conti della Page Europa — Guido Guidi, Mario Leotta e Mario Pugliese — sono anche sindaci revisori della Com.El. E' chiaro che sono possibili altre soluzioni, ma alla luce di questi innegabili legami, perché supporre che le bustarelle della Page abbiano fatto un percorso diverso da quelle della Lockheed e della Selenia? Molto più probabile che anche i 600 milioni della Northrop — tolto quanto andò a ungere le giuste ruote — si trovino ora in Svizzera con Crociani, o in Messico con Maria Fava e Ovidio Lefebvre, o in uno di quei conti correnti dai quali era cosi semplice, per gli intestatari, far viaggiare la valuta oltre i confini, per poi reguirla e raggiungerla lontano dalle manette dei carabinieri. Certo, soldi e protagonisti, in Italia ne son rimasti pochi. A chi riceve di persona gli avvisi di reato, a chi è presente per farsi ritirare il passaporto non si sa più se dare una patente d'ingenuità o di automatica assoluzione. Si tratta di un ex e dell'attuale presidente della Selenia, Carlo Calosi e Pasquale Chiomenti. Il 1 secondo si dice estraneo ai fatti, che sarebbero avvenuti prima della sua nomina; il primo afferma di non aver mai conosciuto nessuno della Com.El. Come nacque allora il rapporto tra la Selenia e la società di Maria Fava, che incassò 172 milioni per favorire la vendita di cinque apparati radar"? E perché la Selenia ricorse a questi intermediari? «Bisogna ricordare — dice Calosi — chi erano allora i protagonisti di quell'ambiente, quale fosse la loro autorevolezza. Io ho incontrato Crociani per caso, faceva parte dello stesso gruppo cui fa capo la Selenia, e cioè Viri. Ne parlavano bene, aveva da vantare esperienze e successi. Tutto si basò sulla fiducia, sulla credibilità di cui godeva. Era, allora, il presidente della Finmare. Il suo fu un consiglio, ma un consiglio che viene da chi occupa una posizione simile vale più di un semplice consiglio. Quella Com.El. in fondo non era altro... sostanzialmente, era tutto imperniato su quell'uomo». Ora, non chiedersi se fosse legittimo obbedire a un simile ordine sarebbe ingiusto. Ma non chiedersi chi e perché abbia dato a Crociani il potere di far valere come ordini i suoi consigli sarebbe più che ingiusto: sarebbe colpevole. Franco Mimmi

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