Una ondata di arresti a Gibuti tra gli elementi anti-francesi di Paolo Patruno

Una ondata di arresti a Gibuti tra gli elementi anti-francesi Ancora prigioniero il bambino rapito dai terroristi Una ondata di arresti a Gibuti tra gli elementi anti-francesi (Nosti-o servizio particolare) Parigi, 6 febbraio. Stato d'allerta a Gibuti, nu. merosi arresti fra gli esponenti d'opposizione della Lega popolare africana per l'indipendenza, manifestazione giovanile di protesta troncata da gendarmi dinanzi al Palazzo della giustizia, mentre le autorità centrali hanno deciso di potenziare il dispositivo delle forze dislocate nell'area dell'Oceano Indiano. Questi gli sviiuppi delle ultime ore nel territorio francese degli AfaTs e degli Issas, mentre il piccolo Frank Rutkowski è ancora prigioniero in territorio somalo, non si sa bene se sotto la sorveglianza dei terroristi o sotto quella delle autorità somale. C'è inquietudine, c'è tensione, ma sta svanendo, seppur gradualmente, il timore che possa degenerare la crisi franco-somala causata dal rapimento del gruppo di scolari e dalla successiva uccisione di una bambina-ostaggio da parte dei membri del Fronte di liberazione della Costa dei Somali. Intervistato dalla stazione Radio Europe I, oggi un responsabile di questo movimento indipendentista antifrancese ha escluso recisamente che il bambino prigio¬ niero venga liberato se prima la Francia non soddisferà le richieste del Fronte: annullamento del referendum che prossimamente avrà luogo a Gibuti, indipendenza immediata e senza alcun legame con la Francia, fine degli « arresti e delle deportazioni » che sarebbero compiute dalle forze francesi, liberazione di tutti i detenuti politici. Una versione diversa, e più rassicurante, viene invece dalle fonti ufficiali, francesi e somale. L'ambasciatore di Mogadiscio a Parigi, Samantar, ha dichiarato che sono in corso trattative fra il Fronte di liberazione e le autorità somale per il trasferimento di Frank a Mogadiscio; e di qui il bambino dovrebbe fare sollecitamente ritorno in Francia, dove già sono arrivati oggi gli altri cinque suoi compagni feriti nella sparatoria. Anche l'ambasciatore francese in Somalia, che è stato ricevuto questa mattina dal ministro degli Esteri di Mogadiscio, ha detto che i negoziati per il rilascio del piccolo sono a buon punto, ma in ogni caso la liberazione di Frank non potrebbe avvenire prima di domani o di domenica, anche perché il ragazzo dev'essere trasferito da Hargeisa, nel Nord del paese, alle, capitale. Mentre in Somalia prosegue la campagna contro la Francia, accusata di « aggressione », a Gibuti il presidente del consiglio del governo, Ali Aref, ha ricambiato le accuse a Mogadiscio, dicendo che i membri del Fronte di liberazione sono « suoi agenti » e che questa organizzazione, che si definisce indipendentista, in realtà dipende strettamente dalla Somalia. Aref ha inoltre accusato di « collusione » con il governo di Mogadiscio anche i suoi oppositori interni, quelli della Lega popolare africana. Alcuni esponenti di questo raggruppamento sono stati arrestati, si è detto, ma le autorità francesi hanno tenuto a precisare che la misura non è in relazione al rapimento dei 30 bambini, ma deriva da fatti precedenti. Questi arresti hanno comunque contribuito ad alimentare il nervosismo a Gibuti, praticamente divisa in due, la zona abitata dai francesi e quella dei locali. Nelle strade c'è un continuo andirivieni di pattuglie di gendarmi armati e secondo alcune fonti questo spiegamento di forze sarebbe stato causato prudenzialmente dall'arresto, avvenuto stamane, di un uomo armato, il quale voleva compiere un attentato contro Ali Aref. A Parigi, Ahmed Issa, rappresentante della Lega popolare africana (d'opposizione legale ad Aref), ha accusato oggi in una conferenza stampa le autorità militari di aver istituito a Guestir un campo di concentramento « per le persone in situazione irregolare » e ha rivolto un appello « alle forze democratiche francesi » per una campagna tesa alla liberazione degli oppositori politici. Sul problema di Gibuti è intervenuto nel tardo pomeriggio il leader socialista Francois Mitterrand, il quale in una dichiarazione ha condannato gli arresti degli esponenti della Lpai, alla quale ha riconosciuto la rappresentatività completa della popolazione di Gibuti. Mitterrand si è infine chiesto se, nella attuale crisi, «il governo non faccia in definitiva il gioco che pretende di combattere: guello dell'ingerenza straniera e delle divisioni etniche ». Paolo Patruno

Persone citate: Ahmed Issa, Ali Aref, Aref, Francois Mitterrand, Mitterrand