La musica "sovversiva" del sassofonista Shepp

La musica "sovversiva" del sassofonista Shepp Oggi il concerto al Palasport La musica "sovversiva" del sassofonista Shepp Non vuol saperne di definire jazz la propria arte: «Faccio della musica africana-americana», afferma e conforta l'asserzione citando tra i suoi ascendenti un compositore di «ragtime», Scott Joplin (un nero vissuto agli inizi del secolo) e James P. Johnson, un pianista di Harlem che faceva dello «stride». E' Archie Shepp, sassofonista trentottenne di Fort Laurendale (Florida) che ascolteremo stasera al Palasport durante un concertofiume (inizio ore 18) organizzato dal «Manifesto». Archie è stato tra i primi a politicizzare il jazz. Qualche anno fa, prima del crollo dei movimenti «black», si era convinti, almeno a New York ed a Los Angeles, che proprio Shepp e James Brown avrebbero suonato le trombe del giudizio, dando il via, con la loro musica lancinante e sotterranea, alla grande rivoluzione nera che doveva «ripulire» gli Stati Uniti: «Black is beautiful» ecc. Tuttavia l'establishment assorbì completamente Brown trasformandolo in dorato oggetto di consumo, mentre per il recalcitrante Shepp non fu difficile trovare la strada dell'isolamento segregandolo in qualche università con il ruolo di professore di musica: la sua arte è ancora oggi ritenuta sovversiva e così il grande sassofonista se vuole esprimere le proprie idee è costretto a prendere la strada della vecchia Europa. Lo ascoltammo per la prima volta nove anni fa a Lecco durante un memorabile festival cui prendeva parte pu- re il sommo Miles Davis che .... . nella circostanza ci apparve di un conformismo esasperante. Per Archie furono fischi. Il «free» (la musica libera, quella che rifiuta l'armonia tradizionale strapazzando l'uditorio in un'orgia sonora che rimette tutto in discussione) faceva rumorosamente capolino nelle sale da concerto europee scandalizzando. Shepp irritava più di chiunque altro. Stupefacente solista dalla tecnica inarrivabile, provvisto di una sonorità talmente «classica» da apparire irriverente nei confronti dei grandi del passato (Hawkins, Webster, Byas), si impose all'istante come una figura di primo piano nel mondo del jazz, un innovatore, un maestro. Alla morte di John Coltrane (1967) divenne il «numero uno» per migliaia di giovani. La sua musica, agli inizi dissacrante e pervasa da un'energia orgiastica, contagiosa, si è con il tempo codificata su stratificazioni più accettabili per le masse: tempo, melodia eccetera. Non si tratta evidentemente di un voltafaccia, di cambiare le carte in ta-ola. Semplicemente Archie Shepp ha via via radicalizzato sempre più il suo agire ripiegando coerentemente sulle radici dell'arte afroamericana, che è semplice, popolare, quindi fruibile, alla portata di tutti. Franco Mondini « Herodes » — Lo spettacolo della Comnna Nucleo di Buenos Aires presentato a Torino in prima europea dall'associazione arti e spettacolo, verrà eseguito da questa sera a domenicp, ore 22, nel cabaret Voltaire di via j Cavour 7. a Bread and puppet » — La comi pagnia americana diretta da Peter Schumann presenterà doman' sera ore 21,30 al Palazzetto dello Cnn-t il oim nnoHnnnln i n Sport il suo spettacolo •< La nostra resurrezione americana », un lavoro di teatro-circo con marionette e pupazzi. Repliche sabato e domenica.

Luoghi citati: Buenos Aires, Europa, Florida, Lecco, Los Angeles, New York, Stati Uniti, Torino