Villain e Fassio (coi sindacati) a aIla ricerca di una soluzione

Villain e Fassio (coi sindacati) a aIla ricerca di una soluzione Villain e Fassio (coi sindacati) a aIla ricerca di una soluzione Depositata ieri al tribunale di Genova la richiesta di "amministrazione controllata" - Una "memoria" consegnata ai giudici che dovranno decidere in proposito - Vivace assemblea dei dipendenti del gruppo a bordo della portacontainers "Atlantica" ormeggiata in porto (Nostro servizio particolare) Genova, 16 febbraio. Franca Tomellini Fassio, amministratore delegato della «Villain e Fassio», accompagnata dal legale della società, professor Franco Bonetti, ha depositato stamane alla Cancelleria del tribunale fallimentare l'istanza per la concessione di amministrazione controllata al gruppo armatoriale genovese di cui lilla fine di gennaio l'Imi ha chiesto il fallimento. Prima di depositare l'istanza, la signora Fassio ed il legale, giunti a palazzo di Giustizia poco dopo l'apertura degli uffici, hanno avuto un breve colloquio con il dottor Renato Viale, presidente del tribunale fallimentare, al quale hanno illustrato il programma di ristrutturazione detta società. Si tratta dì una «memoria» di alcune centinaia di pagine, che i giudici genovesi dovranno esaminare nei prossimi giorni assieme ai vari documenti contabili allegati. L'iter procedurale della vicenda, quindi, richiederà ancora almeno due settimane, prima che si giunga alla decisione della magistratura: il tribunale deve infatti, in via preliminare, valutare le condizioni formuli per la concessione dell'amministrazione controllata (che ad ogni modo non potrà superare il termine massimo di un anno e durante la quale sono sospese tutte le azioni esecutive di qualsiasi genere) e poi procedere all'esame di quelle sostanziali, soprattutto in riferimento al programma esposto per superare l'attuale situazione. Che cosa sostiene la «Villain e Fassio» nell'istanza presentata oggi? Sul documento, ovviamente, sia il tribunale sia la società mantengono ufficialmente il massimo riserbo. Ma da quanto si è appreso in ambienti vicini alla dirigenza del gruppo Fassio, si può dire che il programma si articola in cinque punti fondamentali: smobilizzo di taluni cespiti non essenziali allo scopo sociale e contemporanea adozione di tutti i provvedimenti atti a favorire il subentrare di altri gruppi di notevole potenza finanziaria. La situazione patrimoniale della «VilDain e Fassio», si dice in sostanza netta richiesta presentata oggi, è sana ed attiva e l'amministrazione controllata consentirebbe di superare le attuali condizioni di temporanea illiquidità, aggravate dalla richiesta dell'Imi di trasformare un debito a lungo termine in un debito d'immediata esazione. Procedendo ad alcune vendite e utilizzando la flotta (il mercato dei noli è improntato al rialzo) si potranno, sempre secondo la società, superare le attuali difficoltà per poi giungere alla conclusione delle trattative in corso con gruppi finanziari, dei quali ovviamente non si fa il nome, per la cessione dell'azienda. In un certo senso sembra che i Fassio abbiano, sia pure parzialmente, recepito alcune istanze degli ambienti sindacali. «I Fassio — ha detto stamane il sindacalista Mascetti della segreteria confederale dei marittimi — debbono a questo punto passare la mano ed occorre ridare impulso soprattutto al settore marittimo, che è stato quello che a poco a poco ha trascinato verso il fallimento tutto il gruppo e questo si può fare soltanto con l'amministrazione controllata. Si può, ad esempio, noleggiare la cisterna "Ernesto Fassio" per la quale pare addirittura che la società Italia sia interessata all'acquisto». / dipendenti del gruppo Fassio hanno tenuto stamane una vivace assemblea aperta a bordo della porta contenitori «Atlantica», ormeggiata in porto, per un esame della situazione. Le accuse alla famiglia Fassio non sono mancate, ma soprattutto i sindacalisti ed i politici intervenuti all'assemblea hanno sottolineato l'esigenza di stabilire una chiara linea di condotta a salvaguardia soprattutto delle attività produttive e dei livelli occupazionali. Per raggiungere questo scopo meglio il fallimento o l'amministrazione controllata? Per il sindacalista Debbia, il « fallimento pilotato potrebbe consentire ai sindacati di trovare alternative e salvaguardare il posto di lavoro e le attività produttive. Esistono piani per rendere nuovamente produttivo il settore marittimo, per la collocazione presso altri gruppi della "Levante" e della "Europa", le due società di assicurazione, e per la soluzione del difficile problema dei due giornali». Secondo il senatore Machiavelli (psi) il fallimento pilotato potrebbe portare alla Cassa integrazione e allora che cosa accadrà dei set¬ tori più deboli, quali il marittimo e l'editoriale? Quella che dà maggiori garanzie, secondo il parlamento socialista, è l'amministrazione controllata, anche perché in tal caso si potrà avere come interlocutore il governo c non il curatore fallimentare. Il comunista Ceravolo ha parlato di responsabilità del governo « prima per l'affare Egam, poi per lo strano intervento dell'Imi, che va considerato più un fatto politico che contabile. Chi affonda delle flotte intere — ha comunque concluso Ceravolo — deve pagare ». Su questo punto si è detta d'accordo anche l'ori. Boffardi (de). Un nuovo incontro tra sindacati e parlamentari, per stabilire una comune linea d'azione nei confronti del governo, è stato deciso per i prossimi giorni. $r. b.

Luoghi citati: Europa, Genova, Italia