Alberghini rapito dalla mafia? Gli inquirenti non hanno dubbi

Alberghini rapito dalla mafia? Gli inquirenti non hanno dubbi L'industriale sequestrato a Trezzano Alberghini rapito dalla mafia? Gli inquirenti non hanno dubbi Il luogo dove è avvenuto il fatto è il "feudo" dell'anonima che era guidata da Liggio - Il "colpo" è stato preparato da professionisti (Nostro servizio particolare) Milano, 5 febbraio. C'è la firma della mafia sul rapimento di Carlo Alberghini, 50 anni, il comproprietario di una industria di apparecchiature elettriche sequestrato ieri, poco dopo le 19, mentre stava facendo ritorno alla sua villa di Trezzano sul Naviglio. Questo è il parere degli inquirenti. Il rapimento è avvenuto in una zona considerata il «feudo» dei «boss» dell'Anonima sequestri, l'organizzazione guidata nell'ombra da Luciano Liggio che si avvaleva della collaborazione dei «clan» Guzzardi, Ciulla, Ugone. L'opinione che questa volta non ci si trovi di fronte ad una banda di rapitori improvvisati, ma di veri «professionisti» del ramo, è avvalorata sia dalla scelta dell'obiettivo, sia dalla tecnica con cui l'azione è stata portata a termine. Se però la banda fosse stata improvvisata, avrebbe cambiato subito bersaglio, dopo uno studio rapido della situazione. Ai malviventi, infatti, non è certo sfuggito che l'industriale, come del resto i suoi soci Paolo Ortmann e Franco Varacca, avevano preso delle precauzioni per evitare di essere sequestrati: avevano montato sulle loro auto delle apparecchiature di radiotelefono «CB» e quando la sera tornavano a casa, viaggiavano uno in coda all'altro per tenersi d'occhio. Sarebbe stato più che sufficiente per spaventare una banda meno agguerrita, ma quella che studiava il colpo messo a segno ieri sera, ha continuato imperterrita. I banditi avevano però ben valutato il rischio dell'«operazione» e sapevano che l'allarme sarebbe stato dato quasi I subito. Per questo avevano studiato un espediente per dirottare dalla zona del sequestro alcune auto della polizia e dei carabinieri che certamente sarebbero accorse. Così alle 19,30, quando dalle centrali operative è giunta la segnalazione del rapimento, una telefonata informava di una sparatoria sulla tangenziale, tra Asago e Buccinasco. Non c'è voluto molto per scoprire che si trattava di un falso allarme, ma intanto molte autoradio erano state dirottate e questa circostanza può aver favorito i banditi nella fuga. Altro particolare che indica la presenza di «professionisti» di questo genere di cose, è la telefonata fatta ai familiari del sequestrato a meno di un'ora dal rapimento. In quel momento ancora gli inquirenti non avevano potuto mettere sotto controllo il telefono degli Alberghini e i banditi potrebbero avere detto molto di più di quello che la famiglia ha riferito. Secondo la versione ufficiale, la co municazione è stata brevissima: «Preparate molti, molti soldi», una frase detta da una vmgel'stCddddtldNszncrgsnndrdpmgspucqbnsa oce senza accenti particolari, ma neppure la polizia è in rado di dire se le cose sono ffettivamente andate così. L'imprenditore è uscito dalazienda preceduto dal vice¬ presidente Paolo Ortmann e dal Varacca, il primo su una «500», il secondo su una «Opel». In via Copernico, il tratto più buio e isolato dell'intero percorso, Varacca, che era tra le due auto, si è accorto che l'Alberghini stava per esser sorpassato da un'altra vettura: una mezza curva e un dosso gli hanno impedito di seguire tutta la manovra. Quando si è accorto che il socio non lo seguiva più.ha cercato di chiamarlo via radio; non riuscendoci ha avuto i primi sospetti e ha chiamato Ortmann che subito ha invertito il senso di marcia. Proprio in quel momento una «Bmw» è sfrecciata di fianco a loro e i due hanno pensato che si trattasse dell'Alberghini. Sono quindi ripartiti e da una stazione di servizio hanno telefonato prima a casa dell'amico e poi in ditta per sapere se l'avessero visto. Solo a questo punto sono tornati sui loro passi, hanno trovato l'auto abbandonata, e dato l'allarme. A tarda sera, Renato, il figlio maggiore dell'Alberghini, ha chiesto il silenzio stampa. Marzio Fabbri Carlo Alberghini

Luoghi citati: Buccinasco, Milano, Trezzano, Trezzano Sul Naviglio