La vasca di Archimede di Piero Angela

La vasca di Archimede La vasca di Archimede La scienza è sotto accusa ma, per fortuna, il cervello può ancora progredire Piero Angela: « La vasca di Archimede », Ed. Garzanti, pag. 355, lire 4500. fae i tre miliardi e mezzo di uomini che popolano oggi il nondo venissero trasferiti, pe.. ipotesi, nell'epoca neolitica, morirebbero quasi tutti nel giro di brevissimo tempo per mancanza di cibi e per epidemie. Inversamente, proiettando nel futuro la situazione attuale, si potrebbe immaginare una Terra abitata per esempio da 30 miliardi di persone che vivono felici con l'aria condizionata nel deserto del Sahara e la piscina riscaldata nell'Antartide. Il che non vuol dire, certo, che debba proseguire l'odierno pazzesco ritmo di sviluppo demografico; significa semplicemente che le risorse del pianeta (e potremmo dire del cosmo) sono limitate in sé ma enormemente maggiori di quanto noi non le sappiamo sfruttare; e ciò perché la prima risorsa è il cervello, o scienza, che negli ultimi secoli ha « inventato » il carbone, il petrolio, l'energia nucleare, le nuove sementi e così via. A questo progresso della scienza non è lecito porre limiti aprioristici. D'altra parte la scienza è sotto accusa, non ha dato quel benessere generale che molti sognavano, si afferma che degrada l'ambiente, che « disumanizza » l'uomo, soprattutto la società civile è talmente in ritardo, sulla tecnologia, come organizzazione e struttura mentale, da far dubitare della nostra stessa capacità di sopravvivere. Tutti questi problemi sono discussi da Piero Angela (giornalista-scrittore attento agli aspetti più vivi della società moderna e ben noto per apprezzate opere divulgative) in un volume avvincente per la ricchezza di singoli fatti concreti che espone — bellissima la pagina sul contrasto fra i creatori e i gerarchi, coloro che cercano di vincere i problemi e coloro che cercano di vincere gli uomi¬ ni — e l'analisi spietata dei tanti mali che ci affliggono: dagli squilibri tra Paesi industrializzati e Terzo mondo, tra potere statale e impotenza privata, tra programmi e mezzi, per giungere alla mostruosa complessità dei processi organizzativi e produttivi moderni. Occorre smantellare questi meccanismi, semplificarli, trovare il modo di valutare in prospettiva le infinite variabili che modellano ogni fenomeno, occorre in una parola condizionare diversamente il comportamento sociale. Abbiamo fatto un lungo cammino dagli antenati rettili, ora non dobbiamo fermarci. Occorre meritare culturalmente, cioè spiritualmente, il mondo tecnologico in cui viviamo. Altrimenti i computers serviranno soltanto a esprimere matematicamente i disastri che avremo prodotto, e noi diventeremo come scimmie nella stanza dei bottoni. Umberto Oddone

Persone citate: Garzanti, Piero Angela, Umberto Oddone

Luoghi citati: Antartide