Mastroianni e il prete di Sciascia di Giorgio Calcagno

Mastroianni e il prete di Sciascia Incontro con Fattore, protagonista di "Todo modo,, Mastroianni e il prete di Sciascia Lasciati i panni del commissario Santamaria, ha indossato quelli di don Gaetano - Il personaggio della "Donna della domenica" gli piace, lo sente suo; quello di Sciascia lo intimidisce, ma, insieme, lo alTascina (Dal nostro inviato speciale) Roma, 4 febbraio. Il personaggio che ci sta davanti in abito talare, il colletto bianco rigido che sottolinea la barba volutamente trascurala, i piedi scalsi, è Marcello Mastroianni. Anche il camerino ha qualcosa di prelatizio o, forse più ancora, di eremitale; con il vassoio sul tavolo, in attesa del pranzo che, per cortesia verso l'intervistatore, potrà consumare soltanto dopo. L'ex giovane brillante del cinema italiano, il Marcello volubile della Dolce vita, si è rinchiuso in uno dei personaggi più severi, e interiormente macerati della nostra narrativa. E' il don Gaetano, di Todo modo, direttore di una casa di esercizi sptrittiali; il fiammeggiante protagonista del romanzo di Sciascia, che il regista Elio Petrì sta trasferendo in immagini, nel teatro 18 di Cinecittà. Rispetto al commissario Santamaria della Donna della domenica, giunto da poche settimane sugli schermi, quale differenza. E quale cambiamento, nell'attore. Santamaria e il carattere che egli ama, e nel Quale gli piacerebbe perfino riconoscersi. Don Gaetano è l'uomo superiore, che gli incute soggezione. In Santamaria, avverte Mastroianni, c'è Qualcosa di suo: « E' l'uomo che fa il suo mestiere abbastanza bene, ma con distacco. C'è in lui una intelligenza sorniona, quasi una specie di pigrizia, tipica del sudista, che è poi ironia, il non prendersi abbastanza sul serio ». In don Gaetano, di suo, non sa vedere nulla: « Mi sembrerebbe perfino presuntuoso ». Ma il commissario della Donna della domenica è per lui un personaggio leggero, un semplice ruolo « simpatico », fra i tanti portati sullo schermo. Don Gaetano 10 attrae, si rende conto che potrebbe essere l'interpretazione più. problematica della sua carriera: e ne parla con una combattuta venerazione: « E' una figura di grande fascino, misteriosa e potente, insieme santo e demonio. Può essere tutto, don Gaetano, non è un prete qualunque ». Anche per Sciascia non sembra un uomo qualunque: « Alto nella lunga veste nera, immobile; gli occhi di uno sguardo lontano, fissamente sperso... » come lo presenta, al suo primo apparire sulla pagina. Sciascia la giustizia di tutto il contesto in cui 11 prete si muove, nel suo albergo-romitorio: quel grottesco volteggio di politici, ministri, dirigenti del parastato venuti a intrecciare i loro giochi di potere ira meditazioni e vie crucis; ma, per don Gaetano, sembra riservare un margine di salvezza. E' il solo personaggio che lo scrittore laico non rifiuta. L'attore die deve interpretarlo, se ne spiega i motivi? « Perché ha molta nobiltà, cultura, raffinatezza, malgrado questa ruvida scorza che è il suo involucro », risponde. E per qualche altra ragione, che Mastroianni avverte, forse perfino di là di quanto lo scrittore intendeva: « Sotto i panni che veste, don Gaetano rivela la profondità dell'individuo, la sua grande spiritualità, che è prooria della Chiesa, la sua :mmensa cultura ». // giudizio non e completo, c'è qualcos'altro che l'attore deve sapere, quando scende sul set: « Ed è anche un uomo pericoloso ». Mastroianni parla con voce bassa, l'inflessione educata di sempre, un fondo roco che si è venuto aggiungendo ora. Il regista, con qualche forzatura rispetto al modello originario, lo ha fatto camminare a piedi nudi nella cappella; e. per tutta una mattina, l'attore ha dovuto recitare le litanie, nella grande scena del rosario. Ma. forse, non soltanto le sue corde vocali sono state messe alla prova: « Don Gaetano è il testimone di cose che non può rivelare. E' potente. E' l'immagine della Chiesa più di qualunque altro sacerdote che io abbia visto sullo schermo. Fra lui e gli altri personaggi che gli sono intorno, c'è un abisso. Gli altri sono inferiori, bassi ». Così bassi che il regista li fa addirittura strisciare per terra, cortigiani degradati del potere. Questa mattina, durante una ripresa, abbiamo visto Gianmaria Volante trascinarsi carponi, fino a lambire la tonaca del prete, e implorare inutilmente il suo perdono. Mastroianni se ne è andato via. diritto, appena un lampo di lontana, superiore pietà nel fondo dell'occhio. L'attore sente qualche interesse veyso il mondo che don Gaetano impersona? « Certo — dice sicuro — rappresenta tutto quello che abbiamo ereditato, da secoli ».' Ma molti preferiscono sbarazzarsi di questa eredità. Questa volta Mastroianni è dubbioso: « Forse anch'io. Sono dei tentativi che si fanno per scrollarsi di dosso questo carico ». Lo ritiene un carico importante? « Tutto ciò che fa parte della storia è importante ». E ritorna al dubbio di prima: « Oggi anch'io mi domando se potrà rappresentare ancora qualcosa per il futuro. Lo stesso don Gaetano avverte che la Chiesa è in ritardo, e ha fatto grand: errori, o li hanno fatti gli uomini che l'hanno servita, e quindi non è più al passo », Il taglio del libro, c quello del film, è certamente politico. Assai diverso dalle ultime prove nelle quali l'attore si è esercitato. Fra La donna della domenica e Todo modo, Mastroianni ha an¬ cora trovato il tempo di girare un film di tipo romantico, « un omaggio al Veneto, alla sua bellezza », con Claudia Mori, Toffolo e Celentano, sotto la regia di Morgherini (lo stesso di Paolo Barca praticamente nudista). E anche questa scelta rientra nella sua disponibilità, in quale misura l'attore che passa da Frutterò c Lucentini a Sciascia si sente d'accordo, oggi, con la visione politica di Petri? « Abbastanza d'accordo; altrimenti non avrei fatto il film ». La lisposla gli pare troppo timida; e la ripete, eliminando l'« abbastanza »: « Si, sono d'accordo. C'è un certo tipo di cinema che va fatto credendo a quello che si vuol dire. Un tempo, l'attore poteva fare di tutto. Poteva, da buon camaleonte, lasciarsi coinvolgere da qualsiasi spettacolo. Oggi, se un attore affronta certi temi, li deve condividere ». Mastroianni ha 51 anni, ha girato 95 film (« almeno credo; il conto lo tiene mia madre»), è il solo attore italiano . che ha lavorato con tutti i più importanti registi, da Fellini a Visconti, da Antonioni a Ferreri. Farebbe anche lui la scelta politica di Volante? Il « forse » di prima, benché non ripetuto, riemerge: « Sono di sentimenti progressisti, ma mi sembra sufficiente, come posizione. Che la corruzione dilaghi, non c'è bisogno di leggere l'Unità, per saperlo ». Lui. evidentemente, ama leggere anche altri giornali. E. sul lavoro, non vuole chiudersi altre possibilità. Non sempre un attore delle sue quotazioni può girare film con Elio Petri. tratti dai romanzi di Sciascia. Giorgio Calcagno Marcello Mastroianni, nel problematico personaggio di don Gaetano, in «Todo modo»

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