Bertuzzo torna e cerca il bis

Bertuzzo torna e cerca il bis Bologna pronto per Torino Bertuzzo torna e cerca il bis (Dal nostro corrispondente) Bologna, 6 febbraio. Doveva essere il sostituto di Beppe-gol. Carlo Montanari, il d.s., rossoblu, presentava giustamente il suo acquisto come una vittoria nel campo delle compravendite che hanno anticipato la bagarre dell'Hilton di luglio. Ezio Bertuzzo era un « pezzo da novanta » sulla scena calcistica del massimo campionato. Su di lui avevano fatto i conti In molti. Ma la società rossoblu, che da due anni osservava con attenzione il giocatore, era riuscita a portarlo a Bologna spendendo qualcosa come settecento milioni circa, considerando anche il movimento di giocatori effettuato per averlo. Alla vendita di Savoldi il pubblico si consolava: « Beh, in fondo — si diceva nei bar e allo stadio — abbiamo Bertuzzo, uno che segna ». Infatti il ragazzo, classe 1952 piemontese nativo di Settimo Torinese, negli ultimi due anni trascorsi al Brescia aveva segnato qualcosa come ventitré gol, diventando la punta di diamante della squadra e il beniamino del pubblico lombardo. Bene. Succede che all'esordio in campionato Ezio Bertuzzo ti inventa un gol molto Importante, un gol con il quale II Bologna affonda il Torino e può aprire dunque in letizia il proprio campionato. E' ovvio che a questo punto il ragazzo è » a mille », il morale, Il fisico, le convinzioni nei propri mezzi, la carica agonistica, tutti gli ingredienti insomma per convincere anche in serie A. Ma II bel giocattolo si rompe. Bertuzzo viene lasciato fuori squadra, c'è Chiodi che scalpita nelle retrovie e che esplode d'Incanto. C'è chi dice che l'ex bresciano sia pure un po' giù fisicamente, ed ecco Chiodi che si infila addosso la maglia di titolare prepotentemente. Premessa: Bertuzzo è un ragazzo molto intelligente. Serio professionista, non perde mai la misura, è calmo, controllato e svolge il suo lavoro con un impegno eccezionale. Tra queste qualità c'è anche una certa carica di sensibilità mischiata ad un orgoglio tipicamente piemontese, che lo fanno apparire timido. Nel corso di un'intervista, circa quindici giorni orsono, alla domanda: « Che cosa sta succedendo tra Bertuzzo e II Bologna?», rispose cosi: 'Sinceramente, proprio non lo so. Mi sono trovato fuori squadra e mi sono chiesto il perché, ma fino ad ora non ho trovato risposta... Credevo di venire a Bologna come titolare, credevo di giocare tutte le domeniche, volevo dimostrare il mio valore e invece... ». In pratica, il Bologna continuava a tenersi in panchina un uomo da 700 milioni e per di più un uomo giù di corda, demoralizzato fino all'osso. Poi la coincidenza. Chiodi comincia a mostrare un po' la corda, esagera in personalismi e forse all'interno dell'ambiente si pensa che il ragazzino si sia un tantino montato la testa dopo quel po' po' di risultati. Domenica il Bologna va a Torino, è la prima giornata del girone di ritorno, fuori Chiodi e dentro Bertuzzo. Appena il neo acquisto rossoblu ha sentito l'aria di rientro, ha spinto sull'acceleratore ed ha cominciato a fare II diavolo a quattro in allenamento. Il suo desiderio, un desiderio non confessato, ma che tutti possono captare tanto è a fior di pelle, è quello di « riesplodere » a Torino. Su questo non ci sono dubbi. Bene: proprio giovedì, al termine dei « lavori », Bruno Pesaola comunica ufficialmente che Bertuzzo sarà sicuramente in campo a Torino; inoltre, il tecnico rossoblu avverte che Chiodi sarà spedito in montagna per ritemprare lo spirito, essendo il fisico non eccessivamente bisognoso di cure. L'occasione per Bertuzzo è ghiottissima. Giovedì pomeriggio allo stadio è stato lungamente applaudito, non solo in occasione delle due reti realizzate, ma anche per alcuni suoi passaggi in area. Svariate volte si è udito il pubblico gridare: « Ezio, Ezio ». Pareva di essere tornati al tempi del grande Ezio Pascutti. e. m.