Scelta tra nove

Scelta tra nove Saper spendere Scelta tra nove Tanti sono i nomi rimasti in gara per la famosa insalata - L'ultima parola è ai lettori per proclamare il vincitore L'insalata di Nico Molino ha 480 amici. Questo il numero di lettere ricevute per la gara promossa da Saper spendere per la ricerca di un nome adatto alla ricetta. E' stata una sorpresa. Non soltanto per aver trovato tanti lettori discosti a partecipare a un concorso a scatola chiusa (avevamo promesso premi, mti non li avevamo precisati), ma soprattutto perché ben pochi si sono accontentati d! fare una sola proposta. I nomi indicati per l'insalata sono oltre 750. Molti eguali o simili, è vero, tuttavia la fantasia si è sbrigliata e ci ha messi in crisi. La scelta del nome, lo avevamo annunciato, sarebbe spettata al cuoco Molino. Cortesemente lui ha risposto al nostro invito; è venuto in ufficio. E' alto, giovane, ha un bel paio di baffi. Non è affatto cuoco, ma un tecnico industriale. Ricbndo ci ha detto che avevamo preso un « granchio ». Lui aveva firmato « cuoco » tra virgolette soltanto per indicare la sua passione verso i fornelli. Lontano da lui il pensiero di usurpare (» indegnamente » sostiene) il vanto di una professione. Per rimediare l'abbiamo subito eletto -cuoco ad honorem' di Saper spendere, sull'onda del successo attribuito dai lettori alla sua ricetta dell'insalata. Insieme abbiamo sfogliato tutte le lettere, segnato su fogli i nomi, scelto tra questi I più originali, sottoposti i preferiti a una seconda, drastica, scelta e ci siamo ritrovati con nove nomi. Ahimè. Tutto da rifare. A Nico Molino venne una idea. Poiché Saper spendere è L rubrica del lettori, e la scelta del nome da dare alla sua insalata prevede premi, a loro, e non alla sorte, spetta lo spareggio. Noi ci limitiamo a pubblicare l'elenco dei nove prescelti. Quello che riceverà il maggior numero di lettere in suo favore avrà la vittoria. Alla sorte sarà soltanto affidata l'indicazione del lettore a cui andrà il premio, se il nome vincitore fosse stato espresso in più di una lettera. L'insalata di Nico Molino potrà chiamarsi -Agretta', -Sedanella', 'Festosa', 'Primiera', 'Mac Bòna', 'Sóagnà, 'Mefistofele-, 'Pazza-, Simonetta'. Per modestia, anche questa è una virtù, avremmo preferito escludere quest'ultimo nome, ma non sarebbe stato giusto. Non soltanto il «cuoco ad honorem» lo pretendeva ir. lizza, i i due lettrici avevano espresso nella loro lettera questa preferenza. E poiché i lettori hanno sempre ragione a loro l'ultima parola: un solo nome, tra i nove, deve essere scritto ed inviato a Saper spendere. Immaginiamo che ognuno sosterrà il suo: i lettori che si riscoprono "Inventori» di un nome, scateneranno parenti ed amici per vincere la gara. Più lettere arrivano, più grande è la possibilità di vittoria. Infine la sorpresa, cioè i premi in palio. Sono più d'uno. La ditta Caudano ha offerto per In • caccia al nome » di Saper spendere tre servizi per insalata, uno particolarmente bello ed importante come primo premio. La ditta Bertolini ha inviato alcune confezioni di suoi prodotti per la cucina, dal lievito allo zucchero vanigliato, un invito a preparare leccornie come consolazione agli sconfitti. Per vincitori e vinti c'è da star allegri. Attendiamo. Un pugno di monete senza grande valore Per sottoporre all'esame del numismatico alcune monete in suo possesso il signor M. B. di Alba ci ha Inviato una serie di calchi a matita con le relative spiegazioni. « Vorrei conoscerne — scrive il lettore — il valore medio, sempre che ne abbiano uno ». E già in questa espressione c'è una nota di pessimismo, quasi volesse dire: « Sarei troppo fortunato, io non sono nato con le solite sette camicie ». Meglio essere pessimista che lasciarsi trasportare dall'euforia e ritenere di avere un tesoro facendo progetti fantasiosi. ** L'esperto, dott. Luigi Sachero, è costretto a dare al lettore una delusione. « Le monete descritte hanno scarso valore. Lo scudo di Vittorio Emanuele II, il 2 lire d'argento di Vittorio Emanuele III del cinquantenario 1861-1911 ed il 2 lire del 1908 hanno quotazioni da sei a otto mila lire. Il 2 lire di Vittorio Emanuele III del 1914 può valere circa tremila lire, mentre I due pezzi svizzeri hanno press'a poco il controvalore del rispettivi franchi svìzzera ». L'intervento di Sorzio sui dubbi in cucina Ad una brevissima domanda della signora Maria G. di Montebelluno dovrebbe corrispondere una brevissima risposta. Ma Sorzio ha preso spunto per intervenire su alcuni dubbi in cucina, le misure indicate di volta in volta con ■ un bicchiere », • un cucchiaio », ecc. ** « Sono piccoli trucchi — spiega il cuoco — frutto dell'esperienza. Confesso che incorro anch'io, spesso, nella frase approssimativa « un bicchiere » e sono convinto di essere stato chiaro nella mia spiegazione. E' una mancanza giustificabile, perché talvolta è la particolarità stessa della ricetta a richiedere dosi inesatte. Ad esempio, raramente si può dire a pilori quanta acqua occorra aggiungere nella cottura di un alimento, perché non si può precisare quanta sia l'acqua contenuta nell'alimento stesso. Perciò si usano termini come • un bicchiere », » un pizzico », o altri come « a fuoco lento », « a fuoco dolce », ecc. lasciando all'abilità correzioni o modifiche'. Questa la premessa del cuoco, a giustificazione sua e nostra. Ora la risposta esatta: ■ Quando si dice " un bicchiere " si Intende il contenuto di un normale bicchiere da vino la cui capacità è poco più di un decilitro, circa 140 grammi; un cucchiaio corrisponde a circa 15-20 gr. secondo l'ingrediente'. • Ne approfitto — aggiunge Angelo Sorzio — per chiarire anche le indicazioni che riguardano la temperatura del torno: " dolce " significa tra i 100 e i 150 gradi; " medio ", tra I 150 e i 180: " caldo ", tra i 180 e i 200; " molto caldo ", tra i 200 e i 260 gradi ». Simonetta

Persone citate: Bertolini, Caudano, Luigi Sachero, Maria G., Nico Molino, Vittorio Emanuele Ii, Vittorio Emanuele Iii

Luoghi citati: Alba