L'Italia e altri Paesi europei riconoscono l'Angola di Neto di Ferdinando Vegas

L'Italia e altri Paesi europei riconoscono l'Angola di Neto L'MpIa sta consolidando la sua posizione internazionale L'Italia e altri Paesi europei riconoscono l'Angola di Neto Il comunicato della Farnesina auspica "la cessazione di ogni intervento militare straniero" - La Germania occidentale, in polemica con Parigi, critica il mancato coordinamento comunitario Roma, 18 febbraio. La Repubblica popolare di Angola è stata riconosciuta dall'Italia. Il riconoscimento fa seguito alla dichiarazione del governo italiano dell'I 1 novembre 1975, nella quale era stata riconosciuta l'indipendenza dell'Angola. « Nel momento del riconoscimento della Repubblica popolare di Angola — afferma una nota del ministero degli Esteri — sì rinnova da parte italiana il vivo auspicio che essa possa realizzare un assetto di pace e di unità nazionale attraverso la cessazione di ogni intervento militare straniero e la partecipazione di tutti gli angolani alla ricostruzione e allo sviluppo del Paese anche nell'interesse della sicurezza e della cooperazione nell'intera regione. Da parte italiana si esprime la convinzione che tali sviluppi contribuiranno a rafforzare l'amicizia che lega i popoli dell'Italia e dell'Angola ed a promuovere i rapporti di collaborazione fra i due Paesi ». Il riconoscimento del governo di Neto da parte italiana è stato annunciato mentre giungevano analoghe notizie dalle capitali europee. Quasi tutti i Paesi del Mec e altri europei hanno seguito oggi l'esempio di ieri della Francia. Inghilterra, Norvegia. Svezia, Danimarca, Olanda, Finlandia, Repubblica d'Irlanda, Cipro e Malta hanno già fatto sapere di aver riconosciuto il governo di Luanda. Altri Paesi si accingono a farlo. Il Belgio si pronuncerà venerdì mentre la Repubblica Federale Tedesca non ha ancora accordato il suo riconoscimento alMpla ed ha manifestato insoddisfazione per come la cosa sia stata coordinata in seno alla Comunità. Il portavoce del governo Boelling ha detto che le precedenti consultazioni fra Bonn e Parigi non erano state completamente soddisfacenti e che il governo federale prenderà una decisione sul riconoscimento a tempo debito. (Ansa) Romei e Ica "iiraegi,, dei Nove Procedendo al riconoscimento diplomatico del governo dell'Mpla come legittimo governo dell'Angola indipendente, l'Italia e gli altri Paesi della Comunità Europea prendono atto di una situazione ormai pienamente matura, sui campi di battaglia e sul terreno diplomatico. Su questo terreno il capovolgimento decisivo si è avuto quando l'Oua (Organizzazione per l'Unità Africana) ha riconosciuto e accolto come membro la Repubblica Popolare d'Angola (questo il nome ufficiale), esattamente un mese dopo che il «vertice» africano di Addis Abeba, diviso esattamente a metà, era stato incapace di pronunciarsi in alcun senso. Sembra pertanto opportuno, anzitutto, che, una volta d'accordo gli africani, la loro scelta vada rispettata. Prima che sul piano diplomatico, è pure innegabile, il successo del governo di Luanda è stato conquistato con le armi in pugno: armi impugnate in parte dagli uomini dell'Mpla, in parte da circa dodicimila militari cubani venuti a dar prova di «internazionalismo» appoggiando il Movimento di liberazione angolano di orientamento rivoluzionario marxistico. E' anzi evidente che sono stati proprio i cubani, con la superiore potenza dei loro armamenti, a risolvere così rapidamente la lotta per l'Angola. Si è trattato, in sostanza, di un'operazione chirurgica perfettamente riuscita, eseguita dai cubani, ma decisa e diretta da Mosca, la quale ha così evitato gli errori commessi nel 1960 nel Congo e ha appunto impedito che l'Angola si trasformasse in un secondo Congo. Bisogna però tener presente che, mentre nel regime di Lumumba era un'improvvisazione senza retroterra politico e men che mai ideologico, dietro l'Mpla di Agostinho Neto stanno quindici anni di guerriglia e la profonda maturazione politica che ne è seguita. Convinti di combattere per liberare la futura Angola indipendente da ogni retaggio dì colonialismo e dalla presa dell'imperialismo, Neto e gli uomini dell'Mpla non potevano quindi mettere sullo stesso piano l'intervento sovietico) cubano e l'intervento del Sudafrica razzista, dei legionari bianchi, dei rappresentanti del neocolonialismo, come lo Zaire, longa manus degli Stati Uniti. L'rrore di Kissinger sta quindi nel non ave re compreso questa impostazione fondamentale dei movimenti di liberazione nazionale, che pure dovrebbe essere ormai familiare a chi sia capace di interpretare le lezioni della storia. Ad evitare che i cubani si installino durevolmente nell'Angola, può ora fortemente contrinuire il riconoscimento da parte dei Paesi dell'Europa occidentale, che da un lato rassicura il goveno di Luanda, d'altro lato gli offre un gioco internazionale più articolato, sottraendolo così al condizionamento unilaterale di Mosca. Gli stessi Staii africani, prima di tutti lo Zaire, che avevano puntato sui movimenti moderati filo-occidentali, Fina e Unita, ora sanno di non poter più fare conto sull'Europa e dovrebbero essere quindi più propensi ad accettare la vittoria dell'Mpla. Rimane il grave problema del Sudafrica, le cui truppe sono penetrate nell'Angola lungo tutta la fascia confinaria, al di là della quale rimangono tuttora attestate per una profondità di circa 25 miglia. Ma anche in questo caso la solidarietà dell'Europa col governo veramente rappresentativo dell'Angola può essere un fattore positivo per indurre alla prudenza i governanti di Pretoria. Del resto, già i primi contatti sono stati presi tra Sudafrica e Repubblica Popolare d'Angola, per cercare di evitare lo scontro armato: se Vorster, come aveva detto, avrebbe ritirato le sue truppe solo quando nell'Angola vi fosse stato un «governo regolare», orto questo governo c'è, con le carte in regola sul piano internazionale, e quindi la condizione è adempiuta, un'onorevole via di ritirata si offre al Sudufria. Ferdinando Vegas

Persone citate: Kissinger, Lumumba, Neto, Romei