Visto da Roma di Guido Guidi

Visto da Roma Visto da Roma Roma, 14 febbraio. Lo scandalo del petrolio e quello dei finanziamenti a uomini politici italiani in cambio di alcuni provvedimenti legislativi scoppiarono, ne] novembre 1973, per un semplice caso. In quel periodo, all'inizio dell'austerity, tre pretori di Genova (Mario Almerighi, Carlo Brusco e Adriano Sansa) pensarono che fosse opportuno controllare la consistenza di una voce che circolava un po' dovunque: che, cioè, le società petrolifere avessero nascosta una notevole quantità di greggio e di benzina in attesa di un eventuale aumento dei prezzi. I risultati dell'indagine furono subito, a dire poco, clamorosi: non soltanto la voce aveva un fondamento, ma i documenti sequestrati consentivano di pensare che dal momento in cui era stato chiuso (.giugno 1967) il Canale di Suez per la guerra fra Egitto e Israele, alla fine del 1974, non meno di venti miliardi erano finiti nelle casse dei partiti politici del centrosinistra (de, psi, pri e psdi) e, singolare coincidenza, in quei sei anni i;. governo aveva approvato una quindicina di provvedimenti legislativi in favore dei petrolieri. Almerighi, Brusco e Sansa frugarono fra le carte delle società raggiunte dal sospetto per un paio di mesi e nel febbraio 1974, dopo avere discusso a lungo fra loro, decisero che la legge non consentiva loro di proseguire l'indagine perché in qualunque direzione avessero rivolto la loro at tenzione s'erano incontrati con alcuni ministri o ex ministri. Raccolsero tutti i documenti e li spedirono a Roma in Parlamento. II primo provvedimento di cui beneficiarono i petrolieri risale all'ottobre 1967 (governo Moro); fu la concessione di un contributo (100 miliardi) per l'aumento dei costi determinato dalla necessità di compiere viaggi più lunghi intorno all'Africa. In cambio i petrolieri (secondo gli accertamenti sommari compiuti dai pretori genovesi, ma soprattutto secondo il promemoria sequestrato a Carlo Cittadini che era un uomo di fiducia di Vincenzo Cazzaniga, presidente dell'Unione petrolifera e della Esso italiana) si impegnarono a versare una tangente pari al 5 per cento. Come dire che soltanto con quella operazione ai partiti andarono 5 miliardi. Poi, venne stabilito — tanto per citare un altro episodio — che avrebbero dovuto essere prorogati i pagamenti differiti degli oneri fiscali e, sempre da Carlo Cittadini, i pretori seppero che per questa legge furono versati due miliardi. Successivamente i petrolieri ebbero il vantaggio di essere esentati dal pagamento di talune tasse e volevano pagare soltanto 2 miliardi 398 milioni 700 mila lire, mentre i partiti ne pretendevano oltre sei. Quando i tre pretori si fermarono per mandare l'inchiesta in Parlamento, la somma versata ai partiti ammontava a circa 20 miliardi. I La commissione inquirente si trovò a giudicare sei ministri o ex ministri: Mauro Ferri (psdi), Athos Valsecchi (de), Giulio Andreotti, Ferrari Aggradi e Giacinto Bosco (de). Luigi Preti (psdi). Ritenne che soltanto nei confronti dei primi due si dovesse procedere perché concluse che per gli altri non vi fossero elementi sufficienti. Ma di recente i commissari comunisti hanno chiesto che il procedimento debba interessare tutti. La magistratura ordinaria non è rimasta bloccata dall'indagine che la commissione inquirente sta compiendo sia pur con una lentezza esasperante (sono trascorsi due anni dal momento in cui i documenti e lo scandalo sono arrivati a Montecitorio), ma è andata avanti per conto suo nei confronti di coloro che sono, in un certo senso, dall'altra parte della barricata e cioè i petrolieri. Vincenzo Cazzaniga, infatti, già presidente della Esso italiana, è imputato (in questi giorni il pm, Enrico Di Nicola, ha chiesto al giudice istruttore di Roma il mandato di cattura nei suoi confronti) di appropriazione indebita e falsa dichiarazione in bilancio. L'accusa gli rimprovera di avere destinato il danaro della società per scopi diversi da quelli per cui lo aveva avuto e di avere ingannato gli azionisti tacendo lo scopo per cui certe somme erano finite ai partiti politici. Con lui, l'indagine è estesa anche a uno dei suoi collaboratori, Renzo Jester che per il momento è soltanto raggiunto da una comunicazione giudiziaria per gli stessi reati contestati a Cazzaniga. Guido Guidi

Luoghi citati: Africa, Egitto, Israele, Roma, Suez