E' rievocata in aula la tragica rapina di Vicenza I tre banditi morirono nell'auto con due ostaggi

E' rievocata in aula la tragica rapina di Vicenza I tre banditi morirono nell'auto con due ostaggi II processo in assise d'appello a Venezia dopo tre anni E' rievocata in aula la tragica rapina di Vicenza I tre banditi morirono nell'auto con due ostaggi I tre rapinatori "superstiti" furono condannati complessivamente a 46 anni e mezzo di reclusione (Dal nostro corrispondente) Venezia, 25 febbraio. Tavernelle (Vicenza) 10 marzo 1973: tre rapinatori morti con le due ragazze prese in ostaggio dopo l'assalto al laboratorio di oreficeria « Lovi ». Tre anni dopo quel tragico giorno è stato rivissuto dinanzi ai giudici della corte d'assise d'appello di Venezia per il processo di secondo grado. Sono presenti sul banco degli accusati, i tre rapinatori « superstiti »: Dino Marracini, 33 anni, di Villasalto (Catania); Giancarlo Perolini, 23 anni, di Cremona; e Narciso Fraccaro, 25 anni, di Bassano del Grappa; tutti abitanti a Milano da dove erano partiti assieme ai tre complici, Michele Cretì, 32 anni, Guido Perolini, fratello di Giancarlo, 24 anni e Oreste Melatini, 22 anni, autori materiali della rapina, morti mentre fuggivano su una « Giulia » che si erano fatti consegnare dalla polizia e che era andata a schiantarsi contro un platano sulla statale « 11 » che da Vicenza porta a Verona. Con loro erano le due donne prese in ostaggio, Edda Fantin e Maria Luisa Vettore, la prima dipendente dell'oreficeria che i rapinatori avevano scelto come obiettivo e nella quale erano però rimasti bloccati per il tempestivo allarme lanciato dal fratello del titolare, riuscito ad eludere la sorveglianza dei malviventi, già alle prese con la cassaforte. Sono da allora trascorsi tre anni e Vicenza non ha potuto dimenticare quel giorno e chiede ancora che giu¬ stizia sia fatta: lo dimostrano i numerosi cittadini della città del Palladio che hanno affollato stamane l'aula di udienza della corte d'assise. I tre banditi — ai quali i giudici di Vicenza hanno inflitto complessivi 46 anni e mezzo ritenendoli colpevoli di tentato omicidio, rapina, estorsione, sequestro di persona e altri reati minori — giocano tutte le loro carte. E' di pochi giorni fa una lettera inviata da Porto Azzurro, al presidente della corte, dottor Cimegotto e da questi resa nota stamane. E' scritta da Narciso Fraccaro, il bassanese che fece da « palo » alla banda e che sin dal momento della sua cattura, avvenuta poche settimane dopo la rapina, rese ampia confessione indicando, quali suoi complici, il Marracini e il Perolini. Ora tenta di salvare i compagni. « Partecipai alla rapina — scrive il Fraccaro — con i tre compagni morti nel tragico incidente. Preciso che Marracini e Perolini nulla hanno a che vedere con la rapina e mi riservo di dare tutte le precisazioni in sede di dibatf.ito ». Bisogna ricordare che Fraccaro, dopo aver accusato reiteratamente i due complici nella prima fase istruttoria, aveva poi ritrattato ogni cosa rifiutandosi, nel giudizio di primo grado, di rispondere alle domande del presidente avvalendosi della facoltà che la legge concede agli imputati. Ora, da Porto Azzurro con la lettera, e stamane in udienza, ha voluto ribadire la propria ritrattazione cercando di scagionare i coimputati. Si è giustificato dicendo: «Ho fatto i nomi del Marracini e del Perolini per vendicarmi contro il fra- tello del Perolini Guido, che aveva fornito le mie generali-tò alla polizia, subito dopo l'incidente, prima di morire ». A loro volta Perolini e Mar- racini hanno negato di aver partecipato all'assalto del la- boratorio « Lovi » e Marraci- ni, inoltre, ha dichiarato che nel verbale di interrogatorio erano state fatte delle aggiunte alle sue dichiarazioni, che egli non aveva mai fatto. Dal canto suo il procuratore generale dott. Cipriani, ha presentato due istanze riguar- ] danti l'istruttoria: la prima relativa alle dichiarazioni di Adelaide Monandi, convivente del Cretì in merito ad una forte somma di denaro che era stata rinvenuta dagli inquirenti nel corso delle indagini dopo la rapina e l'altra, con la richiesta di una nuova perizia balistica con particolare riguardo alla dinamica della sparatoria che precedette la fuga dei banditi dall'oreficeria. Alle richieste del procuratore generale si è opposto soltanto l'avv. difensore del Fraccaro per il quale — tra una quindicina di giorni — scadono i termini di carcerazione preventiva. La corte, dopo mezz'ora di camera di consiglio ha rinviato il processo al 3 marzo prossimo per dar modo al perito balistico, nominato nella persona dell'ing. Salza, di poter fornire tutti i chiarimenti sollecitati dal procuratore generale. Alla ripresa del processo, i giudici dovranno vagliare j Ie dichiarazioni del"Fraccaro": \ gli crederanno o propende- , ranno, invece, per quanto egli i disse e ribadì nei giorni im1 mediatamente successivi ai l'arresto, quando, accusò sen za reticenza i due complici ' che tenta oggi di scagionare? j La "biave del processo è tut jta la1 Gigi Bevilacqua