In tutta la Cina s'è scatenata la lotta contro i "revisionisti,, di Alain Jacob

In tutta la Cina s'è scatenata la lotta contro i "revisionisti,, "Quotidiano del Popolo,, rivela i retroscena del contrasto In tutta la Cina s'è scatenata la lotta contro i "revisionisti,, Pechino, 18 febbraio. Il Quotidiano del Popolo rinnova oggi le gravi accuse contro «quei dirigenti dei partito impegnati nella via capitalista, i quali rifiutano di correggere i loro errori, s'oppongono al marxismo, attaccano la linea rivoluzionaria del presidente Mao e praticano una linea revisionista». L'organo del pc cinese, che definisce questi dirigenti «il più grande pericolo» nel momento attuale, compie un'analisi storica delle lotte in seno al partito. Ricorda che dopo il X congresso (agosto 1973), esso aveva sottolineato che <da caduta di Lìn Pino non significava la fine della lotta tra le due linee nell'ambito del partito». Ricordando la direttiva del presidente Mao, diffusa all'inizio del '75, sullo studio della teoria della dittatura del proletariato, il giornale aggiunge: «Proprio in quel periodo, alcuni dirigenti del partito, impegnandosi sulla via capitalistica, rifiu¬ tando di correggere i loro errori e mantenendosi nella linea revisionista di Liu Sciaoci e Lin Piao, hanno capito che la situazione era a loro sfavorevole e si sono sforzati di avanzare il loro programma revisionista (...), deformando la linea fondam.entale del partito e sabotando il movimento di massa per lo studio della teoria della dittatura del proletariato in corso in tutto il Paese». Questi stessi dirigenti, vantando «l'eclettismo», hanno tentato di mettere su un pie! de di parità obiettivi politici | ed economici. Essi volevano, I scrive il Quotidiano del Popò; lo, «sostituire l'accessorio all'essenziale, ma il loro scopo j reale non era di far decollare , l'economia nazionale né di as; sicurare la stabilità e l'unità, 1 ma di sabotare l'unione rivoI luzionaria sotto il segno rivoluzionario del presidente Mao ! e di lavorare alla restaurazione del capitalismo». E, aggiunge il giornale, essi vi si dedicavano «nella calma, indisturbati». Lo storico del Quotidiano del Popolo si ferma ai primi giorni del '76, ma mette in rilievo, per la prima volta, certe origini della crisi attuale. Molteplici indicazioni, d'altra parte, mostrano che Teng Hsiao-ping è la principale personalità presa di mira fra i dirigenti oggi denunciati nel partito. Un manifesto che è stato visto a Shangai lo qualifica come «il nuovo Kruscev cinese». La campagna d'accuse contro i dirigenti revisionisti si estende in tutto il Paese tanto sotto la forma di articoli, che di giornali murali o di comunicati radiofonici. Il nome di Teng Hsiao-ping non è praticamente mai menzionato, ma i riferimenti ai suoi slogan precedenti, in particolare la frase «Bianco o nero, un buon gatto è quello che acchiappa i topi», lo identificano chiaramente. Ma attraverso queste de- nunce si rivela una situazione che va al di là della personalità del vice-primo ministro. Facendo allusione ieri all'attività di dirigenti responsabili di una «scissione» nel comitato centrale del partito, il Quotidiano del Popolo indica in realtà che non solo un individuo o un piccolo gruppo di persone si sono messi su una strada non conforme a quella della rivoluzione proletaria, ma che essi hanno trovato nell' istanza suprema del partito un numero d'alleati sufficiente per opporsi alla linea in vigore dopo la rivoluzione culturale e bloccare un certo numero di decisioni. E se un plenum del comitato centrale si è effettivamente riunito alla fine di gennaio e ha dovuto interrompere anzi, tempo i suoi lavori, è possibile che ciò sia dovuto a questa «undicesima lotta» in seno al partito che certi segni sembravano annunciare già da qualche mese. I primi segni visibili di tensione furono i due articoli pubblicati nel marzo e nell'aprile 1975, rispettivamente da Chang Chun-chiao e da Yao Wen-yuang, ambedue rappresentanti della tendenza di sinistra del partito, sulla «base sociale della cricca antipartito di Lin Piao» e sulla «dittatura integrale sulla borghesia ». La campagna che segue la j diffusione di questi due testi, centrata sullo «studio della teoria della dittatura del proletariato» e diretta personalmente dal presidente, fu interpretata allora come essenzialmente preventiva. Oggi, come testimonia il Quotidiano del Popolo, si sa che molte voci si levavano già fra i dirigenti del regime per contestare certi orientamenti del partito. La morte di Ciu En-lai l'8 gennaio ha fatto precipitare una crisi che si sarebbe volu] ta evitare. Presentando il pro' blema della successione del primo ministro defunto alla testa del governo e alla vicepresidenza del partito i dirigenti cinesi sono costretti in realtà a scelte di persone che corrispodono a scelte politiche: lo scontro è ormai dichiarato fra le tendenze che il dibattito, cominciato la primavera precedente, non aveva saputo riconciliare. Alain Jacob Copyright di « Le Monde » c per l'Italia de « Lu Stampa »

Persone citate: Chang Chun-chiao, Ciu En-lai, Kruscev, Mao, Teng, Teng Hsiao-ping

Luoghi citati: Cina, Italia, Liu Sciaoci, Pechino, Shangai