Donne in primo piano anche nella delinquenza di Luciano Curino

Donne in primo piano anche nella delinquenza Donne in primo piano anche nella delinquenza Venere a mano armata Alassio, 20 agosto dello scorso anno: una giuria presieduta da Raj Vallone sceglie « Lady Italia 75 » Ira quindici concorrenti che rappresentano altrettante regioni. Eletta è la signo ra Annarella Redaelli Cilterio, 22 anni, lombarda di Oggiono. Il nastro da « lady » a tracolla, una coroncina sulla testa bionda, foto di gruppo con le damigelle d'onore. « Pur con quel viso pulito, appare perfettamente a suo agio con abiti sofisticali » si legge in una cronaca della manifestazione « forse grazie anche all'esperienza fatta nel mondo delle indossatrici ». Secondo altri, invoce l'esperienza se l'è fatta nel mondo delle fotomodelle. La intervistano. Che cosa fa suo marito? « E' commerciante di vernici ». Figli? « Una bimba di quattro anni, si chiama Samanla ». Come ha detto? « Samanta ». Hobby? « Lo pittura ». Scende dal podio, bella e regale. Una ventina di anni fa la « miss » e la « lady » che scendevano da quel podio prendevano generalmente la strada che portava dritta a Cinecittà. Adesso si incamminano per i più impensabili sentieri della vita. Qualcuna è già finita nella cronaca nera, come oggi « Lady Italia », arrestata perché era su un'auto di rapinatori in fuga. Dice di essere finita casualmente in questo guaio, i carabinieri non le credono e lasciano decidere al giudice. Il caso di « Lady Italia», innocente o colpevole che sia, ricorda troppi altri casi di donne coinvolte in storie criminali, dove sempre più spesso sono protagoniste aggressive anziché vittime. Il primo nome che viene in mente è quello di Dorella Graneris, la ragazza della strage di Vercelli. E poi le carceriere di Cristina Mazzotti. Dispiace parlare di criminalità femminile, come non si vorrebbe mai dover parlare di criminalità giovanile. Ma il fenomeno è troppo vistoso, e cresce ogni anno, in tutto il mondo. Negli Stati Uniti il numero di donne arrestate per gravi crimini tra il 1960 e il 1972 è aumentato del 256 per cento, mentre l'incremento degli uomini è stato dell'81 per cento. A New York operano 278 « gang ». delle quali 25 sono capeggiate da donne e 15 sono costituite da sole donne. Anche in Inghilterra le bande femminili rapprescntano uno dei problemi più allarmanti della vita urbana. Delinquenza femminile in aumento anche in altri paesi. In Italia accade invece che la criminalità femminile è addirittura diminuita: dal 1959 al '72 è scesa del 2,5 per cento. Ma. si legge in una relazione, la diminuzione riguarda i reati che erano tipici della donna italiana prima degli Anni Sessanta: infanticidio per causa d'onore, percosse, violenza pri vaia, minaccia, ingiuria, diffamazione, alti osceni. « Al contrario, analogamente a quanto si è riscontrato in America, an- che in Italia si è verificato in campo femminile un aumento impressionante dei reati tipicamente ' maschili " ». La cosa non sorprende. Lo psichiatra americano Salzman allenita che non v'è alcuna ragione biologica perché la donita debba essere meno aggressiva dell'uomo. La minore criminalità della donna è stata finora interpretata come conseguenza dei suoi ruoli tradizionalmente più limitati. Oggi la donna si muove più liberamente in ogni settore dellu vita sociale, compreso quello del crimine. Questa era anche l'opinione di wio dei più illustri criminologi, Mannheim, che scrisse: « Da quando, circa cinquantanni fa, Bonger espresse l'opinione che le donne erano come delle piante da serra, al riparo dai venti gelidi della vita, e perciò meno criminali, dette donne hanno assunto nuovi ruoli nella vita economica e la¬ vorativa della società ». Nel meglio e nel peggio. Sicché, sovente si legge che c'era anche una donna nella junda che ha assaltato una banca, svaligiato una gioielleria, assaltato un furgone postale, che spacciava droga. Donne che fino a qualche unno fa si limitavano al ruolo di comparsa. Erano « l'amante del gangster » o « l'amica del bandito », tutt'al più erano ispiratrici e istigalrici. Ora sono arrivate al ruolo di primo piano (come altre donne in attività non infami, ma utili e nobili). Hanno il passamontagna e il fucile a canne mozze o il mitra, talvolta si legge che una banda di rapinatori era capeggiata da una donna. Non meraviglia. Se le donne, uscite dalla serra, primeggiano ormai in ogni campo, perché quelle peggiori non dovrebbero imporsi anche nel delitto? Luciano Curino Annarella Redaelli, attorniata dalle damigelle d'onore, quando fu eletta ad Alassio, Lady Italia 1975 (Tel. Ap)

Persone citate: Cristina Mazzotti, Dorella Graneris, Redaelli, Salzman