Il Parlamento respinge la mozione contro Rabin di Giorgio Romano

Il Parlamento respinge la mozione contro Rabin Confermata la fiducia al premier Il Parlamento respinge la mozione contro Rabin {Dal nostro corrispondente) Tel Aviv, 9 febbraio. La Keneseth ha respinto oggi a grande maggioranza (63 voti contro 34 e 12 astenuti) la mozione di sfiducia presentata dal partito Likud per contestare certe dichiarazioni fatte a Washington da un personaggio al seguito di Rabin, che aveva definito esagerate le richieste di forniture d'armi presentate dal ministro della Difesa israeliano agli Stati Uniti. Rabin ha fatto una relazione del suo viaggio negli Stati Uniti ed ha rivelato di aver presentato un'energica protesta al governo americano contro il pericoloso precedente di fornire sei aerei da combattimento all'Egitto. Sul piano diplomatico il primo ministro ha affermato che esiste una maggior comprensione tra gli Stati Uniti ed Israele a proposito delle organizzazioni terroristiche e dei loro protettori: « L'amministrazione Ford preconizza una soluzione del problema nel quadro di un accordo di pace negoziato con la Giordania e respinge l'idea di trattative con le organizzazioni del terrore per un nuovo Stato palestinese tra Giordania ed Israele. L'America non riconosce le organizzazioni palestinesi che negano il diritto all'esistenza di Israele. Tutto questo rinforza il nostro atteggiamento secondo il quale qualsiasi soluzione del problema palestinese passa attraverso negoziati con la Giordania». Infine il premier ha espresso la sua fiducia nella capacità del Paese di superare le difficoltà future. La tensione in seno alla Keneseth era dettata da ragioni di carattere interno sfociate nella presentazione della mozione di sfiducia, che alcuni esponenti della stessa destra avevano sconsigliato. Rabin ha dichiarato di non aver avuto l'intenzione di attaccare il ministro della Difesa quando parlò davanti ai giornalisti a Washington delle richieste d'armi: «Se si è prodotta un'impressione diversa, lo rammarico vivamente». Ha così risposto alla mozione presentata dal deputato Landau, che aveva accusato il premier di fare il gioco dei nemici di Israele ed anche dei suoi avversari in seno al governo americano. Landau ha rimproverato con asprezza a Rabin di aver discusso all'estero quelle che sono divergenze interne o querele personali ed ha sostenuto che il ca¬ po del governo è incapace di resistere alla tensione e alle difficoltà dell'ora e che deve pertanto dimettersi, anche a causa delle circostanze parti- colari che attraversa il Paese. Nella risposta Rabin ha spiegato che egli stesso era a conoscenza, insieme con il ministro della Difesa, del primo elenco di richieste d'armi (quello che avrebbe indotto Kissinger a chiedere ironicamente se Israele avesse intenzione di muovere guerra agli Stati Uniti), elenco che ha dovuto essere riveduto in dicembre in considerazione dell'aumento dei prezzi e delle possibilità di bilancio di Israele. Nell'assumersi tale responsabilità, il premier ha cercato di minimizzare quelle che potevano essere sembrate accuse o critiche nei confron ti del ministro della Difesa ed ha contribuito a consolidare le diverse correnti del fronte del lavoro (Maarach), il cui gruppo parlamentare si era riunito in mattinata, prima della seduta della Keneseth. Come hanno notato alcuni giornali odierni, la mozione di sfiducia della destra, per essere stata presentata intempestivamente, ha contribuito a far comporre con sollecitudine le divergenze ed alcune delle difficoltà in seno al laburismo e forse, in ultima analisi, a rafforzare la posizione del capo del governo. Giorgio Romano

Persone citate: Kissinger, Landau, Rabin