Deciso dai magistrati j Maria Rosaria, segretamente di Guido Guidi

Deciso dai magistrati j Maria Rosaria, segretamente Deciso dai magistrati Roma: Vitalone è trasferito Era al centro di polemiche e sospetti - Il Consiglio superiore ha deciso che "non è colpevole", ma "ha perso il prestigio" Roma, 12 febbraio. Claudio Vitalone, sostituto procuratore della Repubblica, è stato trasferito d'ufficio dal Consiglio superiore della magistratura: non è colpevole, ma ha perduto il prestigio indispensabile per esercitare la funzione giudiziaria a Roma e nel settore penale. La reazione del magistrato è stata immediata: «Non intendo polemizzare — ha detto —, ma questa decisione mi offre argomenti per meditare attentamente se lasciare la toga». Erano mesi, se non anni, che il nome di Claudio Vitalone, quarant'anni a luglio, nato a Reggio Calabria, ma vissuto a lungo in Toscana, si trovava sempre al centro di aspre polemiche e di pesanti sospetti. Intelligente, simpatico, dinamico (persino troppo, dicevano i suoi avversari), era considerato, e si considerava, il magistrato più efficiente e più brillante della procura della Repubblica romana. La sua ultima fatica era stata quella di portare a termine l'indagine sul «golpe» di Valerio Borghese con il rinvio a giudizio di quasi tutti gli imputati e pensava già che avrebbe sostenuto l'accusa nel pubblico dibattimento in corte d'assise. A Roma non trovò (veniva da Castiglione del Lago dove era rimasto in pretura un paio d'anni dopo avere lasciato la questura di Roma per vincere in modo brillante il concorso in magistratura) un ambiente favorevole. In molti gli rimproveravano l'intraprendenza, la sicurezza, l'eleganza persino eccessiva, le amicizie politiche. Appassionato di automobili, è passato da una Alfa Romeo sportiva, ad una Maserati, ad una Lamborghini Jarama bianca che quando gli venne rubata nel posteggio davanti al Palazzo di Giustizia fu sostituita, nel giro di 24 ore, con una Jaguar, che, allora, costava non meno di dieci milioni. Il suo nome fu per la prima volta al centro di un grosso pettegolezzo quando negli ambienti giudiziari corse la voce (e non era vero) che di lui si parlava nei nastri in cui erano state intercettate le telefonate tra Frank Coppola e il suo consulente tributario Jalongo. Poi si tornò a parlare di lui quando iniziò un'inchiesta sulla gestione amministrativa degli Ospedali Riuniti dove lavorava sua moglie, inchiesta conclusasi con l'incriminazipne di tutti i dirigenti. Successivamente venne fuori la storia del suo interessamento per un processo penale in cui è rimasto coinvolto suo fratello, avvocato Vilfredo, che, tra l'altro, è un dirigente provinciale democristiano. In quell'occasione, si disse, Claudio Vitalone avrebbe cercato di parlare con uno dei giudici. Alla fine, è risultato che è proprietario, sia pure a metà, di una splendida villa a Capri e che bloccò un pignoramento nei confronti del fratello assicurando che i mobili erano suoi. L'ultimo episodio è di questi giorni: il caso dell'assessore comunale democristiano Renzo Filippi, il quale sostiene che, imputato su denuncia di taluni pubblicitari, un suo compagno di partito gli avrebbe assicurato l'assoluzione in istruttoria se avesse pagato 30 milioni. Questa assoluzione sarebbe stata propi¬ ziata dall'avvocato Vilfredo Vitalone, fratello di Claudio. Il Consiglio superiore della magistratura ha indagato a lungo per capire se tutte le voci corse da mesi intorno al sostituto procuratore della Repubblica erano frutto soltanto di invidie e di pettegolezzi o avessero un qualche fondamento. Claudio Vitalone si è difeso sostenendo che non aveva nulla da rimproverarsi e che non gli si poteva attribuire alcuna responsabilità se uomini politici come Andreotti o Forlani sono suoi amici. Dopo cinque ore di discussione a Palazzo dei Marescialli, il Consiglio è stato inflessibilmente severo: il dottor Vitalone non è colpevole di nulla, ma la sua permanenza a Roma e per di più nella procura della Repubblica è impossibile perché il magistrato «ha perduto il prestigio necessario per esercitare la funzione dì giudice». Guido Guidi

Luoghi citati: Capri, Castiglione Del Lago, Reggio Calabria, Roma, Toscana