Londra alla Cee vuole un presidente inglese di Renato Proni

Londra alla Cee vuole un presidente inglese Londra alla Cee vuole un presidente inglese (Dal nostro corrispondente) Bruxelles, 26 febbraio. Gli inglesi, appoggiali dalla loro stampa, hanno già cominciato a Bruxelles c nelle ullre capitali della Cee la campagna per portare un connazionale alla presidenza della Commissione europea. L'attuale presidente Francois Xavier Orioli dovrebbe lasciare la carica, più che degnamente ricoperta per quattro anni, in un periodo particolarmente difficile per la Comunità, il 51 dicembre di quest'anno. La scelta del nuovo presidente, sempre che Orioli lasci l'incarico, dovrebbe essere falla entro luglio, poiché, secondo il rapporto sull'unione europea del premier belga Tindemans. tale diritto deve spettare al « Consiglio europeo ». La scelta dovrebbe poi essere ratificata dal Parlamento di Strasburgo. La presidenza Orioli è contrassegnata dalla crisi di carattere economico per tutta l'Europa e anche per lo sviluppo interno della Comunità. Al suo attivo — tuttavia — ci sono stati l'enorme successo della politica esterna, l'allargamento da sei Stati membri a nove, il varo del fondo regionale, la decisione di indire le elezioni dirette del Parlamento Europeo, il superamento di difficoltà che sembravano minacciare la slessa sopravvivenza della Cee. Orioli può rivendicare per sé buona parte del merito di questi successi e i governi accettare gran parte della responsabilità dei fallimenti. Per il nuovo presidente, si riproporrà il problema dell'unione europea, as- sieme a quello di mantenere omogeneo il progresso, anche sociale, dei nove Stali membri. Di nuovo dovrà essere affrontala la questione dell'allargamento della Comunità: la Grecia ha già chiesto l'adesione e la Spagna la desidera Ira quattro-cinque anni. L'establishment britannico vorrebbe che il successore di Orioli fosse Sir Christopher Soames, attuale vicepresidente per le relazioni esterne, ex ambascia/ore a Parigi, inarilo di una figlia di Winston Churchill, un « arrogante simpatico » di slampo aristocratico, tanto agile di mente quanto pesante di corporatura. Ma il premier Liberista Wilson proporrà un conservatore per l'incarico più prestigioso di Bruxelles? La base laboristu forse sceglierebbe l'abile Commissario per il Fondo regionale, il gallese Thomson. ressa!:. Nelle capitali della Cee, ora. si reagisce con cautela alle speculazioni sulle candidature inglesi. C'è soltanto un'intesa di massima che il nuovo presidente appartenga ad uno dei tre nuovi Siali membri della Comunità (Gran Bretagna Irlanda e Danimarca). Una candidatura inglese solleverebbe più che un motivo di apprensione, data la nota timidezza del governo di Londra nel procedere verso l'unione europea. Alloro, potrebbe tornare in gioco il vicepresidente per gli affari sociali Patrick Hillery, irlandese, o il ministro degli Esteri della repubblica d'Irlanda. Garret l-'itzgerald. 1 danesi non appaiono neppure inte- Per l'Italia sarebbe preferibile una candidatura irlandese. Un inglese al tredicesimo piano di Palazzo Berlaymoni consacrerebbe quella specie di « direttorio » a tre (Francia. Germania e Inghilterra) che è nelle intenzioni di Giscard d'Eslaing. un « direttorio » che tornerebbe a nostro svantaggio, come si è già visto nella bocciatura da parte di questi Paesi della candidatura di Ispra come sede del « fet ». Un presidente irlandese, invece, tenderebbe a interpretare i problemi comunitari anche in chiave sociale, e ciò dovrebbe coincìdere con i nostri interessi nazionali. Gli inglesi, però, hanno fretta e determinazione, incuranti del fatto che Orioli ha ancora molto da dare alla Comunità, anche se dovesse restare capo dell'esecutivo soltanto altri dieci mesi. Renato Proni Ortoli, visto da Levine (Copvrighl N.Y. Revicw ol iiooks. Opc ra Mundi e per l'I lai ia La Stampa)

Persone citate: Alloro, Christopher Soames, Francois Xavier Orioli, Giscard D'eslaing, Levine, Liberista Wilson, Orioli, Thomson, Winston Churchill