Il "Messia,, in chiesa di Aldo Rizzo

Il "Messia,, in chiesa Fedeltà mitica Per il partito comunista, questo significa l'estraneità a ogni dibattito ideologico e politico, a ogni aggiornamento dialettico, significa una fedeltà mitica al vecchio ideale dell'Urss. Per Alvaro Cunhal, personalmente, significa dodici anni di carcere, dal 1949 al 1961, significa apprendere e valutare le grandi crisi e le grandi svolte del comunismo internazionale, dal ventesimo congresso all'Ungheria, nel successivo esilio di 'Mosca e di Praga, e lì vivere l'esperienza dell'invasione della Cecoslovacchia con un'ottica deformata: benché naturalmente non sia il caso di esagerare, col determinismo storico e magari geografico. Sta di fatto, ora, che il pcp è isolato, nel mondo politico e in quello militare, pur se conserva una considerevole influenza sul ceto operaio e bracciantile, fra la cintura industriale di Lisbona e i'. sottoproletariato agricolo dell'Alentejo. Nel Consiglio della rivoluzione, una volta condizionato dal comunismo militare e dagli ufficiali populisti, ora si cita un solo personaggio vicino al pcp, Emidio Guerreiro. Lo stesso controllo dell'« Intersindical » non sarebbe più ferreo. Domando ad Albano Nunes se i comunisti non credano di aver materia per un'autocritica. Mi risponde: « Non crediamo di avere commesso grossi errori. Qualcosa di tattico, certo, nel comportamento pratico, ma niente di fondamentale, niente che abbia a che fare con la linea politica. La nostra linea era ed è oggettiva, la sola coerente con le circostanze. Abbiamo creduto che fosse necessario avanzare verso il socialismo perché l'alternativa era retrocedere nel fascismo ». E' la vecchia affermazione di Cunhal: però ora, proprio per aver voluto troppo spingersi « verso il socialismo », il pcp fronteggia un contraccolpo conservatore che è grave, dal suo punto di vista, e che domani potrebbe diventarlo per l'insieme della democrazia portoghese. Si può ritenere che qualcuno, dentro il pcp, voglia e possa far valere un simile argomento contro Cunhal? Su questo, è ovvio, i comunisti non danno informazioni, e quelle che si raccolgono altrove non sono univoche. Secondo alcuni, si sarebbe creata una linea in qualche misura « italiana », berlingueriana. che farebbe capo a Octavio Pato; ma altri, e sono i più, lo escludono, considerano anche Pato perfettamente integrato nel gruppo cunhalista. Fermenti « italiani » sarebbero invece presenti nella base, senza un'apprezzabile espressione ai vertici del partito. Tutti comunque concordano che una giubilazione di Cunhal è impensabile, a breve termine, perché è, bene o male, un capo carismatico, e perché sostituirlo sarebbe una prova di debolezza politica, in questo momento, fra queste difficoltà. E tuttavia un'isola stalinista, nel mare del comunismo d'Occidente, sempre più problematico e « revisionista », potrebbe non sopravvivere oltre una certa data. Un'evoluzione, a un certo punto, è possibile, o anche probabile. Mi ha detto Rodolfo Crespo, capo della sezione esteri del partito socialista: « Mutati i rapporti di forza, svanito il sogno leninista, la via democratica e parlamentare può rivelarsi obbligata per il comunismo portoghese ». Sarebbe una via tattica, imposta dalle circostanze di fatto, col sottinteso, o la speranza, che poi diventi strategica. Una via lunga, in ogni caso, una via che non si è ancora cominciato a percorrere, o quasi. Ma anche una via, forse, senza alternative politiche, per quelli che saranno, prima o poi, gli eredi di Cunhal. Aldo Rizzo

Persone citate: Albano Nunes, Alvaro Cunhal, Cunhal, Emidio Guerreiro, Octavio Pato, Rodolfo Crespo

Luoghi citati: Cecoslovacchia, Lisbona, Mosca, Praga, Ungheria, Urss