Salon Kitty: il produttore difende i 16 tagli del film

Salon Kitty: il produttore difende i 16 tagli del film Dopo le richieste di Tinto Brass Salon Kitty: il produttore difende i 16 tagli del film Roma, 25 febbraio. Novanta metri di pelliccia, poco più di due minuti di proiezione, hanno riacceso la polemica su «Salon Kitty», il film che mette in evidenza il decadimento, la volgarità e l'oscenità del nazismo, attraverso una centrale di spionaggio instaurata in una celebre casa di tolleranza, appunto Salon Kitty. Tinto Brass, il regista, non accetta i tagli imposti in appello dalla commissione di censura, tagli che invece, sono stati già fatti dal produttore per poter fare uscire il film tra un mese. Il regista veneziano ha chiesto il sequestro del suo film e con questo gesto clamoroso egli intende riproporre con maggi-ore vigo- re il discorso della totale abo lizior. della censura. Un atteggiamento, quello di Brass, condiviso dai radicali che proprio in questi giorni hanno chiesto alla «Biennale» di organizzare una rassegna dei film censurati o sequestrati, e proposto un progetto di legge che prevede non solo l'abolizione della censura amministrativa, ma anche di quella penale. Nella richiesta di Tinto Brass per il sequestro di «Salon Kitty» il regista si appella «al diritto di inedito», che non avrebbe precedenti nel cinema, perché finora riguarda va gli scrittori i quali per ragioni ideologiche o religiose potevano chiedere la non distribuzione della loro opera risarcendo, però, l'editore. In questo caso il risarcimento sarebbe di un miliardo e trecentocinquanta milioni e coinvolgerebbe regista, sceneggiatori e autore della musica. Erano sedici i tagli richiesti dalla censura per un totale di novanta metri e chi ha assistito all'«esecuzione», avvenuta alla presenza di un magistrato, assicura che si riferivano a scene di massa e un solo «alleggerimento» coinvolgeva un i. Hore protagonista, Helmut Berger. «I tagli — sostiene il produttore Sbarigia — non alterano il valore del film di Tinto Brass. Sono disposto a far vedere i novanta metri censurati ad una giuria di critici per dimostrare che non ho compiuto nessuna upera di castrazione nei confronti dell'opera del regista. Anzi accettando i tagli sono sicuro di aver aperto la strada del successo ad un film che merita di essere visto. Non ritengo neppure che Brass voglia chiedermi di togliere il suo nome dal film: poiché alla paternità di un'opera non si rinuncia quando si è certi che può rappresentare un successo». Se regista e produttore non arriveranno ad un compromesso potrebbe sfumare il progetto di un film sui Borgia, che Tinto Brass avrebbe dovuto realizzare con Marion Brando per la produzione di Sbarigia. e. b.

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