Non sono pochi 6500 posti per specialisti

Non sono pochi 6500 posti per specialisti Gli industriali alla Regione Non sono pochi 6500 posti per specialisti Il presidente ing. De Benedetti respinge le critiche della Regione ed auspica collaborazione Dibattito a distanza tra Regione ed imprenditori sulla qualificazione della manodopera. Martedì l'Unione industriale ha dato notizia di un progetto di pronto intervento da sottoporre agli amministratori regionali. II vicepresidente della Giunta, Libertini, lo ha respinto rivendicando la competenza della Regione nel settore della formazione professionale. Ha però dichiarato di apprezzare la collaborazione delle forze nociali. Da parte loro gli imprenditori auspicano un colloquio più diretto. Lo ha detto ieri il presidente dell'Unione industriale ing. Cario De Benedetti. «Gli imprenditori hanno proposto un metodo, per cominciare a risolvere in modo concreto e senza demagogia il problema dell'occupazione. Ci spiace di non avere ottenuto né una risposta sul metodo né sui contenuti, ma soltanto una reazio ne sul piano politico». «In realtà, di fronte al grande numero di posti di lavoro in pericolo ed alla necessità di ritrovare un largo consenso sociale per la ripresa dello sviluppo economico — ha proseguito De Benedetti — gli esponenti della Regione non accettano una verifica nel merito, ma si trincerano dietro pregiudiziali di tipo ideologico». Gli imprenditori affermano, per bocca del loro presidente, di essere i primi a riconoscere le competenze della Regione nel campo della formazione professionale: «Le abbiamo sottoposto il progetto. Ma è altrettanto vero che l'industria ha il diritto ed il dovere di indicare alla Regione le sue esigenze, formulando autonome proposte». «La mancanza di una politica della formazione aderente alle reali domande della struttura produttiva, ha permesso che ad un boom della scolarità corrispondes se unap regressiva dequalificazione degli organismi scolastici, senza che neppure si tentasse un minimo di coordinamento fra scelte di studi ed esigenze del Paese. Una strada da non ripercorrere, e non e certo attraverso la pubblicizzazione che si eviteranno tali errori ». Gli imprenditori hanno affermato che ci sono 6500 posti di lavoro liberi perché mancano i lavoratori qualificati. La Regione ha risposto che si tratta di una cifra modesta e scontata. «Non è modesta — ha risposto il presidente — perché si tratta di posti ad alta qualificazione, vitali per le azien de e destinati ad allargare i posti anche per i meno qualificati. Non possono essere confrontati con il totale dei disoccupati; i due flussi di offerta e di domanda non si incontrano per carenza di adeguata formazione. La cifra non è neppure scontata perché, prima della nostra rilevazione, nessuno conosceva la misura del fenomeno e pochi sarebbero stati disposti ad accettare le valutazioni ora emerse ». Il progetto dell'Unione industriale non è stato presentato alla Regione per ottenere finanziamenti a favore dei centri privati di formazione. «Al contrario — ha affermato De Benedetti — abbiamo offerto l'immediata possibilità di riqualificare in questi centri un migliaio di lavoratori, perché le figure professionali richieste hanno bisogno di strutture formative altamente attrezzate». Ha concluso: « Gli imprenditori invitano le forze sociali e le rappresentanze politiche a ricercare un sollecito accordo, con il massimo spirito costruttivo, per rendere possibile l'intervento del Fondo sociale europeo. Il progetto riguarda infatti le prospettive occupazionali delle medie e piccole aziende per processi di riconversione e di adeguamento tecnologico ».

Persone citate: De Benedetti, Libertini