Barone interrogato se la prende con Tiri

Barone interrogato se la prende con Tiri Barone interrogato se la prende con Tiri L'amministratore del Banco di Roma ascoltato di nuovo dal giudice sul "crack Sindona" j (Dalla redazione milanese) Milano, 17 febbraio. L'aw. Mario Barone, amministratore delegato del Banco di Roma, interrogato per il secondo giorno dal giudice istruttore dottor Olivio Urbisci, il magistrato che conduce l'inchiesta sul crack delle banche di Michele Sindona, ha tornilo una lunga serie di precisazioni su circostanze secondarie e ha maggiormente chiarito alcuni dei punti più importanti della vicenda già emersi ieri. In particolare bersagliato di domande dall'avvocato Strina, legale della Fasco Europe (linanziaria di Michele Sindona), si è soffermato sulla offerta simbolica di una lira, avanzata dal Banco di Roma per l'acquisto della Privata Italiana, offerta del resto rifiutata da Sindona. L'amministratore delegato del Banco di Roma ha ammesso di avere consigliato il finanziere siciliano a prendere in considerazione l'offerta che avrebbe potuto anche portargli dei vantaggi. Se cioè il Banco di Roma fosse subentrato nella proprietà e nella gestione della Privata Italiana Michele Sindona avrebbe potuto ricevere un compenso. Si parlò anche di lf re con molti zeri, 35-40 miliardi; a precisane però non sarebbe stato l'avvocato Barone, ma il professor Schlesinger, consulente del finanziere siciliano. In sostanza da due giorni di interrogatori è emerso che mai, tra I il Banco di Roma e Sindona è sta- to stipulato un accordo valido dal punto giuridico anche se nel corso della trattativa si era detto che l'Istituto di credito avrebbe potuto accollarsi i debiti della Banca Privata Italiana o più in generale del gruppo Sindona, in cambio del pacchetto azionario della Privata Italiana stessa e della Gene- rale Immobiliare. Addirittura per la cessione del pacchetto della banca di Sindora le trattative era- no cominciate, ma vennero Inter- rotte per intervento diretto della direzione dell'Ir! proprietaria del Banco di Roma. j La testimonianza dunque, nel | suo complesso, è stata tutta tesa j a /-? l m r.ctn Pn r^Vin 1 *.a<yf rtrto rial Don i a dimostrare che l'azione del Ban co di Roma è stata condizionata in un primo tempo dalle direttive impartite dalla Banca d'Italia e in un secondo tempo dall'atteggiamento negativo asseto sulla questione dal professor Petrilli. Atteggiamento che sorprese non poco l'allora governatore della Banca d'Italia Guido Carli. L'aw. Barone ha tenuto a prendere le distanze anche da quanto riferito al giudice dal ragioniere Fignon, dirigente del Banco di Roma posto a capo della Banca Unione prima e della Privata Italiana poi. Fignon Interrogato nel maggio dell'anno scorso, aveva spiegato di avere annunciato «un netto miglioramento della situazione» pur sapendo che la Privata Italiana aveva debiti rjer 130 miliardi anche perché j; Banco di Roma era disposto ad acquistare l'azienda pagando 40 miliardi per l'avviamento coprendo le perdite con l'intervento della Banca d'Italia. L'avvocato Barone ha detto di non avere mai condiviso l'opinione del suo collega precisando che all'epoca il Banco di Roma aveva ! chiesto qualche mese per studiare il I di | la situazione. Infine per quanto riguarda verbale, redatto da Barone, una riunione avvenuta l'il dicem- j bre '74 nella quale Sindona aveva I affermato di non essere interessa-1 to a vendere la Banca Privata se ■ questo non gli avesse evitato ri-1 svolti penali, l'alto dirigente del Banco di Roma ha detto di essersi limitato a sintetizzare quello che il finanziere siciliano aveva m. f.

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