Petrolio: nuovo rialzo dei Paesi produttori?

Petrolio: nuovo rialzo dei Paesi produttori? Petrolio: nuovo rialzo dei Paesi produttori? (Dal nostro corrispondente) Londra. 7 febbraio. Una brutta, e grave notizia si delinea all'orizzonte. Con ogni probabilità il prezzo del petrolio (questo vitale elemento nelle equazioni economiche internazionali) salirà una volta di più. La decisione sarà forse presa all'inizio di giugno o alla fine di maggio, al prossimo convegno ministeriale delle tredici nazioni dell'Opec, la potente alleanza petrolifera. Il nuovo prezzo entrerebbe in vigore il primo luglio, alla fine cioè della «tregua)) di nove mesi stabilita dopo l'ultimo rincaro del 10 per cento. La botta non sarà quest'anno meno dolorosa, e c'è chi teme che dal 10 si balzi al 13 o al 15 per cento. Da una parte, Arabia Saudita, Kuwait, Qatar, Emirati Arabi uniti, quei Paesi con piccole popolazioni o piccoli territori che, ricchi di soldi e di petrolio, non hanno preoccupazioni per il futuro. Tale è il loro margine di manovra che preferiscono rinunciare a potenziali vantaggi finanziari pur di non ostacolare la ripresa economica internazionale. Ma dall'altra parte si schierano le grandi nazioni, paradossalmente impoverite dai propri piani di sviluppo. E' il caso dell'Iran, dell'Indonesia e dell'Algeria, tutti con i bilanci già in passivo o sul punto di precipitarvi. E' il caso della Nigeria, con riserve ormai in¬ sufficienti; dell'Iraq e del Venezuela, entrambi alla ricerca di fondi sul mercato delle eurovalute: e persino del piccolo Ecuador. Il «surplus investibile)) dell'Opec — cioè i fondi rimasti disponibili dopo le spese per le importazioni — è stato nel '75 di 41 miliardi 700 milioni di dollari, una vistosa caduta rispetto ai 59 miliardi e 300 milioni del '74. Sempre secondo questi calcoli del governo americano, il «surplus» risalirà nel '76 ma difficilmente supererà i 45 miliardi, dei quali oltre la metà, sui 24 miliardi, si accumulerà in Arabia Saudita. Non occorre aggiungere altro. m. ci.