La Regione approverà la città di studi tessili

La Regione approverà la città di studi tessili Al convegno sui problemi dell'area biellese La Regione approverà la città di studi tessili Già pronti terreno, progetti e finanziamenti - Il vicepresidente Libertini: "Purché non si ponga un'ipoteca su una facoltà universitaria" (Dal nostro inviato speciale) Biella, 14 febbraio. La giornata di studio sui problemi dell'area tessile biellese ha offerto oggi al vicepresidente della Regione Piemonte Libertini e all'assessore alla programmazione Simonelli di anticipare alcuni punti del piano di sviluppo regionale che dovrebbe essere presentato al consiglio entro metà marzo e discusso e approvato per la fine di aprile. Ciò perché i problemi di questa area tessile provata dalla crisi generale e da quella di settore non possono essere risolti se non nell'ambito di un piano globale che interessi tutto il Piemonte. E allora si deve parlare di diversificazione produttiva, di mobilità della manodopera, di addestramento, di qualificazione e riqualificazione professionale, di credito e di incentivi. Il discorso si allarga quindi a livello nazionale e la conclusione può essere tratta dalle parole pronunciate oggi da Angelo Pavia, biellese, vicepresidente della Federtessile: « Le politiche industriali di area non potranno essere realizzate senza una politica industriale nazionale». Conclusione già anticipata dal sindaco di Biella e presidente del comprensorio degli 83 Comuni, Franco Borri Brunetto: «Noi poniamo il problema tessile nel contesto dell'economia nazionale, ma chiediamo che venga considerato nella sua giusta dimensione. Il Biellese vuol mantenere la sua funzione attiva nell'ambito dell'economia italiana e piemontese, rifiuta sovvenzioni e incentivi che siano fine a se stessi». Su questo punto Libertini ha fatto subito giustizia: i due strumenti d'intervento che la Regione ha creato, cioè la finanziaria regionale e la tesoreria, hanno come scopo appunto l'incentivazione finanziaria, vale a dire rapportata ai princìpi del piano regionale che vuol essere contemporaneamente di riequilij brio territoriale e di sviluppo ! socio-economico. In questo ambito il settore tessile non può certo dirsi finito, ma deve «affinarsi e qualificarsi, fa re una seria ricerca tecnica e 1 tecnologica, instaurare un I processo di qualificazione I professionale». Basterà questo sforzo a risollevare la «cedente» economia biellese? La risposta è no. Ci vuole anche un serio processo di diversificazione. La Lancia di Verrone ne costituisce un esempio, ma secondo Libertini quello automobilistico non è più il settore traente per il futuro. Le linee di diversificazione che la giunta regionale propone per il Piemonte riguardano altri settori: elettronica, chimica, mezzi pubblici di trasporto intesi come dimensione nuova del trasporto. Sull'ultimo argomento sono in corso colloqui con la Fiat per soluzioni che, dice Libertini, «si presentano di grande interesse». Da questi settori nuovi anche il Biellese potrà trarre vantaggio, soprattutto in tema di aziende piccole e medie che potranno affiancarsi a quelle tessili rinnovate e a quelle meccanico-tessili che già hanno un discreto mercato nazionale ed estero. Gli interventi nel dibattito hanno messo in luce proble¬ mi vari. Ad una richiesta di politica organica e globale del settore fatta in particolare dal presidente dell'Unione in- j dustriale biellese, avvocato Strana, e dal consigliere regionale Petrini, sono seguite quelle di normativa nel settore creditizio, di sviluppo delle infrastrutture indispensabili (poste, telefoni, elettricità, gas), di istruzione qualificata, di agevolazioni per l'esportazione. Ma un argomento particolare sta a cuore ai biellesi, la città degli studi tessili, un complesso per il quale già esistono terreno, progetti, finanziamenti, che dovrebbe racchiudere l'istituto tecnico professionale (già in costruzione da parte della Provincia), centro sperimentale (del Cnr), lanificio scuola istituto superiore tessile, istituto di ricerche tecnologiche, campus per studenti e professori. Ne è propugnatore entusiasta l'ingegner Frignani, ex presidente dell'Unione industriale biellese. Oggi è venuta la risposta da Libertini e Simonella la Regione accetta la proposta, ma con alcune condizioni: che non si intenda con ciò porre un'ipoteca su una futura facoltà universitaria, che la conduzione sia globale, che la mano pubblica abbia la maggioranza nella gestione. Condizioni accettate da Frignani e da Strona. Così da questo convegno almeno una conclusione operativa è stata ricavata: la città degli studi tessili prende l'avvio ufficiale. Un primo risultato accolto con soddisfazione. Domenico Garbarino

Persone citate: Angelo Pavia, Domenico Garbarino, Franco Borri Brunetto, Frignani, Libertini, Petrini, Simonelli

Luoghi citati: Biella, Piemonte, Strona, Verrone