Fantacronache di Stefano Reggiani

Fantacronache Fantacronache di Stefano Reggiani A monte a valle non a caso Abbiamo letto nell'intervento di un valoroso pedagogista ad un dibattito su Sandokan che « non a caso » il fenomeno esplode proprio ora come è esplosa la mania dei mostri e la paura selvaggia dopo Lo squalo. Certo, a monte ci devono essere altre ragioni che a valle risultano poco chiare. Del resto, anche le mode culturali, sia pure strette ad élites più pensose e scaltrite, nascono in modo apparentemente misterioso, ma evidentemente legato a chiari processi iniziali. Basta indagare a monte e riflettere che non nascono mai a caso. E' una saggia regola e noi invidiamo moltissimo alcuni colleghi colti dei periodici che annusano ogni settimana una moda o un fenomeno che a noi magari erano, per fretta e scarsa applicazione, sfuggiti. Anche in queste analisi ci sono delle regole da seguire e un mestiere da imparare. Un nostro amico ha fatto un corso accelerato, sospinto e turbato da tanti scandali di questi giorni, e si è posto le domande fondamentali che tante riviste riecheggiano in copertina. Aiutato da un esperto ha compilato un breve esame della situazione che vi sottoponiamo. « E' scoppiato lo scandalo Lockheed, si parla di bustarelle a ministri. Era appena scoppiato lo scandalo Cia. Non a caso questi scandali scoppiano durante le crisi governative; è chiaro che a monte ci sono degli interessi che premono per dare un indirizzo alla situazione italiana. Ma quale? Chi pensa al compromesso storico sbaglia dì grosso, chi crede nelle cosiddette trame nere di fattura casalinga è in ritardo di dieci anni. A valle di tutti questi fenomeni c'è una condizione del nostro Paese profondamente mutata. Non a caso se ne colgono fermenti in Vaticano. « Che significato ha avuto infatti il discorso sul sesso? Non certo il valore di un grossolano invito alla repressione che alcuni vi hanno visto, né la ricerca di una sublimazione degli istinti verso una svolta politica autoritaria. Sareb- be troppo semplice. A monte di queste considerazioni starino alcuni fatti che occorre valutare attentamente. Non a caso alla recente assemblea ecumenica di Tripoli c'è stata la gaffe madornale della delegazione vaticana che ha approvato una mozione contro Israele e il sionismo. Questa gaffe è stata solo casuale? O non piuttosto il frutto di un'aria politica alla quale non è estranea la Farnesina? C'è un silenzio niente affatto naturale intorno al nostro ministero degli Esteri, e non a caso gli scontri personali degli ambasciatori non vengono mai po.iati alle cronache. « Tutti i fili della complessa tela si sono ingarbugliati due anni fa, durante un incontro tra il capo romano della Cia e un corpulento texano, che chiameremo mister X, amico personale dell'ex ambasciato re Martin. Dopo alcune frasi convenzionali i due hanno parlato con chiarezza di "fondi" e di "equivoci diplomatici". Che cosa intendevano dire? Bisogna fare un passo indietro all'autunno caldo e alla volontà padronale di una rivincita. Dopo un incontro ad Ariccia di esponenti sindacali c'era stato un cortese, ma fermo scambio di lettere tra palazzo Chigi e l'onorevole De Martino. "Caro Francesco — cominciava una lettera — non so di chi e di che cosa tu voglia parlare. Non accetto insinuazioni sull'operato di alcuni miei stretti collaboratori. Col principe, del resto, non ci vedevamo da anni". « Non ci vuole molta fantasia per capire a che cosa il presidente in carica alludesse nella sua lettera al "caro Francesco". Ma tutto resterebbe nel limbo delle ipotesi se non si tenesse conto degli incontri che l'ingegner Wellington, alto funzionario di una compagnia petrolifera, ebbe nel '71-'72 con esponenti romani in una villa dei Parioli. Non a caso il quartiere romano dei Parioli è poi divenuto il luogo preferito delle bravate fasciste, come del resto piazza San Babila a Milano. Se l'inchiesta sul caso Valpreda avesse fatto reali passi avanti si sarebbe scoperto come grosse frange sottoproletarie del Milanese fossero state facilmente strumentalizzate. Non a caso la Rai ha mandato in onda proprio in questi giorni (dopo mesi di frigorifero) la vicenda piatta ed inutile di Sandokan che ha tuttavia nel viso i tratti armonici e seducenti di un Terzo Mondo pacificato e promettente. « Le notizie che l'interprete salgariano Kabir Beai sarebbe stato ricevuto da Indirà Gandhi aprono molte fessure nel muro della segretezza diplomatica. Non a caso Kadir Bedi nel suo viaggio in Italia è stato ospite di Milano (Alfa Romeo) e di Torino (Fiat). Si dice che egli sia stato latore di un importante messaggio alla Presidente dello Stato indiano e si parla di commesse automobilistiche per centinaia di miliardi di dollari. Che senso ha tutto questo nel momento in cui Indirà Gandhi si presenta come la rappresentante più autorevole di una svolta autoritaria in Asia appoggiata, non a caso, da Mosca? Le inevitabili deduzioni dovrebbero far riflettere anche chi si balocca ancora con la dottrina di Helsinki ». NB. — L'estensore, si direbbe, ha fatto un poco di confusione, nella giusta fretta. Ha messo troppa carne al fuoco? Chi sa? Non a caso, forse.

Persone citate: Bedi, De Martino, Gandhi, Kabir Beai, Kadir, Valpreda

Luoghi citati: Ariccia, Asia, Helsinki, Israele, Italia, Milano, Mosca, Torino, Tripoli