Calcolate da soli l'inflazione e come investire i vostri risparmi

Calcolate da soli l'inflazione e come investire i vostri risparmi Secondo uno studio che si basa su dati ufficiali Calcolate da soli l'inflazione e come investire i vostri risparmi Il nostro collaboratore Giorgio Rota ha preparato questo studio perché ciascuno possa calcolare, partendo dn proprie valutazioni, il tasso di inflazione nel 1976. I lettori sono pregati di compilare la tabella n. 1 e di inviarcela. La stessa tabella sarà compilata da economisti, imprenditori e sindacalisti. Domenica prossima ne daremo i risultati. La lira si svaluta, l'inflazione riprende quota. Gli italiani sono frastornali: cosa accadrà nel 1976? Che fine faranno i loro risparmi? I cittadini hanno certamente il diritto di saperne di più, di essere informati, pur con le approssimazioni e gli errori propri di ogni previsione. Possiamo, allora, aiutarli a prevedere quale sarà l'inflazione nel 1976, e quali conseguenze avrà sui loro patrimoni. I possibili metodi di previsione sono parecchi; ma sovente le stime che circolano sono fatte ad occhio. Se il lettore ha già una sua idea sul tasso d'inflazione (aumento medio dei prezzi in Italia) che avremo quest'anno, o se dà fiducia ad una delle stime che sono state recentemente proposte, può trascurare la tavola 1. Se invece si sente in grado già oggi, o sarà in grado in futuro (ad esempio, dopo la conclusione dei contratti collcttivi da rinnovare) di stimare le variazioni delle singole componenti di costo elencate nella tavola 1, può usare questa tavola per calcolare in modo sufficientemente razionale la sua personale previsione dell'inflazione. Può darsi che la previsione ricavata dalla tavola 1 debba essere aumentata di 2 o 3 punti percentuali, per via dell'effetto sui prezzi interni che avrà la svalutazione della lira, concentrata all'inizio dell'anno e perciò con una possibile ripercussione a catena: dai prezzi in lire delle importazioni ai costi nazionali, ai prezzi interni, alla scala mobile, e di nuovo ai prezzi interni. Una volta che si è calcolato — o stimato in altro modo — il tasso d'inflazione nel 1976, si può prevedere quale sarà la sorte dei patrimoni familiari. Purtroppo, il calcolo deve limitarsi agli impieghi in lire: biglietti e monete, depositi bancari e postali, titoli a reddito fisso (buoni del Tesoro, titoli di Slato, obbligazioni pubbliche e private, cartelle fondiarie, e simili). I! destino delle altre attività dipende da fatti diversi: ad esempio, dall'andamento dell'economia nazionale, per le azioni: dalle future norme sul diritto di proprietà, sull'edificabilità dei terreni, sui fitti delle abitazioni e dei fondi rustici, per gli immobili; dalle vicende straniere, per gli impieghi in valute estere. E' evidente che c'è una relazione tra l'inflazione e l'andamento dei tassi d'interesse sui depositi bancari, delle quotazioni dei titoli a reddito fisso, e dei loro rendimenti effettivi. Sulla base dell'evoluzione negli ultimi quattro anni si sono ricavate le tre formule esposte al fondo della tavola 2: sono formule volutamente sciupìificatissime, anche se possono sembrare strane a chi non abbia familiarità con le «rette interpolanti»; ma descrivono con un'apprezzabile fedeltà le relazioni che ci servono. O meglio: per il passato, danno valori molto vicini a quelli effettivamente verificatisi dal 1972 al 1975. E' probabile, ma non certo, che funzionino ancora nel 1976. Con queste formule si è costruita la tavola 2. Essa riporta le previsioni per la fine del 1976 dei tassi d'interesse sui depositi bancari, dei rendimenti effettivi dei titoli, e della quotazione media dei titoli, in corrispondenza con cinque ipotesi sull'inflazione dell'anno. E' ovviamente possibile calcolare le previsioni per altri tassi d'inflazione, con le formule o con un'interpolazione tra due dati della tavola. Infine, si sono calcolati e riportati nella tavola 5 quelli che sarebbero, a seconda del tasso d'inflazione, i possibili risultati economici effettivi (guadagno, con il segno +, o perdita, con il segno —) dei tre impieghi in lire del risparmio familiare. Il calcolo è effettuato con riferimento a lire a potere d'acquisto costante. Ciò vuol dire che, ad esempio, nel caso del 15 per cento d'inflazione, a fine anno i beni acquistabili con una somma che è stata depositata in banca all'inizio dell'anno si sono ridotti dell'8,1 per cento; anche se, com'è ovvio, la somma in lire è aumentata per gli interessi. (Nell'esempio citato, ogni 1000 lire iniziali portano a 1057 lire finali; però, dato che i prezzi sono aumentati del 15 per cento, esse valgono in realtà solo come 919 lire iniziali, con una perdita di 81 lire, cioè dell'8,1 per cento). Tutti questi calcoli sono ipotetici ed approssimativi. Se ne possono però trarre almeno tre conclusioni sufficientemente sicure, chiare ed importanti. Prima: i vari impieghi monetari del risparmio reggono diversamente di fronte all'inflazione; perciò, in questi tempi sono necessarie scelte oculate. Se 1 inflazione si modera, i titoli a reddito fisso sono un investimento migliore dei depositi, perché le quotazioni aumentano; il contrario avviene se l'inflazione si aggrava sensibilmente. In quasi tutti i casi il denaro contante è