Il sindaco dal giudice per Palermo sporca
Il sindaco dal giudice per Palermo sporca Un'inchiesta sulla nettezza urbana Il sindaco dal giudice per Palermo sporca (Dal nostro corrispondente) Palermo, 18 febbraio. (a.r.) Per la sporcizia di Palermo, lasciata in allarmanti condizioni igieniche dai netturbini dell'azienda municipale, il sindaco Carmelo Scoma, democristiano, è stato convocato in tribunale, dove il sostituto procuratore della Repubblica Giusto Schiacchitano l'ha interrogato quale teste. L'inchiesta aperta dalla procura della Repubblica alla fine di dicembre ha alcuni precisi obiettivi, primo dei quali accertare se sia stato commesso (per il momento si procede contro «ignoti») il reato di diffusione colposa di epidemia. L'ipotesi di questo reato è stata fatta dal p.m. Schiacchitano in relazione a un'epidemia di salmonellosi — 150 casi fra settembre e novembre — che fu accertata all'ospedale dei bambini. Il magistrato sta indagando in modo particolare sul funzionamento dell'Amnu, l'A¬ zienda municipalizzata della nettezza urbana, la più costosa e la meno efficiente d'Italia. Recentemente, il dottor Signorino ha ordinato ai carabinieri del nucleo di polizia giudiziaria di controllare se netturbini e spazzini rispettino i fogli d'ordine compilati dai capizona, alcuni dei quali — questo elemento sarebbe già stato acquisito dal giudice — farebbero lavorare i loro sottoposti soltanto un paio d'ore il giorno. C'è poi un risvolto dell'inchiesta giudiziaria sul quale il sindaco Scoma, in carica da un mese e mezzo, ha detto di non essere in grado di fornire chiarimenti: si tratta delle centinaia di netturbini che a quanto pare subappaltano l'impiego continuando a percepire lo stipendio, ma in realtà svolgendo un'altra attività: al loro posto, pagandoli 70-80 mila lire al mese, mandano a lavorare poveri disoccupati. Il tutto, pare, con il beneplacito dei capizona.
Persone citate: Carmelo Scoma, Scoma
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