A giudizio per morte "bianca,,

A giudizio per morte "bianca,, A giudizio per morte "bianca,, Il titolare e il direttore tecnico della «Ca.Me. », una ditta di carpenteria metallica che aveva in appalto lavori per l'installazione di apparecchiature antiinfortunistiche presso la centrale termica della Fiat Miraflori, sono stati rinviati a giudizio per un mortale infortunio sul lavoro. Tra i vari capi d'accusa che il giudice istruttore Vaudano ha contestato a Rosario Lo Russo, 40 anni, corso Unione Sovietica 543, e a Mario Boccardo, 49 anni, residente a Settimo in via Giacosa 15, non c'è soltanto la violazione delle nonne antinfortunistiche che hanno provocato la morte dell'operaio Umberto Gueli, ma anche la frode processuale e la calunnia. Non è stato facile far luce sulla complessa vicenda che risale all'agosto '74. Secondo la ricostruzione del giudice, Umberto Gueli e altri operai stavano eseguendo delle saldature ad una altezza di 7 metri senza cinture di sicurezza e in precario equilibrio su due assi prive di protezione. Le tavole, che poggiavano su due I ringhiere, ressero al peso di un ] operaio ma non a quello del Gueli. Ad un tratto si spezzarono e l'uomo precipitò. A questo punto, i due responsabili della ditta avrebbero nascosto le tavole spezzate (poi ritrovate dal magistrato), alterando cosi la dinamica dell'incidente. Non solo, ma avrebbero fatto sottoscrivere ad un altro operaio un documento dal quale risultava che il Gueli lavorava in proprio con lui e non per la « Ca.Me. ». Di qui il tentativo di frodare l'autorità giudiziaria che indagava sull'infortunio e la calunnia nei confronti del morto, che avrebbe dovuto figurare come un subappaltatore della ditta.

Persone citate: Gueli, Mario Boccardo, Rosario Lo Russo, Umberto Gueli, Vaudano