Impazzita uccide la figlia di sette anni dopo averle fatto scrivere: "Addio, papà,

Impazzita uccide la figlia di sette anni dopo averle fatto scrivere: "Addio, papà, Impazzita uccide la figlia di sette anni dopo averle fatto scrivere: "Addio, papà, Poi cerca di soffocare l'altra bimba (3 anni) e si taglia le vene dei polsi: è stata salvata dal marito infermiere - La donna, trentunenne, soffriva di esaurimento e credeva di avere contratto un male inguaribile (Dal nostro corrispondente) Firenze, 6 febbraio. Una giovane sposa, Maria Abbate in Saletti, trenturenne, ha strangolato una delle proprie figlie, Alessandra, di 7 anni, ha cercato di strozzare anche l'altra, Marinella, di 3 anni, e si è tagliata le vene dei polsi con una lametta: la donna è stata salvata dal marito, tornato a casa dopo aver lavorato nel turno di notte all'ospedale, dov'è infermiere. Sul tavolo della cucina dell'appartamento dov'è avvenuta la tragedia, in via Paesiello 19, a Casellina di Scandicci (a pochi chilometri da Firenze) è stata trovata una lettera con la quale la donna chiede perdono al marito ed a Dio. Sul foglio c'è anche un addio della figlia maggiore: «Ciao papà, Alessandra»: sicuramente la bimba è stata consigliata dalla madre a scrivere quelle parole prima che la donna attuasse il gesto di certo suggerito dalla follia. Maria Abbate è ricoverata al «S. Giovanni di Dio», lo stesso ospedale dove lavora il marito, Luigi Saletti. La donna è convinta di aver ucciso le due figlie e ripete che deve morire anche lei. L'Abbate è originaria di Acropoli (Salerno). Vive qui da una decina d'anni. A Firenze conobbe il Saletti e si sposarono nel 1968. Fu un matrimonio felice e gli sposi andarono ad abitare nell'appartamento di Casellina, dove sono nate le due bimbe, Alessandra nel 1969 e Marinella nel '73. I coniugi non avevano preoccupazioni economiche e nemmeno v'erano state incrinature sentimentali. Ma, dopo il primo parto, la donna accusò diversi malesseri e, successivamente, subì un intervento chirurgico per l'asportazione della cistifellea. Anche di recente l'Abbate era stata ricoverata in ospedale: fra l'altro aveva lamentato sintomi di esaurimento e forse proprio per questo la donna credeva di essere affetta da un male inguaribile. Ma i sanitari lo hanno sempre escluso. Anche venerdì scorso, quando Luigi Saletti accompagnò la moglie dal medico, questi confermò soltanto uno stato depressivo e le ordinò una cura. Tuttavia la donna continuava a lamentarsi, anche con i vicini di casa e con i parenti, dicendo che soffriva molto per le sue precarie condizioni di salute. Nulla però lasciava prevedere l'accaduto, e nemmeno che essa potesse sfogare la follia contro le figlie, alle quali era attaccatissima. Ieri sera il marito era usci to per recarsi al lavoro e stamane alle 7,30, quando è tornato, ha trovato l'uscio chiuso dall'interno con un paletto. A spallate l'uomo ha buttato giù la porta e nella camera matrimoniale ha trovato la moglie stesa vicino al letto, in un lago di sangue in gran parte coagulato. Le due bambine erano immobili sul letto ed evidenti i segni di strangolamento intorno al collo. Disperato, l'uomo ha chiamato i vicini ed ha cercato di rianimare le figlie e la moglie. Sono arrivate ambulanze e carabinieri, e così le bimbe e la loro madre sono state trasportate all'ospedale. Alessandra però vi è giunta cadavere: era stata strangolata con un fazzoletto e poi stretta con le mani attorno alla gola. Marinella, invece, si è ripresa ed è stata giudicata guaribile in cinque giorni. La donna è stata medicata per ferite da taglio ai polsi e giudicata guaribile in dieci giorni: il suo stato è confusionale. Ieri sera, dopo la partenza del marito, la donna deve aver scritto la lettera e, prima che Alessandra si addormentasse, le deve aver fatto scrivere il suo messaggio d'addio. Poi ha fatto coricare le bimbe nel letto matrimo¬ niale, poiché i loro lettini sono stati trovati ancora intatti. Nella lettera che la donna ha lasciato sul tavolo di cucina si legge, fra l'altro: «Luigi, perdonami per il male che ti ho fatto. Tu sei un uomo molto buono, perdonateci tutti, chiedo perdono ai parenti e anche a Dio». Una conferma, questa, che — oltre alla salute malferma della donna — non c'erano altri motivi a spingerla alla tragica decisione. e. b.

Persone citate: L'abbate, Luigi Saletti, Maria Abbate, Saletti

Luoghi citati: Firenze, Salerno, Scandicci