il peggiore impiego: solo con un'inflazione oltre il 25 per cento, i titoli a reddito fisso darebbero perdite più gravi di quelle del denaro inutilizzato. Seconda conclusione: il salasso che i risparmiatori subi¬ ranno nel 1976 a causa dell'inflazione sarà probabilmente notevole. All'inizio dell'anno gli impieghi in lire delle famiglie erano: circa 10 mila miliardi di biglietti e monete, 79 mila miliardi di depositi, 17 mila miliardi in titoli a reddito fisso. Consideriamo un'ipotesi media d'inflazione: se essa è del 15 per cento, la perdita ammonta a 8200 miliardi (in media, 500 mila lire per famiglia); ma salirebbe a 12 mila 500 miliardi (750 mila lire per famiglia) se l'inflazione raggiungesse il 20 per cento. Per confronto, ricordiamo che nel 1976 il gettito di tutte le imposte sui redditi e sui patrimoni non dovrebbe superare i 10 mila miliardi. Come terza conclusione, si può segnalare all'opinione pubblica che in Italia le famiglie risparmiatrici rischiano di pagare ancora una volta il conto delle inefficienze nazionali. Per il momento, il risparmio familiare continua a formarsi. Ma ora è un risparmio fatto per la paura del futuro, e non per fiducia: con la rassegnazione a rimetterci anziché con la speranza di ottenere un giusto reddito reale. Dev'essere chiaro a I tutti che questa situazione non può reggere a lungo. Giorgio Rota Conseguenze dell'inflazione sui tassi d'interesse, i rendimenti e le quotazioni tavola 2 Tasso d'inflazione I) Situazione a fine 1975 14,1% II) Ipotesi per fine 1976 5% 10% 15% 20% 25% i Tasso medio sui depositi bancari 6,5% 2,6% 4,8% 6,9% 9,1% 11,2% Rendimento Quotazione medio dei titoli media dei titoli a reddito fisso a reddito fisso 10,9% 6,5% 8,5% 10,5% 12,5% 14,5% 84,8 97 92 87 82 77 Le formule usate, ricavate dall'esperienza degli ultimi quattro anni, sono le seguenti: Tasso sui depositi bancari - 0,5% + 3/7 tasso d'inflazione Rendimento dei titoli = 4,5% + 2/5 tasso d'inflazione Quotazione dei titoli = 102 — tasso d'inflazione Perdite e guadagni nel 1976 tavola 3 Ipotesi di inflazione Rendimenti effettlvi degli impieghi nei 1976 per la fine del 1976 (in lire a potero d'acquisto costante) Biglietti Depositi J"'?" ,.a e monete rcddito fisso 5% — 4,8% — 2,7% + 17,8% 10% — 9,1% — 4,7% ; 4- 7,0% 15% — 13,0% — 8,1% — 2,8% 20% — 16,7% | — 11,1% — 11,7% 25% — 20,0% I — 14,0% , — 20,0% II rendimento calcolato tiene conto: per tutti gli impieghi, della perdita dovuta all'inflazione. sia sul capitale iniziale, sia sugli interessi; per i depositi, dell'intere3se corrisposto, al netto delle imposte (poiche il tasso e variabile, si e usata la media tra tasso all'inizio dell'anno e tasso alia fine); per i titoli, del rendimento effettivo (calcolato all'inizio dell'anno) e della variazione della quotazione. II rendimento e calcolato in lire con il potere d'acquisto delI'inizio del 1976. Se fosse calcolato in lire di fine d'anno, piii inflazionate, tutte le cifre sarebbero maggiori in valore assoluto. In questo caso, la perdita sui biglietti e le monete coinciderebbe con il tasso d'inflazione. Calcolate da voi l'inflazione del 1976 rispondendo a cinque domande TAVOLA N. 1 Componenti di costo per i prezzi nazionali Scrivete qui effetto sui la vostra moltiplicate orezzi ipotesi per ( P „., (vanaz. %) 1. Di quanto prevedete che aumenteranno in percentuale i salari delle categorie di lavoratori che rinnoveranno i contratti nazionali di lavoro (1) per effetto del rinnovo contrattuale? 2. Di quanto prevedete che aumenteranno in percentuale tutti i salari per efletto di contratti aziendali, accordi interconfederali, scatti di anzianità, ecc. (esclusa la scala mobile)? 3. Di quanto prevedete che aumenteranno in percentuale i redditi misti (coltivatori diretti, artigiani, commercianti, professionisti, ecc.)? 4. Di quanto prevedete che aumenteranno (o diminuiranno) in percentuale i redditi da capitale? Totale provvisorio A questo punto, per ottenere una previsione attendibile dell'aumento dei prezzi bisogna sottrarre da questo totale l'aumento della produttività (quantità di prodotto che si ottiene in media per ogni occupato). Quindi: 5. Di quanto prevedete che aumenterà in percentuale la produttività del lavoro? (la cifra ottenuta dopo aver moltiplicato per 2,12, è da sottrarre) TOTALE: tasso di inflazione previsto nel 1976 0.45 1,38 0,51 0,22 2,12 (1) Cioè i metalmeccanici, i chimici, gli edili ed altre categorie i cui contratti scadono quest'anno oppure sono già scaduti II 31-12-'75. Bisogna tener conto complessivamente del costo del lavoro, cioè dell'onere per le imprese (oltre ai salari i contributi sociali, le eventuali mensilità aggiuntive, l'adeguamento dei fondi di anzianità ecc.). (I coefficienti della tavola sono calcolati in base ai pesi delle componenti di costo sui prezzi italiani; per le componenti che non compaiono nella tavola — già incluse nei coefficienti perché collegate all'andamento del prezzo medio — si è formulata l'ipotesi che i prezzi di investimenti sostitutivi e importazioni e il gettito delle imposte indirette varino come la media dei prezzi italiani; si è calcolato che l'indennità di contingenza copra in media 1*80 per cento dell'aumento dei prezzi).

Persone citate: Giorgio Rota

Luoghi citati: Italia