Due fratelli si "vantano" d'aver ucciso Pasolini: sospeso il processo a Pelosi di Guido Guidi

Due fratelli si "vantano" d'aver ucciso Pasolini: sospeso il processo a Pelosi Hanno 16 e 14 anni e conoscono bene l'imputato Due fratelli si "vantano" d'aver ucciso Pasolini: sospeso il processo a Pelosi Lo avrebbero confessato in una bisca, dove passavano molte ore al giorno, per dimostrare di essere "grandi" - Il dibattimento in aula sarà ripreso fra dieci giorni, dopo le indagini Roma, 16 febbraio. Colpo di scena o quasi al processo per la morte di Pier Paolo Pasolini: è tornata a profilarsi, sia pure in termini molto vaghi, l'ipotesi di «una verità alternativa» per cui l'omicidio potrebbe essere stato compiuto da più persone e non soltanto da Giuseppe Pe losi. Il dibattimento, infatti, è stato sospeso per dieci giorni in attesa che la Procura della Repubblica presso il tribunale dei minorenni indaghi sulla consistenza di un episodio che ha indotto i carabinieri a bloccare l'attenzione su due fratelli i quali hanno detto in giro di avere ucciso lo scrittore. Con ogni probabilità è soltanto una vanteria di ragazzi destinati, purtroppo, ad avviarsi sulla strada del crimine: ma ai giudici è apparso ugualmente opportuno controllare questa storia senza tralasciare nulla pur di arrivare alla verità. G. e F. B. hanno 16 e 14 anni, abitano in via dei Crispolti a Roma e sono amici, o comunque conoscono bene, Giuseppe Peloti, al punto da scrivergli in carcere. G. ha frequentato la seconda media; F. solamente la quinta elementare, e vivono con la madre: sono orfani di padre, che si è tolto la vita sette anni or sono. Non studiano né pensano a lavorare, frequentano amici molto più anziani di loro. In una bisca dove passavano gran parte del loro tempo, i due — ma soprattutto il più grande — si sono «vantati» di avere ucciso Pasolini. Perché? Sembra che si siano lasciati sfuggire quest'affermazione quando alcuni loro amici si sono rifiutati di averli come soci in un «colpo» che stavano preparando. Per dimostrare a tutti di essere ormai all'altezza della situazione, si dice che i due abbiano fatto la rivelazione. Qualche giorno dopo, la voce è arrivata all'orecchio dei carabinieri, che sono andati subito a controllarla. Sabato mattina i due sono stati interrogati: F. è tornato subito dopo a casa perché ha un'età inferiore al quattordicesimo anno e, quindi, non è assolutamente perseguibile; G., invece, è stato fermato e rimane ancora a disposizione del magistrato. D'altro canto, nella sua abitazione i carabinieri hanno trovato degli oggetti rubati (si dice per un valore di oltre due milioni) e di conseguenza oltre che denunciarlo per ricettazione lo hanno avvertito che esistono «gravi indizi di responsabilità» per la morte di Pasolini. E' quasi superfluo dire che il fermato neghi tutto ed ammetta, invece, di essersi soltanto vantato di avere compiuto l'omicidio: lui non ha mai conosciuto lo scrittore. Oggi, è ripreso il processo al tribunale dei minorenni sul Lungotevere: sempre a porte chiuse, sempre più stancamente. L'indagine dei giudici è passata attraverso l'esame di numerosi testimoni: quelli che, all'alba del 2 novembre 1975, trovarono il cadavere di Pasolini nel Campetto di calcio all'idroscalo di Ostia e che, pur abitando nella zona, hanno negato di avere sentito qualcosa durante la notte quando lo scrittore arrivò in auto con Giuseppe Pelosi. Poiè stata interrogata una ragazza la quale ha confermato che l'anello trovato vicino al cadavere dello scrittore era del Pelosi. Ha detto però che era stato acquistato in un mercatino, mentre il giovane imputato ha sempre assicurato di averlo avuto da uno steward dell'Amalia. Infine: il colpo di scena. Il colonnello dei carabinierGiuseppe Vitali è venuto ad avvertire il tribunale che era in corso la nuova indagineL'ufficiale non ha detto mol to, non è entrato nei dettagli: ma si è limitato a spiegare di avere inviato un rapporto alla Procura della Repubblica. L'avv. Rocco Mangia, che difende il Pelosi, avrebbe voluto sapere subito il contenuto di! questo rapporto e poi ha chie- ; sto chei due ragazzi venisse- \ ro subito interrogati. I giù- dici hanno scelto una soluzio-i ne di compromesso: hanno | rinviato il dibattimento sino i a giovedì 26 febbraio preve- : dendo che fra dieci giorni 1 l'inchieste supplementare sia conclusa. Se tutto dovesse ri- sultare una semplice vanteria I di ragazzi, il caso è chiuso: al-trimenti, il processo Pelosisalta per essere ripreso dall'i-nizio con più imputati. «Io —- insiste l'avv. Mangia sono sempre convinto che Giuseppe Pelosi quando si at- tribuisce la responsabilità del delitto sia sincero». «Noi — commentano gli avvocati Gui do Calvi ed Antonio Marazzi- ta, che assistono la madre di Pasolini — ci riserviamo qualsiasi valutazione, anche se siamo sempre sicuri che "li assassini sono stati più di uno ». Guido Guidi

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