In assise per una rissa con coltellate al night
In assise per una rissa con coltellate al night Il licenziamento di una ballerina In assise per una rissa con coltellate al night Il ferito, coimputato, non è presente al processo - Sul banco siedono, col feritore, anche il proprietario del locale e il direttore di sala Un licenziamento in tronco di | una entraineuse, il cavaliere un po' « bevuto » che ha passato la serata con lei dà in escandescenze contro il proprietario del locale che cerca inutilmente di calmarlo: queste le premesse della rissa che si è scatenata fuori dalla porta del night club « Maxim » la notte del 15 giugno del 1972. Interviene un cliente frequentatore assiduo del locale. Al gesto del cavaliere di tirar fuori qualcosa dalla tasca dei pantaloni («Ho pensato /Da¬ se armato », dirà poi alla poli I zia) reagisce con due coltellate che colpiscono l'uomo al collo, ferendolo gravemente. Ieri in corte d'Assise (pres. Barbaro, giudice Capirossi, cane. Ferlito, p. m. Notarbartolo), è cominciato il processo contro il feritore, Paolo Milasi, 33 anni, originario di Foggia, autotrasportatore (difeso dall'avvocato Del Grosso), accusato di tentato omicidio nei confronti del cavaliere deH'en(raine«se, Giuseppe Di Mlnneo, 30 anni, di Catania. Coimputati per reticenza sono | il proprietario del « Maxim », ' Giovanni Vola, 51 anni, residente a Moncalieri in via Monte I Bianco 40 C e il cognato e dij rettore di sala Lorenzo AlberI tini, 44 anni, stesso indirizzo. Di Minneo deve rispondere di I favoreggiamento per non aver I indicato il nome del suo aggressore. Subito dopo il ferimento del Di Minneo passò una VolanI te della polizia davanti al « Maxim », ma né l'Albertini, né il Vola riferirono l'episodio agli agenti. Il Di Minneo fu trasportato ir. una clinica privata, la « Pinna Pintor », e medicato delle ferite che si rivelarono meno gravi del previsto. Il ritardo nella denuncia del fatto alla polizia consentì al feritore e al ferito di sparire dalla scena e intralciò notevolmente il compito degli agenti per far luce sull'episodio. I protagonisti del fatto sono già stati in carcere per i reati di cui devono rispondere al pro- ! cesso. Di Minneo ha scontato tre mesi per il favoreggiamento, Giovanni Vola, che è difeso dall'avvocato Auberti, ha passato in carcere 10 mesi. Milasi, che è stato catturato dopo sette mesi di latitanza, ha inizialmente dato una versione alla polizia, affermando di avere un alibi per la notte dell'aggressione. Sarebbe stato in Francia da parenti per mi matrimonio. Ad un'attenta verifica da parte della magistratura francese 11 matri- 1 monlo non è risultato celebrato. Milasi ha confessato l'aggressione, affermando di essere stato costretto a reagire alle provocazioni del Di Minneo. Ha scontato due anni, tre mesi e 17 giorni di carcere ed è uscito per decorrenza del termine della I carcerazione preventiva prima del processo. Il pubblico ministero al dibat- timento, Notarbartolo, ha chie sto 7 anni e 6 mesi di carcere par il Milasi (sei anni per il tentato omicidio e il resto per reati minori, il porto e la detenzione di una pistola « Browning » e la ricettazione di una carta d'identità rubata); un anno per Vola e Albertini (difeso dall'avvocato Serra) e sei mesi per il ferito. Oggi le arringhe dei difensori e la sentenza. Giuseppe Di Mimico, ferito a coltellate - L'aggressore Paolo Milasi in aula
Luoghi citati: Catania, Francia, Moncalieri
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