Le elezioni Usa di Furio Colombo

Le elezioni Usa Le elezioni Usa (Segue dalla 1* pagina) gnifica molto. Ma, più ancora, ha importanza il modesto piazzamento di altri. La testa e la coda, in altre parole, sembrano destinate a lasciare una traccia sul destino di questa campagna elettorale. Infatti il danno per Sargent Shriver, l'ambizioso ma debole marito di Eunice Kennedy, già candidato battuto alla vicepresidenza degli Stati Uniti (insieme a MacGovern, nel 1972), è probabilmente irreparabile. Shriver si è piazzato all'ultimo posto con il 9%. Fra gli altri candidati, Morris Udall ha mostrato, con il suo 24 per cento, di avere un'immagine nazionale. Ma deve essere stato fastidioso per lui, fratello di un ministro nel governo di Kennedy, deputato per dodici anni, scoprire di avere una statura al- quanto più piccola di Jimmy Carter, appena emerso nella vita politica nazionale. Più delicata è la situazione di Birch Bayh. Un senatore entra di solito nelle elezioni primarie con una certa potenza. Un senatore come Bayh ha da anni una prestigiosa i immagine nazionale. E' autore di una importante modifica della Costituzione america, na, l'Equal Right Emendamene a favore della donna americana, e coltiva attentamente i suoi rapporti con i sindacati. La sua strada elettorale è tutt'altro che chiusa, ma nonostante il suo passato, la sua gradevole immagine, il suo prestigio al Senato, non ha superato la barriera delle previsioni, un modesto 16 per cento, la metà delle preferenze di Carter. Con l'eccezione di Sargent Shriver — forse colpito a morte —, non ci sono conclusioni drammatiche in questo primo turno delle elezioni primarie. Dopo il New Hampshire la corsa continua per tutti. Anche per l'ex senatore Harris, che conduce duramente una campagna ai margini della tolleranza tradizionale americana, sulla linea di un populismo quasi radicale con toni che ricordano il 1968. Harris ha raggiunto 1*11 per cento. Non molto. Abbastanza per sopravvivere almeno per le prossime due o tre elezioni primarie. In campo democratico, in conclusione, il vero risultato è che è nato un personaggio nella vita politica americana, un personaggio di livello nazionale di cui la Convenzione democratica dovrà certamente tenere conto. E' interessante che venga dal Sud, che non appartenga all'establishment di Washington, che sia una faccia nuova in politica. Fra i repubblicani, come si è detto, lo stacco dell'elettorato appare profondo. Se Reagan avesse avuto una netta vittoria, la posizione di Ford sarebbe diventata impossibile. Con poco più del 50 per cento Ford sopravvive, ma è un candidato ferito. Un brutto colpo per Ford è stato certo il viaggio di Nixon in Cina, un tentativo, probabilmente calcolato, di screditare l'immagine del presidente in politica estera. E' probabile che le prossime battute del confronto fra Reagan e Ford si faranno più dure e che ci sarà fra i due grandi del partito repubblicano una battaglia. Restano da interpretare i pochi voti dati a Humphrey ed a Wallace. Più che di voti si tratta di un promemoria. Servono a ricordare che prima della Convenzione di New York, e nonostante le buone affermazioni di coloro che sono in gara adesso, il discorso è tutt'altro che chiuso. La prossima tappa sarà il Massachusetts, martedì 2 marzo. Al. lora anche Henry Jackson e George Wallace entreranno in campo. E peseranno sulla scelta dei candidati i grandi problemi come l'aborto, la distensione, l'integrazione razziale nelle scuole. Più tardi, forse fra qualche settimana, sarà candidato anche Frank Church, il senatore delle rivelazioni sulla Cia e sulle multinazionali. L'avventura delle elezioni americane è appena iniziata. Furio Colombo

Luoghi citati: Cina, Massachusetts, New York, Stati Uniti, Washington