Il Consiglio dei ministri Cee riesamina il caso della Grecia

Il Consiglio dei ministri Cee riesamina il caso della Grecia Respinte le riserve dell'Esecutivo Il Consiglio dei ministri Cee riesamina il caso della Grecia Bruxelles, 9 febbraio. La proposta dell'esecutivo Cee chj suggeriva d'adottare una fsse di « pre-adesione » prima dell'ingresso della Grecia nella Comunità è stata respinta dal Consiglio dei ministri. Al termine di una lunga seduta ristretta, i ministri hanno infatti deciso di ricondurre la domanda di adesione di Atene nell'ambito delle normali procedure comunitarie previste dai trattati e già applicate in occasione dell'ampliamento della Cee con l'ingresso di Gran Bretagna, Irlanda e Danimarca. Con la decisione odierna il Consiglio praticamente rimette sui binari tradizionali i meccanismi per l'adesione greca alla Comunità e toccherà ai rappresentanti permanenti dei <( Nove » valutare problemi e particolari tecnici connessi alle future trattative con il governo ellenico. A Bruxelles si prevede peraltro che i tempi rimangano ancora relativamente lunghi, anche se la decisione odierna viene giudicata positivamente. In precedenza, il presidente della Commissione Cee, Prangois-Xavier Ortoli, aveva illustrato al Consiglio il piano dell'esecutivo per far fronte ai problemi energetici della Comunità nei prossimi dieci anni. E' il documento pubblicato il 20 gennaio scorso. L'intero pacchetto — direttive di larga massima — dovrà essere esaminato dai ministri della Energia in una loro prossima riunione prevista per marzo. I ministri hanno anche ampiamente dibattuto la questione delle elezioni dirette per il Parlamento europeo, che il « vertice » di Roma del dicembre scorso ha fissato, in linea di principio, per la tarda primavera del 1978. Si sono manife¬ stati nuovamente i noti schieramenti: Francia e, in larga misura, Gran Bretagna, favorevoli all'applicazione generalizzata del sistema proporzionale; tutti gli altri paesi invece, seppure con sfumature diverse, si sono detti favorevoli alla proposta dell'attuale Parlamento europeo, che prevede una proporzionale « corretta ». Tale proposta vuol tener conto dei paesi più « piccoli » ma le delegazioni danese e, in subordine, quella britannica, hanno manifestato la preoccupazione che il correttivo possa « punire » i partiti minori. Da parte italiana — la delegazione di Roma è guidata dal ministro Mariano Rumor — si è suggerito di assegnare sei seggi ai Paesi con una popolazione fino a un milione, dieci a quelli tra uno e tre milioni di abitanti e un seggio per ogni ulteriore milione. (Ansa)

Persone citate: Mariano Rumor